Qualcuno si chiederà perché certe cose non le ho scritte in
privato anziché renderle di dominio pubblico. Le risposte sono semplici: da
sempre sono una cellula impazzita di questo movimento politico (qualcuno mi ha
dipinto quale pericoloso esempio verso i giovani), un ribelle instancabile che
tuona spesso (a volte a torto, altre a ragione) senza ritegno e poi,
sinceramente, i miei spazi web non se li fila nessuno, è quasi come se avessi
scritto privatamente usando un mezzo visibile a tutti.
Ma veniamo al dunque. Da ormai sette anni aderisco a “Lavori
in Corso”, ho fatto questa scelta perché in questo movimento ho sempre visto
dipinti alcuni tratti che mi hanno sempre appassionato: la spinta verso la
“Democrazia Diretta e Partecipata” ed una forte voglia di cambiare le cose in
essere…alcuni di noi (come me) vorrebbero (volevano) cambiare il mondo, ad
altri basta, basterebbe, cambiare Cantù…io temo che Cantù sia legata al resto
del mondo e che solo con esso possa migliorare.
Non proprio da ieri un Sindaco ed una Giunta di nostra
espressione (supportati da una maggioranza in Consiglio Comunale) amministrano
la nostra città e malgrado quanto ne dicano molti detrattori cominciano a
vedersi i frutti del lavoro portato avanti.
Sul piano di quella Democrazia che ho citato qui sopra non
ho che da essere soddisfatto, abbiamo introdotto Prosindaci ed Assemblee di
Quartiere (ma anche cittadine), stiamo per portare a conclusione anche il
percorso attuativo di un nuovo modo di vedere i Referendum, abbiamo messo in
pista e miglioreremo mezzi telematici di consultazione e ricezione dei
problemi…stiamo mettendo pista (sia pure in modo limitato e sperimentale al
momento) anche il “Bilancio Partecipato”. Ho visto somministrare anche una
forma di Democrazia mai vista in città, quella della tolleranza,
dell’accoglienza, dell’integrazione e del rispetto..due esempi su tutti il
Festival Boreal e il sostegno ed il rispetto verso chi vive religioni diverse
da quella cattolica.
Molti altri punti (non tutti ovviamente potranno essere
completati in un mandato o parte di esso) del nostro programma elettorale
stanno prendendo corpo, a partire da un PGT che la città aspettava da quasi un
decennio, sviluppato a costo praticamente zero, che innova la concezione della
spazio cittadino. Stiamo cercando di risolvere la vergogna cittadina di un
Palazzetto che sembra non voler mai essere inaugurato ed utilizzato, stiamo
cercando di preservare al massimo il sostegno sociale verso chi ha gravi problemi
economici o di salute, stiamo cercando (grazie al Corpo dei Volontari Civici)
di tornare a prenderci cura delle piccole e grandi cose della nostra città,
stiamo valutando, in parte sperimentando, un nuovo modo di intendere l’utilizzo
(per un futuro, la produzione) dell’energia.
Ritengo sia un buon servizio (forse meglio dire un buon
dovere applicato) verso la nostra Città, verso la nostra Comunità…questo però
ha un prezzo, un prezzo caro che spesso mi chiedo se valga la pena venga
pagato, che spesso mi chiedo se i nostri concittadini (ed io) avranno la forza
di sostenere in un momento in cui si fatica a mettere un piatto di minestra a
tavola in diverse case canturine.
L’essersi accodati (come Stato) ai Trattati di Lisbona e
seguenti, dovendosi adeguare a certi meccanismi di una stabilità assurda,
l’essere svincolati, quale movimento locale e innovatore, dai partiti nazionali
ha fatto si (come spiegava chiaramente sul suo profilo fb, e non solo, il
nostro Sindaco) che Stato e Regione abbiano decimato fragorosamente le cifre da
loro destinate alle casse del nostro Comune. La conseguenza è stata dover
innalzare tributi e tariffe, con risultati comunque non sempre gratificanti,
anzi. Ognuno può capire da se, senza frequentare ambienti politici o economici che
queste scelte dovranno, per sopravvivenza, essere rinnovate e magari
moltiplicate.
Io sinceramente mi sento molto a disagio (diciamo così) in
questa situazione, con tutto quanto possiamo produrre di buono in parallelo non
voglio recitare la parte del “Pubblicano” a favore di uno Stato e di una
“Classe Dirigente” despoti ed vessatori.
Mi rendo conto comunque che abbiamo da portare a buon fine
qualche punto del nostro programma, penso anche però che non possiamo, noi
essere vessatori perenni ed allora…
..allora (posso essere apparentato ad un filosofo, di certo
non ad un tecnico, quindi magari sbaglio nella mia proposta) presumo che le
scelte economiche dovranno passare da Bilanci Comunali, bilanci che dovranno
passare dal Consiglio Comunale…penso resistiamo un paio di Bilanci, poi
trasformiamoci.
Come resistere a questi Bilanci senza assumerci le
responsabilità di chi questo quadro economico lo ha voluto?
Ai voti chiedo ai nostri Consiglieri, tranne uno (potrebbe
essere il Sindaco o un Capogruppo), di astenersi e di mostrare la propria
contrarietà a questa situazione. L’unico voto garantirà (da parte nostra) che i
Bilanci passino e non vi siano commissariamenti, dopo di che siano le
espressioni comunali dei partiti locali, sedute in opposizione, a fare il
resto, prendendosi le proprie responsabilità (conseguenti a scelte “Romane”)
per una volta, anziché limitarsi a sterili polemiche politiche.
Qualche punto programmatico, un paio di Bilanci e poi Lavori
in Corso si trasformi (per non correre il rischio di divenire “Classe
Dirigente”) in un semplice movimento di opinione che sproni i Cittadini al
cambiamento, senza più dover andare a contatto diretto con queste situazioni,
lasciando la mano a chi è abituato a vessare i Cittadini.
So che pochi, probabilmente nessuno di voi, riuscirà a
condividere quanto scritto qui sopra, ma non importa, ci tenevo a raccontare un
disagio enorme e la difficoltà oggettiva di vivere il nostro movimento, le
nostre scelte oggi e domani, l’inesistente voglia di condividere certe scelte.
Giorgio Bargna
Nessun commento:
Posta un commento