martedì 26 novembre 2013

Il costo dell’ amministrare (Lettera aperta a “Lavori in Corso”)

Qualcuno si chiederà perché certe cose non le ho scritte in privato anziché renderle di dominio pubblico. Le risposte sono semplici: da sempre sono una cellula impazzita di questo movimento politico (qualcuno mi ha dipinto quale pericoloso esempio verso i giovani), un ribelle instancabile che tuona spesso (a volte a torto, altre a ragione) senza ritegno e poi, sinceramente, i miei spazi web non se li fila nessuno, è quasi come se avessi scritto privatamente usando un mezzo visibile a tutti.

Ma veniamo al dunque. Da ormai sette anni aderisco a “Lavori in Corso”, ho fatto questa scelta perché in questo movimento ho sempre visto dipinti  alcuni tratti che mi hanno  sempre appassionato: la spinta verso la “Democrazia Diretta e Partecipata” ed una forte voglia di cambiare le cose in essere…alcuni di noi (come me) vorrebbero (volevano) cambiare il mondo, ad altri basta, basterebbe, cambiare Cantù…io temo che Cantù sia legata al resto del mondo e che solo con esso possa migliorare.

Non proprio da ieri un Sindaco ed una Giunta di nostra espressione (supportati da una maggioranza in Consiglio Comunale) amministrano la nostra città e malgrado quanto ne dicano molti detrattori cominciano a vedersi i frutti del lavoro portato avanti.

Sul piano di quella Democrazia che ho citato qui sopra non ho che da essere soddisfatto, abbiamo introdotto Prosindaci ed Assemblee di Quartiere (ma anche cittadine), stiamo per portare a conclusione anche il percorso attuativo di un nuovo modo di vedere i Referendum, abbiamo messo in pista e miglioreremo mezzi telematici di consultazione e ricezione dei problemi…stiamo mettendo pista (sia pure in modo limitato e sperimentale al momento) anche il “Bilancio Partecipato”. Ho visto somministrare anche una forma di Democrazia mai vista in città, quella della tolleranza, dell’accoglienza, dell’integrazione e del rispetto..due esempi su tutti il Festival Boreal e il sostegno ed il rispetto verso chi vive religioni diverse da quella cattolica.

Molti altri punti (non tutti ovviamente potranno essere completati in un mandato o parte di esso) del nostro programma elettorale stanno prendendo corpo, a partire da un PGT che la città aspettava da quasi un decennio, sviluppato a costo praticamente zero, che innova la concezione della spazio cittadino. Stiamo cercando di risolvere la vergogna cittadina di un Palazzetto che sembra non voler mai essere inaugurato ed utilizzato, stiamo cercando di preservare al massimo il sostegno sociale verso chi ha gravi problemi economici o di salute, stiamo cercando (grazie al Corpo dei Volontari Civici) di tornare a prenderci cura delle piccole e grandi cose della nostra città, stiamo valutando, in parte sperimentando, un nuovo modo di intendere l’utilizzo (per un futuro, la produzione) dell’energia.

Ritengo sia un buon servizio (forse meglio dire un buon dovere applicato) verso la nostra Città, verso la nostra Comunità…questo però ha un prezzo, un prezzo caro che spesso mi chiedo se valga la pena venga pagato, che spesso mi chiedo se i nostri concittadini (ed io) avranno la forza di sostenere in un momento in cui si fatica a mettere un piatto di minestra a tavola in diverse case canturine.

L’essersi accodati (come Stato) ai Trattati di Lisbona e seguenti, dovendosi adeguare a certi meccanismi di una stabilità assurda, l’essere svincolati, quale movimento locale e innovatore, dai partiti nazionali ha fatto si (come spiegava chiaramente sul suo profilo fb, e non solo, il nostro Sindaco) che Stato e Regione abbiano decimato fragorosamente le cifre da loro destinate alle casse del nostro Comune. La conseguenza è stata dover innalzare tributi e tariffe, con risultati comunque non sempre gratificanti, anzi. Ognuno può capire da se, senza frequentare ambienti politici o economici che queste scelte dovranno, per sopravvivenza, essere rinnovate e magari moltiplicate.

Io sinceramente mi sento molto a disagio (diciamo così) in questa situazione, con tutto quanto possiamo produrre di buono in parallelo non voglio recitare la parte del “Pubblicano” a favore di uno Stato e di una “Classe Dirigente” despoti ed vessatori.

Mi rendo conto comunque che abbiamo da portare a buon fine qualche punto del nostro programma, penso anche però che non possiamo, noi essere vessatori perenni ed allora…
..allora (posso essere apparentato ad un filosofo, di certo non ad un tecnico, quindi magari sbaglio nella mia proposta) presumo che le scelte economiche dovranno passare da Bilanci Comunali, bilanci che dovranno passare dal Consiglio Comunale…penso resistiamo un paio di Bilanci, poi trasformiamoci.

Come resistere a questi Bilanci senza assumerci le responsabilità di chi questo quadro economico lo ha voluto?
Ai voti chiedo ai nostri Consiglieri, tranne uno (potrebbe essere il Sindaco o un Capogruppo), di astenersi e di mostrare la propria contrarietà a questa situazione. L’unico voto garantirà (da parte nostra) che i Bilanci passino e non vi siano commissariamenti, dopo di che siano le espressioni comunali dei partiti locali, sedute in opposizione, a fare il resto, prendendosi le proprie responsabilità (conseguenti a scelte “Romane”) per una volta, anziché limitarsi a sterili polemiche politiche.

Qualche punto programmatico, un paio di Bilanci e poi Lavori in Corso si trasformi (per non correre il rischio di divenire “Classe Dirigente”) in un semplice movimento di opinione che sproni i Cittadini al cambiamento, senza più dover andare a contatto diretto con queste situazioni, lasciando la mano a chi è abituato a vessare i Cittadini.

So che pochi, probabilmente nessuno di voi, riuscirà a condividere quanto scritto qui sopra, ma non importa, ci tenevo a raccontare un disagio enorme e la difficoltà oggettiva di vivere il nostro movimento, le nostre scelte oggi e domani, l’inesistente voglia di condividere certe scelte.
Giorgio Bargna


Nessun commento: