Dopo essermi allegramente disinteressato e pigramente
informato sul web, al momento del dunque mi sono attivato e ho finalmente
partecipato ad una serata "dal vivo" riguardante il tema della
modifica costituzionale che voteremo, tramite referendum CONFERMATIVO, il 4 dicembre.
Diciamolo subito votare una modifica costituzionale che è
passata in Parlamento a colpi di maggioranza e per dettato del Governo (e non è
la prima volta che questa area politica lo fa), senza un dibattito che
coinvolgesse il Cittadino, già per me, per il mio concetto politico, significa
barrare NO.
Si tratta poi di una riforma sostanzialmente illegittima
visto che è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (
Porcellum ) dichiarata “parzialmente”
incostituzionale dalla Corte competente e della quale ha dichiarato la
scandalosità addirittura il promotore Calderoli, definendola una porcata.
Sapere che nascerà un fantasioso "Senato" di cui
si conoscono al momento gli attori ma non la forma in cui verranno "eletti"
(e non dai cittadini, ma da una risma di politicanti) conferma il mio NO.
Sapere che questo "Senato" sarà composto da
Sindaci e Consiglieri Regionali che non avranno renumerazione (anche se
sicuramente verranno “rimborsati”) poi
conferma ancora di più il NO. Non si
tratta tanto del “problema economico”, non tanto per i soldi, che hanno la loro
importanza ed il loro stimolo e che comunque verranno elargiti sotto altra
forma, ma perché, pur non conoscendo gli impegni di un Consigliere Regionale,
conosco bene quelli di un Sindaco e sinceramente non capisco come possa farcela
senza avere il dono dell'ubiquità. Certo Sindaci e Consiglieri regionali “di fiducia” sarebbero un bell’avvallo
per Governo e Camera dei Deputati.
Poi scopro che una volta varata una legge dalla
"Camera" si hanno al massimo, da parte del "Senato", 15 giorni per far presente qualche
proposta di modifica, che però non ha alcun valore pratico senza l'accoglimento positivo da parte della "Camera",
ma per quanto citato poche righe orsono ciò è un problema solo teorico.
Da democratico poi mi urta sapere che una forza che
raggiunge il 20% dei voti rischi di governare con maggioranza assoluta, potendosi
permettere qualsiasi cosa, si tratta del rischio del fascismo barattato con la governabilità e l'accentramento dei
poteri; questo perché è prevista
l’approvazione a data certa dei disegni di legge mentre questa «corsia
preferenziale» non è contemplata per le leggi di iniziativa parlamentare. Così
il governo monopolizza l’attività legislativa del Parlamento.
La nuova legge elettorale e la riforma costituzionale sono
connesse, potrebbe anche essere accettabile che se al primo turno una lista
supera il 40% e ottiene il premio di maggioranza, molto meno lo è che chi vince
al ballottaggio, anche di un solo voto, governi grazie ad un vero premio “di minoranza”. Questo è un meccanismo accettabile su base comunale, che
anzi paga, ma a livello nazionale è un rischio troppo pesante, soprattutto in
una nazione dove la classe dirigente ha accettato senza far partire querele un
libro intitolato “La casta”.
I promotori del si citano tra le magagne da risolvere i ritardi causati dalle “navette” tra le
Camere, vero in parte, ma solo a causa di volontà politiche: la modifica costituzionale
dell’articolo 81 (pareggio di bilancio) è stata fatta in poco più di tre mesi.
Ora poi spiego perché da persona che si ritiene autonomista,
localista e fautrice della democrazia diretta non vi può essere come risposta che un SECCO NO!!!
Negli anni si era presa una via politica che portasse verso
il Federalismo ed il decentramento dei poteri, anche se nei fatti praticamente
nulla si è concretizzato, ora si è
deviato in direzione opposta. Quel minimo di legislazione concorrente che fu
data alle regioni è stata cancellata, le Province vengono eliminate anziché
sviluppate e ristrutturate e sui Comuni si vuole imporre la scelta statale
sull'utilizzo dei fondi disponibili; con il pretesto della stabilità, il
Governo cercherà solo di rendere stabili gli interessi dei suoi componenti
e la loro permanenza al potere.
È una
riforma legittima?
NO,
perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale
(Porcellum) di cui abbiamo detto qualche riga sopra
Garantisce
la sovranità popolare?
NO,
perché insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata espropria la sovranità al popolo e la
consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza
si impossessa di tutti i poteri.
Inoltre triplica da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa
popolare. Ora è notorio che praticamente mai nessuna legge ad iniziativa
popolare sia mai stata approvata, chi vuole una riforma su questo agisce in
modo diametralmente opposto da quello proposto.
Per la richiesta di
referendum abrogativo le firme richieste aumentano da 500 mila a 800 mila.
Si
risparmia sui costi del Parlamento?
Si dice che verrebbero risparmiati 50 milioni di euro per
ogni esercizio annuale del Senato, ovvero quanto costa un solo aereo F35
ordinato dalla Difesa.
Diminuiscono i senatori ma la struttura del Senato rimane
tale e quale i costi del Senato, previsti dalla riforma, sono ridotti solo di
meno di un quinto. Permangono invariati i costi della struttura
burocratico-organizzativa del Senato come istituto. Gli emolumenti riguardanti
i senatori sono sostituiti dalle diarie e dai rimborsi per i viaggi e le
permanenze a Roma dei delegati delle Regioni e dei Comuni.
La soluzione, semmai, se si puntava a risparmiare, era
quella di tagliare i parlamentari che sono all’incirca 915,
trasformandoli magari in parlamentari di milizia, pagati solo in caso di lavoro
reale.
Andate a scaricarvi l’opuscolo intitolato NUOVA
COSTITUZIONE RENZI-BOSCHI.
Scoprirete che consiste in una quarantina di articoli. Alcuni riguardano
innovazioni che potremo chiamare OPERATIVE della Camera, con un obiettivo ben
preciso, ridurre al minimo qualunque tipo di opposizione nella maggioranza e
della minoranza.
Altri riguardano innovazioni OPERATIVE del nuovo Senato, con
un obbiettivo ben preciso, inviare al nuovo Senato pochi rappresentanti delle
Regioni, scelti tra i fidati e con capacità operative non solo limitate, ma
rapidamente stoppabili per decisione di chi governa.
Scoprirete che l’ articolo 8 ribadisce un concetto
determinante per la salvezza dell’Italia “…..il mandato parlamentare non è
assolutamente impegnativo”, il che significa che gli eletti si possono
rimangiare quanto promesso in sede elettorale e navigare dall’uno all’altro
schieramento secondo le proprie personali convenienze.
Scoprirete tramite l’ articolo 15 che la Legge è calibrata
proprio per evitare sconfitte come quella dell’ultimo referendum sulle
perforazioni. Viene elevato il numero dei proponenti abolizioni di Leggi in
modo che oltre ad infischiarsene dei risultati dei Referendum riducono il
rischio che aumenti il numero delle Consultazioni popolari perché anche solo
dai risultati potrebbe apparire un cenno
di scontento da parte di quegli “stupidi” elettori.
Naturalmente sempre più valido il principio “niente referendum sui soldi e sui trattati
internazionali ”
Scoprirete che dall’articolo 17 a salire si troveranno:
a) variazione della procedura relativa alla “dichiarazione
dello stato di guerra”
b) abolizione delle Provincie, senza porsi il problema a
monte di chi e in che modo sopperirà alla loro dipartita. Si cancellano delle
competenze senza prima avere idea di come ridestribuirle.
c) abolizione della democrazia, perché la democrazia è un
bel concetto, ma se possibile facciamone a meno. Quindi se qualche
parlamentare, se qualche commissione, se qualsiasi organo fosse di un intralcio
imbarazzate ecco che il Governo si assume il potere di portare viail pallone a
questi “bimbi biricchini, compreso la possibilità di un intervento diretto per
togliere o modificare oltre a quelle nazionali anche le leggi regionali.
d) abolizione dell’autonomia economica locale, lo Stato,
sempre più affamato e sempre più costoso nella propria autoreferenzialità, può
avocarsi le tasse locali alla faccia dei cittadini, dei Comuni, delle ex
Provincie e delle Regioni
e) abolizione dei controlli, tramite variazione operativa
della Corte Costituzionale. Troppi soloni impediscono azioni veloci, quindi è
sembrato logico a questi “illuminati
padri costituenti”. mettergli un po’ di ulteriori impedimenti in mezzo ai
piedi.
Quanto descritto è basato sui miei pensieri, su quanto mi è
stato illustrato dall’Avv. Vincenzo Latorraca, su quanto mi ha permesso di
documentarmi tramite internet.
Lo scritto è basato in parte su mie parole, in parte su quanto letto in un testo del Comitato Costitueni per il No in parte su
quanto descritto in un articolo esemplificativo che trovate a questo link.
Grazie della lettura,
Giorgio Bargna