sabato 6 settembre 2025

MENTRE IL CASTELLO CROLLA, IL SOGNO DIVAMPA

 


El diseva ul me Pàa: "quant la melma la riva ai calcagn o che la spuza o che la fa dagn".

Oggi la maleodoranza della situazione e le caviglie bagnate stazionano in Via Bellerio.

Le mura del fortino stanno cedendo e si stanno cercando le contromisure. 

In questa situazione la Salvini Premier torna improvvisamente a parlare di Nord, a parlare, a fini elettorali di Autonomia (tema in cui non ha mai creduto ma che ha sempre spacciato al suo elettorato),proprio mentre viene accerchiata a 360° sulla questione Ponte sullo Stretto.

Attaccando l'uomo che sta guidando l'armata "Patto per il Nord" si accusano Grimoldi ed altri di essere dei trombati in cerca di vendetta. 

Fatto salvo che Grimoldi è stato l'ultimo Segretario eletto della Lega Lombarda prima che Salvini commissariasse ogni angolo della Lega, qui non c' è in atto nessuna vendetta, ma bensì la rinascita di un sogno tradito. 

Dobbiamo ringraziare Salvini per questo, perché è stato proprio lui, con le sue scelte sconsiderate, con il suo abbandono della cura del Nord, con le sue ciliegie mangiate in TV a spingere chi già da decenni aveva abbandonato la Lega e chi come me, pur non essendo mai stato leghista è fermamente autonomista, indipendentista ma soprattutto coerente con i propri ideali.

Il risultato lo si vede ogni weekend attraverso i nostri gazebo sparsi per tutto il Nord, lo si vede dalla rinascita di partecipazione che ha portato centinaia di persone ad unirsi al "Patto".

Sabato 13 Settembre 2025, attraverso le centinaia di gazebi, che saranno presenti in più di cinquanta province, le mura del castello salviniano subiranno un altro duro scossone e da qui in avanti quando si parlerà di trombati, Salvini dovrà stare attento che non si parli di lui!!!


Per il Nord, Noi 

Giorgio Bargna

Patto per il Nord Como

lunedì 1 settembre 2025

NELLA DIFFERENZA TRA LE STRUTTURE FEDERALI E LE ELARGIZIONI PASSA IL FUTURO DEL NORD

 


Davanti all'imminente nuovo anno scolastico le solite affermazioni: più continuità didattica grazie a organici stabili e cattedre coperte anche nelle aree in sofferenza, soprattutto al Nord, dove la carenza di insegnanti resta cronica.

Il ministro Valditara, ha annunciato  l’inserimento del personale della scuola nel Piano Casa, intervento che prevede “benefit importanti” per i docenti disposti a trasferirsi interregionalmente verso Lombardia e Veneto, così da ridurre le rinunce alle immissioni in ruolo e favorire la mobilità territoriale.

Riflessione: perché da decenni si sposta personale anziché cercare di incentivare gli abitanti del nord a questa professione? Soprattutto in questo periodo di vacche magre.

Il nostro sistema distribuito su scala nazionale fa si che il reclutamento tramite graduatorie fa sì che i docenti vengano assegnati in base alle disponibilità delle cattedre, che spesso si trovano in luoghi lontani dalla loro residenza. E allora non sarebbe meglio ridimensionare tutto a livello Regionale? E' ovvio che dalle zone depresse ci si sposti, nelle aree più agiate gli insegnanti si dirigono verso le scuole private o altre professioni.

Nel quadro politico delineato da Palazzo Chigi e Mit, l’obiettivo è ampliare l’offerta di abitazioni a prezzi calmierati nelle grandi città e nei territori a forte tensione abitativa, con una platea che includa giovani coppie, famiglie numerose e, nella proposta di Valditara, anche il personale scolastico fuori sede.
Il Ministro ha inoltre affermato che nei futuri progetti di edilizia residenziale sociale verranno desinati alloggi a prezzi calmierati anche ai professionisti della scuola, con particolare attenzione a quanti si trasferiscono.

Lo stipendio di un insegnante italiano dipende dall'anzianità di servizio, dal tipo di scuola in cui si insegna e dal titolo di studio, ma si può stimare un range tra i 1.350 e i 1.960 euro netti al mese per un docente a tempo in base al contratto nazionale. Non stiamo parlando di una categoria più povera delle altre, nei centri commerciali e nelle fabbriche di molti settori a volte si fatica a raggiungere i 900 euro.

Va aggiunto inoltre che le agevolazioni per i dipendenti statali nel 2025 includono un bonus integrativo sulla retribuzione per redditi fino a 20.000 euro, accessibile tramite i dati disponibili nell'sistema Noipa e erogato in busta paga a giugno 2025, oltre a vantaggi sul mercato del credito tramite la convenzione INPS che offre mutui a tassi agevolati e la possibilità di richiedere prestiti annuali e biennali con la trattenuta diretta sullo stipendio. Sono inoltre disponibili agevolazioni per la formazione, come il progetto "PA 110 e lode", e benefici per i figli attraverso il fondo gestione creditizia e sociale INPS, che offre borse di studio, voucher per soggiorni estivi e altri contributi. 

Quindi traiamo due conclusioni finali.

La prima parte da un dato di fatto. Sappiamo tutti che l'Italia è disseminata di "alloggi popolari",
appartamenti pubblici sfitti, molti da ristrutturare e riassegnare, mentre si assiste ad un progressivo
calo rispetto agli anni passati delle domande presentate da nuclei indigenti. Allora perché anziché elargire sovvenzioni a raffica non si punta alla ristrutturazione ed all'utilizzo di questi? Viene il dubbio, direi legittimo, che sia più conveniente l'elargizione di sovvenzioni ed il dono  di agevolazioni ai dipendenti statali nel tentativo di renderli bacino di voto per i "partiti tradizionali".

La seconda conclusione porta a chiedersi perché non venga organizzato il mondo della scuola e di altri settori su scala regionale come avviene ad esempio in Svizzera?

Il sistema scolastico, ma non solo quello, svizzero è decentralizzato e federalistico, con l'organizzazione dell'istruzione obbligatoria di competenza dei Cantoni e la gestione quotidiana affidata ai Comuni. Ogni Cantone ha la propria autonomia nell'organizzazione del sistema scolastico, garantendo un'istruzione di alta qualità. ed i docenti "fuori sede" affrontano in forma pressoché totale uno spostamento di pochi chilometri.
Qui ovviamente la risposta è ovvia. Lo Stato Italiano è accentratore e despota e mai lascerebbe agli enti locali la possibilità di governarsi in proprio.

Ecco, la risposta, la filosofia di "Patto per il Nord" è diametralmente opposta e si vota alla Democrazia di stampo federale che ha reso Paesi ricchi Svizzera e Germania, per fare solo due esempi.

Giorgio Bargna
Patto per il Nord Como