sabato 5 aprile 2025

L'esempio Elvetico da seguire

 


Se leggiamo l’ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes, riferito al 2024, che fotografa tra l'altro la misura della fiducia dei cittadini nelle istituzioni scopriamo che, perla rara, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, raccoglie un largo consenso in termini di fiducia espressa dai cittadini nei suoi confronti (60,8%; +8,6% rispetto al 2023).

Il Parlamento si ferma al 33,6% ma i cittadini delusi restano la maggioranza (58%). I cittadini sono divisi sul giudizio nei confronti della Magistratura: il 47% si dice fiducioso contro il 44% degli sfiduciati e sui Presidenti di Regione (apprezzati dal 41,2% e “bocciati” nel 47,4% dei casi).

Quindi passano l'esame solo i Presidenti, anche se quelli di Regione non è che possano ballare il trenino di Capodanno.

Negli Stati Uniti, Paese Federale che anch'esso si affida alla Democrazia Diretta, nel 2023 meno di un terzo della popolazione diceva di avere fiducia nel Congresso, quota che saliva a due terzi quanto a quella riposta nelle istituzioni governative locali.

Andiamo a vedere invece la Confederazione Svizzera, Paese che può ricordare molto il mondo che "Patto per il Nord" vorrebbe, dove i quattro maggiori partiti condividono l’arte del governare, come d’altronde è per lo più avvenuto a partire dal 1959, nella Confederazione la percezione della politica e delle istituzioni è più positiva di quanto si osservi nel contesto internazionale.

In un sondaggio realizzato in Svizzera nel novembre 2023, il 61,9% ha dichiarato di riporre molta o moderata fiducia nel Governo federale. Solo il 23,6% ha indicato poca o scarsa fiducia.

Quali saranno le motivazioni? Il benessere economico? La cultura politica, che fa sì che il Consiglio federale viaggi in treno come le persone comuni? Oppure c’entra la democrazia diretta? O tutti insieme questi ed altri fattori?

Fatto sta che la fiducia crea stabilità, e che la stabilità rende possibile la fiducia. Senza stabilità, non c’è fiducia. Ma in una democrazia stabilità non significa certo che sia impossibile introdurre cambiamenti.

Questo significa però che i meccanismi di funzionamento delle istituzioni politiche devono essere solidi e trasparenti. Fattore essenziale, d’altronde, perché una democrazia possa funzionare.

Laddove c’è fiducia, difficilmente si finisce per votare un partito che punta alla distruzione o al populismo. La fiducia diffusa nella società finisce, di fatto, per generare anche stabilità democratica.

Un altro sondaggio ha di recente mostrato che la maggioranza in Svizzera ritiene che il sistema elvetico, una parziale democrazia diretta, sarebbe il migliore del mondo. La popolazione partecipa al dibattito politico e nel farlo, impara a capire cosa significhi esattamente.

Spesso le votazioni popolari vengono apprezzate soprattutto per un loro peculiare aspetto: quel consentire un dibattito ampio nella popolazione su un determinato argomento, dibattito che poi condurrà a prendere una decisione. Come dire: che bello che ne abbiamo parlato ma ora, che sia la maggioranza a decidere.

Ma potrebbe anche essere proprio il contrario: la minoranza è in condizione di esplicitare il suo malcontento, e l’intero consesso sociale è tenuto a farci i conti. E se la proposta referendaria dovesse anche fallire, in ogni caso il Governo locale tenderà quanto meno a prestare maggiore attenzione a non commettere errori. Perché chi ha un’opinione differente è consapevole del suo diritto, è determinato a farne uso e sa bene che quel diritto è intoccabile.

Certo la formula elvetica è difficile da eguagliare visto il lungo rodaggio, ma non impossibile da imitare.

In Svizzera, il fattore fiducia è probabilmente così forte perché la popolazione è consapevole che la democrazia è una rete, della quale fanno parte a pieno titolo la cittadinanza e il Governo.

Questo significa anche che in Svizzera è diffuso il sentire che politica locale, cantonale e nazionale sono collegate. Chi ha fiducia nelle autorità locali, non è detto che per questo comprenda a pieno il funzionamento del Parlamento o dell’esecutivo federale. Ma è consapevole del fatto che il Governo locale è parte della stessa comunità. Il fattore fiducia alla svizzera è, insomma, un gioco di collaborazione che coinvolge tutti i livelli del vivere insieme.

Prendano esempio gli elettori del Nord Italia, della Padania, anziché eleggere i "cianfurini" che hanno votato finora eleggano i futuri candidati di "Patto per il Nord", gli unici che potranno portare stabilità e fiducia alle nostre amate Terre Padane!!!!

Giorgio Bargna

Tessera 0624

Patto per il Nord

Testo ispirato e supportato da questo articolo





SALONE DEL MOBILE, ORGOGLIO DEL NORD

 


Purtroppo Domenica 6 Aprile non potrò essere presente presso l'Hotel Cavalieri a Milano al Consiglio Federale di Patto per il Nord.

Mi recherò in un altra zona di Milano ad allestire lo stand dell'azienda per cui lavoro al Salone del Mobile.

E' un attività perenne per me che da oltre 45 anni lavoro nel campo del mobile, ancora oggi che sono un pensionato, non riesco a staccarmi da un grave difetto, l'amore per il lavoro.

Ma non siamo qui a parlare di me ma del Salone del Mobile di Milano, simbolo della laboriosità, dell'ingegno, della forza sia dei Brianzoli che dei Lombardi che dei Settentrionali in genere; sebbene al Salone sia presente anche il resto d'Italia e qualche straniero la forza trainante di questo evento sono le aziende del Nord.

Il Salone del Mobile di Milano è ormai tradizione, è ormai un simbolo, anche se negli anni ha vissuto diverse forme e sfaccettature, comprese date e location.

Per questo dono dobbiamo ringraziare il Cosmit (Comitato Organizzatore del Salone del Mobile Italiano) l'ente che ha ideato e organizzato il Salone Internazionale del Mobile di Milano.

Tra i più antichi comitati della realtà fieristica milanese, Cosmit è stato fondato nel 1960 per iniziativa di Tito Armellini e di un piccolo gruppo di mobilieri aderenti alla Federazione Italiana delle Industrie del legno e del sughero, poi FederlegnoArredo. Nel 1961 organizza il primo Salone del Mobile Italiano alla Fiera di Milano.

Nella foto che ho utilizzato ci sono tutti, i fondatori del Salone del Mobile: Michele Barovero, Alessandro Besana, Franco Cassina, Piero Dal Vera, Vittorio Dassi, Angelo De Baggis, Mario Dosi, Aldo Falcioni, Angelo Marelli, Silvano Montina, Mario Roncoroni, Vittorio Villa, Angelo Molteni.

Era il 1961. La delegazione Alta Italia della Federazione Italiana delle Industrie del Legno e del Sughero, diretta da Tito Armellini, aveva deciso di interpellare le 13 migliori aziende del mobile italiano. Perché? Semplice. Dopo il boom della ricostruzione, in Italia non si vendono più mobili, bisogna andare all’estero. Ma le aziende italiane sono ancora piccole, non ce la fanno da sole. Che fare? Unirsi per organizzare una fiera a Milano e richiamare così l’attenzione degli stranieri. Fare sistema, insomma. Il 24 settembre di quel lontano 1961, 50 anni fa, si inaugura la prima edizione del Salone nel Padiglioni 28 e 34 della vecchia Fiera Campionaria. In poco tempo il Salone del Mobile diventa punto di riferimento mondiale del settore Arredo. E strumento dell’industria, che trova così uno straordinario veicolo di promozione della sua produzione.

E' mio orgoglio personale che ci siano molti canturini tra questi nomi così come Cantù può vantarsi de "La Selettiva del Mobile".

Alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, la necessità di rinnovare la produzione, ancora legata al gusto classico, spinse le autorità canturine a bandire un Concorso Internazionale rivolto ad architetti e designer di tutto il mondo.

Organizzata in stretta collaborazione con la Triennale di Milano, la manifestazione si svolse con cadenza biennale dal 1955 al 1975 e, almeno nelle sue prime edizioni, riscosse un indiscusso successo internazionale.

Ma molte sono state le iniziative legate al Salone del Mobile.

Ricordiamo tra le altre le due biennali dedicate a settori specifici del design: EuroCucina nel ’74 ed EuroLuce nel ’76, l'Eimu dedicata agli arredi per l’ufficio per arrivare, attraverso il Salone Satellite, al "Fuori Salone".

Questo evento garantito fino al 2032 è, oltre che un simbolo, il DNA del Nord che ama il lavoro e lo sviluppa in ogni settore e sicuramente il Nuovo Stato Federale che "Patto per il Nord" porterà alla nascita lo saprà cullare e sviluppare.


L'IDENTITA' DEL NORD E' RAPPRESENTATA DALLA LABORIOSITA' E DAL CORAGGIO, ORA IL VOSTRO CORAGGIO DEVE ESSERE SOSTENERE E ALIMENTARE "PATTO PER IL NORD", SOSTENERE ED ALIMENTARE UN NORD LIBERO E SOSTENIBILE.


Giorgio Bargna

Tessera 0624

Patto per il Nord







venerdì 4 aprile 2025

RIARMIAMO IL FEDERALISMO

 

Dal principio degli anni 90 c'è un tema che accomuna la stragrande maggioranza dei cittadini del Nord Italia, ma anche molti del Sud: nel Sud coloro che credono nell'onestà dell'identità e aborrano l'idea dell'assistenzialismo e dell'assoggetazione alle mafie, al Nord chi sente la necessità di vivere una vita serena e sostenibile.


Il tema in questione è ,nel termine preciso, il Federalismo, ma comprende in esso l'Autonomia, la quale non può che essere alimentata dalla Democrazia Diretta; la Confederazione Svizzera è un esempio tanto vicino quanto funzionale.


Il tema è nato, ovviamente decenni prima, ma fu la Lega Nord, pur facendo a volte confusione anche a causa della Bossiana "tattica della legùra", a portare in rilievo il pensiero federalista. Grande fu anche il pensiero in merito di Gianfranco Miglio.


Il dibattito sul Federalismo, sull’Autonomia è una questione politica e culturale di primaria importanza, ma quella che sarebbe dovuta diventare una profonda riforma dello Stato è stata di proposito ridotta a una banale e impercettibile riorganizzazione burocratica. Si sono raffreddati gli animi di chi al Nord chiedeva più responsabilità e si montava la paura in chi viveva al Sud di perdere quelle elemosine con cui sopravviveva senza mai svilupparsi.


La Lega Nord ha nel tempo addirittura cancellato il vocabolo Nord per trasformarsi nel partito personale di un politico che ha al centro dei propri sogni politici lo Stretto di Messina. In realtà Salvini ha trasformato la Lega in un partito nazionalista, che parla di Stato, di Nazione che espone ogni tanto temi di estrema destra per differenziarsi dalla sinistra e per cercare un accoppiamento perverso e anche blasfemo a livello linguistico con Fratelli d'Italia. Ma forse è più semplicemente una questione di "cadreghin".


Dal referendum del 2017 (che ho sempre ritenuto un errore) la questione dell’Autonomia è stata ridotta a una mera operazione amministrativa, facendo arenare il dibattito, chi aveva creduto nella possibilità di una riforma reale dello Stato non è più riuscito a riprendere l’iniziativa politica.



Le riflessioni geo-politiche su territorio, identità, appartenenza e istituzioni sono state accantonate e la destra opportunamente torna a cavalcare il pensiero risorgimentale che è stato, non va dimenticato, uno dei progenitori dell'epoca fascista, volente o nolente che sia stata la causa. Negli Stati Federali e Democratico-diretti non esiste traccia di dittatura.




Ma oggi c'è ancora viva l'eredità di quel 30% di lombardoveneti e del resto dei Padani che sognavano un Nord libero ed indipendente ed ad alimentarla ci siamo noi del "Patto per il Nord".


Chi ci credeva allora e chi ci crede oggi non ha scelta: SI SCHIERI CON NOI!!!


Solo insieme potremo rivoluzionare lo stato dei fatti, mettere in disparte i despoti che succhiano il sangue ai Cittadini e dare un futuro migliore innanzitutto al Nord, ma anche al resto di quell'agglomerato di culture prevalentemente diverse chiamato Italia.


LIBERO NORD IN LIBERO STATO FEDERALE!!!!!


Giorgio Bargna, tessera 0624, Patto per il Nord














lunedì 31 marzo 2025

Complice della povertà o fautore del Nord sostenibile?


Le parole possono essere opinabili, i numeri assolutamente no, se sono corretti.

Facciamo una sintesi (prendo per buoni i dati forniti da una newsletter a cui sono iscritto) su i dati relativi alle Condizioni di vita e reddito delle famiglie (Anni 2023 – 2024) che ISTAT ha aggiornato pochi giorni fa.

Il 23,1% degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale, quindi 13.5 milioni di persone sono a rischio di povertà, in grave deprivazione materiale e sociale oppure a bassa intensità di lavoro.

Scopriamo anche che il 20% degli italiani lavora ricevendo un reddito che non consente una vita sostenibile e per rincarare la dose la riduzione media dei redditi in termini reali registra un meno 8.7% rispetto al 2007.

Ovviamente c'é un contraltare di persone ricche, ma c'é anche la cerniera che unisce i due estremi che comprende chi fatica, chi se la cavicchia e chi si lamenta.

Se vogliamo ci raccontiamo che i numeri sono drogati dal Sud e dal centro, ma ognuno di noi sa che sbarcare il lunario anche al Nord non è una passeggiata.




 




Allora, cittadino del Nord, chiedo a te se vuoi restare succube e complice di questa situazione oppure ti vuoi unire a "Patto per il Nord" e modificare lo stato di fatto?


Noi vogliamo un Nord federale e sostenibile, lo vuoi anche tu?

domenica 30 marzo 2025

Brianza, mezaluna fertil


Il percorso di chi insegue il sogno di un Nord indipendente si sa che è lungo.

N0n si tratta semplicemente di un percorso ideologico, ci sono fondamenta storiche e culturali.

Era il 31 Gennaio del 2008 che pubblicavo, su gentile concessione dell'autore, questo testo su un mio Blog ormai scomparso dalla rete. Per correttezza vi lascio anche il link originale.

El nòmm de la Brianza el proven del celtegh “Brià” (altura) che l’era anch el nòmm de la dea Bri, Bride, Brighitt, pussee mej cognossuda ‘me Briganzia.

El loeugh di Prealp lombard hann veduu el lor splendor intant el period de la civiltaa “autoctona” de Golasecca, che in quii dì d’incoeu l’è stada retrodatada attòrna el 1.500 a.C.
In di popol antigh celtegh, i tempi vegniven mess suu segond on prinzippi analògegh/simbòlegh, che gh’haa dent i coordinaa celesti in terra seguttand la simbologia lunar cont i sò 28 cà.
Còmm deven el center de la civiltaa Golasecca, che la và de la riva orientalla del Tisin finna al lach de Oggion, visin Lecch.
Di repert antigh de quista civiltaa a hinn staa trovà attòrna la cittaa de Còmm, in di sitt del lach Alserio, ne la piana de Erba (CO) e in tutt el loeugh di Prealp.
Ona particolaritaa che la salta ai oeugg l’è che di giesett di ona manciada de meter quader, spanduu in del sitt del lach de Còmm, hinn tucc fà dedica a San Peder: la fondazion di quist hinn Longobard.
Questa dedica, per analogia, la se ripòrta a la Preja alchemica, segond ona disposizion a fòrma de “mezzaluna fertil”, che rappresenta la divinitaa Bride incarnada in terra.
Fertil, perchè Bride l’è la divinitaa la pussee venerada in quij sitt chì, lee che la nudr e scionsgia la terra e la Natura tutta.
Per fa on presempi, ciappom la gesa a Gemonio, fondada del Liutprando in del VIII secol; San Peder de Albes (Cassano), fondada in del 1000 d.C.; San Peder al Mont a Civaa fondada del Desiderio in del 706; Agliate arent Galliano, a la fin del X secolo; a Gallaraa, in del 1000.
Gh'emm de fa nòta, impunemanch, che tutt 'ste gesett hinn trà suu sora di templi arcaich, antecedent, ciamaa “Nemeton”, “loeugh sacher”, che gh'hann origin in de l'etaa de la cultura de Golasecca, dedicaa a Belisama, dea celtega de la fertilitaa.
Se mettom assema immaginariament i pont cont ona linea filà, vegn foeura la figura de la mezzaluna, center de gran poder che cascia calor. Questa mezzaluna la cress, e l'è ona simbologia ermetica, alchemica.
Mezz per la “palingenes umana”, che la se manifesta in del zinivej, vers la condizion de Lunna Piena.
La Preja alchemica, inscì, simbol di Acque primordiai, che hinn calà in terra in tucc quij lach che vedom in questa mezzaluna: el lach de Còmm – Vares – Alserio – Segrino – Oggion – Annone.

Considerato che il Nord è abitato da molti autoctoni che conoscono poco il loro dialetto e da molti fratelli che arrivando da altre lande possono condividere i concetti ma non essere eccelsi nell'espressione dialettale allego la traduzione del testo

La Brianza deve il suo nome all’antico celtico Brià – derivante dalla divinità più importante che è appunto Bri, Bride, Brighitt, o meglio nota come Briganzia. La zona submontana lombarda ha visto il suo splendore durante il periodo della civiltà di Golasecca, retrodatata recentemente da approfonditi studi, attorno al 1.300 a.C.

Presso gli antichi Celti, i templi, le cappelle votive, venivano costruite secondo un principio analogico/simbolico, che riporta le coordinate celesti in terra seguendo la simbologia lunare con le sue 28 dimore.

Como diventa il centro della civiltà di Golasecca, che si estende dalla sponda orientale del Ticino ed arriva fino al lago di Oggiono, vicino a Lecco.

Alcuni reperti antichi di tale civiltà si sono ritrovati attorno alla città di Como, nei dintorni del lago Alserio, nella pianura di Erba ed in tutta la zona submontana.

Una delle singolarità che risalta subito all’occhio è data dalle chiesette di pochi metri quadri sparsi per tutto il territorio sub-montano, dedicate tutte a S. Pietro: la fondazione per la maggior parte di queste risale ai Longobardi.

Tale dedica per analogia si riferisce alla Pietra alchemica, quindi secondo questo concetto le chiese così disposte formano la "mezzaluna fertile" che rappresenta la divinità Brighid incarnata in terra. Fertile, perché è quella divinità che più di altre si venera e perché è colei che nutre e arricchisce la terra e tutta la Natura.

Per fare un esempio citiamo la chiesa a Gemonio, fondata da Liutprando nel VIII secolo; S.Pietro di Albese, in località Cassano, fondata nel 1000 d.C.; S.Pietro al Monte a Civate fondata da Desiderio risalente al 706; Agliate vicino a Galliano, celebre per la sua cripta ad oratorio, la cui costruzione risale alla fine del X secolo; a Gallarate, nel centro, risalente all’anno 1000.

Si noti, comunque, che tutte queste chiesette furono costruite sopra templi antecedenti, e più precisamente "Nemeton", ossia "luogo sacro", risalenti appunto all’età della civiltà di Golasecca, tutte dedicate alla divinità Belisama.

Se si uniscono immaginariamente i punti con una linea continua, si ottiene la figura della mezzaluna, centro di alto potere calorifico. Tale mezzaluna è crescente, chiara simbologiaermetica, chiara per chi è profondo nella conoscenza alchemica.

È il mezzo necessario alla palingenesi umana, quale può essere il cervello, nella sua fasedi crescenza, verso la condizione di Luna Piena.

La Pietra alchemica, quindi, simbolo vitale della Acque primordiali.

Le Acque primordiali sono identificate in tutti quei laghetti che si incontrano nell’arco diquesta mezzaluna: il lago di Varese – Alserio – Segrino – Oggiono – Annone