Alcuni di voi (forse) si saranno chiesti come mai non ho
postato nulla sul 25 aprile; la risposta, anzi le risposte, sono due. Due
risposte di carattere completamente diverso tra loro.
La prima motivazione è semplice (e futile, forse, allo
stesso tempo), lo avete fatto in molti, una voce in più non sarebbe di certo
servita a molto; poi credo sia già chiaro a tutti che mi riconosco pienamente
nella democrazia, che aborro fortemente ogni traccia di forma dittatorale. La
seconda è un pochino più profonda, più critica, come nello stile che sempre mi
ha contraddistinto nella vita (non solo politica), facendo spesso piazza pulita
intorno a me.
Rinuncio a gridare “evviva” a questa nostra democrazia, non
perchè la disconosca, ma per alcune sue latitanze, anche estreme se vogliamo.
Non dico certo che in Italia ci siano restrizioni strette e limitative della
libertà personale…anzi… ma lo stato ci toglie molto. Questa casta costretta
ogni giorno ad autofinanziarsi per sopravvivere ci lede dei diritti, che in genere
non vengono classificati primari nei proclami, ma che nella vita di ognuno sono
essenziali.
Ecco, io, ad esempio, non posso gridare “w l’Italia” quando
la sera devo accompagnare mia moglie a fare del volontariato a scuola,
accompagnarla perchè il semplice attraversare un paese di periferia, tra
l’altro non estrema, è diventato insidioso, se non pericolosamente estremo.
Non posso gridare “evviva”, quando entro con mio figlio in
un ospedale e non ho la certezza che ne uscirà guarito, vista la mancanza dei
mezzi a disposizione delle strutture…io di strutture, poi, conosco quelle
lombarde, a detta di molti tra le migliori…non oso immaginare l’affanno di un
padre calabrese quando porta il figlio in ospedale.
Non posso gridare evviva quando vedo anziani che hanno
faticato una vita, vivere tra la fame e gli stenti….e mi fermo qui con la
lista, che potrebbe essere molto più lunga.
Un giorno a forza di provarci apriremo la strada ad una
nuova repubblica, basata sui Liberi Comuni e sulla Democrazia Diretta, libera dalla casta e vicina al cittadino.
Un giorno forse questo avverrà…quel giorno sarà un nuovo 25
aprile.
Giorgio Bargna.