sabato 10 gennaio 2015

(Effetto) Domino

Quando ho aperto il foglio intendevo scrivere di immigrazione, sulla scia di quanto avvenuto a Parigi poi, pensando da sempre che certi fenomeni non siamo per nulla svincolati da altri, ho deciso di dare più ampio respiro alle riflessioni allargando il tutto anche verso alti temi che possiamo collegare al primo.

Basta “guardarsi in torno” per scolpire chiaro nelle nostre cortecce cerebrali il convincimento che l’Italia probabilmente non vedrà mai la rivoluzione e neppure delle serie riforme. Ad ognuno di noi è capitato almeno una volta di “assaporarsi” un immagine che immortalava prestigiosi uomini politici mescolati con palazzinari, mafiosi d'alto bordo, giornalisti mezzani, direttori nominati di reti televisive, puttane e parassiti di ogni fronda. Osservare un parlamentare all’interno di questo insieme può semplicemente portare ad una sola conclusione: gli strali lanciati contro la mafia ed il malaffare, le polemiche debordanti, gli scontri dialetticamente cruenti che ogni giorno ci vengono propinati altro non sono che il “teatrino della politica”, l’esecuzione artistica della parodia della politica…ma la via è concretezza e questo cancro sta divorando il Paese attraverso delle metastasi devastanti che possiamo identificare tranquillamente nel clientelismo, nella burocrazia, nel parassitismo e nella corruzione, nella mentalità mafiosa diffusa e capillare che ritroviamo ormai presenti in ogni scenario delle nostre vite.

Ho tradotto in mie considerazioni quanto scritto da Massimo Fini, ho disegnate nella mia mente queste immagini da quando ero un bambino, ho visto passare sotto i miei occhi “Tangentopoli”, ora assisto ancor più esterrefatto agli eventi di “Roma Capitale” e gli sviluppi successivi.

Scriveva recentemente Massimo Fini sugli ultimi eventi:
Da allora e dalla successiva Tangentopoli nulla è cambiato. Se non in peggio. Se prima era la politica corrotta e corruttibile a comandare, adesso deve ubbidire alla criminalità cui si è intrecciata. Siamo governati dalla banda della Magliana. E non poteva che finire così. Perché una classe dirigente interamente corrotta, se in questo termine facciamo rientrare anche il clientelismo, il parassitismo, la mentalità mafiosa di cui parlavo in quel lontano articolo del 1979, non poteva combattere il sistema del malaffare senza scavarsi la fossa sotto i piedi”.
Io sono convinto che la malavita, quella seria, non quella dei ladri di polli, abbia sempre compartecipato alla direzione della danza, magari sotto mentite spoglie, che essa non sia una conseguenza, ma una delle concause.

L’Italia probabilmente non vedrà mai la rivoluzione e neppure delle serie riforme poiché il massimo boato dell’italiano onesto è stato un approccio timido ai voti verso movimenti alternativi (a seconda delle fasi Lega e M5S) ed ora l’astensionismo che seppure è un messaggio importante non ha gli effetti di una ribellione. Ma in fondo, senza una rivoluzione di tipo culturale antecedente, è meglio che non vi sia una rivoluzione pratica.

Che si arrivasse a questo stato di fatto poteva essere logico? Elaboro il concetto prendendo sempre spunto da Fini e lo dettaglio con la mia visuale.

La democrazia trova il proprio punto debole nella sua massima espressione: la scelta da parte dei cittadini dei propri rappresentanti. Nelle idee dell’integralismo democratico si contemplava che si dovessero scegliere semplicemente dei singoli individui in rappresentanza, ma la presenza pressoché immediata dei partiti ha annullato di fatto questa prerogativa; i singoli individui quindi sono stati soverchiati dalle oligarchie. Va tenuta in considerazione un’ altra variabile della situazione: la competizione elettorale obbliga il partito a prendere delle scelte non sempre dello stampo migliore; sostanzialmente, almeno per quanto riguarda il consenso, in parte la politica si lascia guidare dagli umori degli elettori.

Avendo necessità di finanziamento i partiti sono diventati ben presto preda della corruzione e come dettaglia Fini:
Paesi di frontiera fra Est e Ovest, i suoi partiti sono stati finanziati per decenni da potenze straniere, Dc e Psdi dagli americani, il Pci dall'Urss. Restavano fuori i socialisti che non a caso saranno i più assatanati durante l'epopea di Tangentopoli. In seguito, illanguidendosi quei finanziamenti esteri, lo scenario cambia”.

Descrive Fini, a suo avviso, l’ultima parte della corruzione in Italia: “Nemmeno l'avvertimento di Mani Pulite è servito ai partiti per emendarsi. Al contrario, ci hanno messo pochi anni a trasformare i ladri in vittime e la Magistratura nel bersaglio preferito. Del resto una classe partitica interamente corrotta, al 100% se nel termine facciamo rientrare anche il clientelismo, il familismo, la mentalità intimamente mafiosa, non poteva combattere seriamente la corruzione senza scavarsi la fossa sotto i piedi. E così arriviamo alla quarta fase, all'oggi. Ma con una differenza di non poco conto che è stata sottolineata da tutti. Se prima era la politica corrotta e corruttibile a dirigere le danze, adesso deve ubbidire alla criminalità cui si è strettamente intrecciata. Non solo a Roma ma in tutte le regioni del Paese e quindi nell'Italia intera, noi siamo governati non da coloro che formalmente rappresentano le Istituzioni, ma da una qualche 'banda della Magliana' ”.

Scrivevo all’inizio che l’Italia probabilmente non vedrà mai la rivoluzione e neppure delle serie riforme; possiamo darci una speranza? Solo se lo vogliamo con tutte le nostre forze e le nostre capacità, la nostra onestà individuale.

Troppi tra noi hanno presunzione di onestà intellettuale ritenendosi, di fatto, vittime del sistema ed addossando in toto le colpe ai politici, ai fannulloni ed in genere al proprio prossimo; troppi non avvertono la necessità, il dovere, di essere attori nell’attuazione di cambiamenti personali di grande entità, troppi non avvertono alcun senso di colpa dinanzi allo scempio a cui assistiamo.

Di questo passo, con queste convinzioni, non si uscirà mai da questo obbrobrio, la colpa è anche e forse soprattutto di milioni di persone ignare di averlo determinato con le proprie azioni viziose. Tra questi soggetti ci sono stato (in parte ci sono ancora) io e ci sei, molto probabilmente, anche tu che in questo frangente stai leggendo. Ho parlato anche di me, non sono immune, ma oggi se vogliamo cambiare insieme mi sento autorizzato ad inquadrare soprattutto te affinché tu non ti senta autorizzato a stare alla finestra a guardare.

Avendo noi, di fatto, consentito lo sviluppo di questa situazione critica sta a noi, a me e a te, costruire la soluzione! Non sono richieste grandi cose, solo di fare ciascuno una piccola parte. Non occorre poi chissà cosa, volendo si può partire anche semplicemente da quanto indico qui per poi andare, volendo, oltre tramite un vero impegno socio-culturale.

Direi che già mi sono dilungato parecchio, scriveremo e leggeremo prossimamente magari di istruzione, di immigrazione e di lavoro e delle paure che conseguono a questi due ultimi temi citati che spesso viaggiano collegati.

(continua)