Due sono i nodi
fondamentali, che risaltano, di questo fantozziano tentativo di revisione costituzionale : l’ipotetica
abolizione del bicameralismo perfetto e
l’ ipotetica revisione del Titolo Quinto della Parte Seconda della
Costituzione
.
Sinceramente, è
noto a tutti coloro che mi conoscono, non amo certo questo assetto
socio-politico-economico, ma non per questo rimarrò seduto ad assistere ad un
ulteriore aggravamento della situazione.
Dietro al
superamento del bicameralismo si cela maldestramente la modificazione della forma di governo
tendendo verso la deriva totalitaria , la revisione del Titolo Quinto di fatto
chiude del tutto quel mai concretizzato percorso che tendeva alla autonomia ed
alla devoluzione.
Un localista non
può, fosse già solo che per questo, che votare NO. Votare NO ad un accentramento
statalista a danno delle Regioni (ma di fatto anche a danno di ogni ente
locale) ed ad un accentramento del
potere nelle mani dell’esecutivo, a danno dei cittadini e della rappresentanza
parlamentare.
La battaglia è
fondamentale e laddove non è riuscito il Parlamento tocca al popolo farlo
attraverso lo strumento referendario.
Della poca
onestà intellettuale di chi sta gestendo questo percorso (e fermiamoci a
questa) ne abbiamo ogni giorno dimostrazione.
Nei Paesi civili
come la Svizzera, in caso di referendum, i cittadini ricevono a casa il testo
su cui saranno chiamati a esprimersi per votare con una informazione adeguata.
Di conseguenza si aprono le porte a discussioni tra elettori vivaci e piene di
verità. Da noi invece sempre e solo i soliti noti che portano avanti una
propaganda mediatica di regime. Inoltre si diffonde sempre più forte il
classico verbo piddino che “chi è contro è
un truglodita” detto nelle più svariate forme.
E’ lampante
questo referendum mira a distruggere l’ultimo ostacolo per la realizzazione
completa di un nuovo ordine economico e sociale che vede l’accentramento della
ricchezza nelle mani di pochi speculatori finanziari e la completa
subordinazione dei lavoratori ai voleri di questi.
Il bicameralismo
partorito creerà da un lato un Senato di fidati eletti direttamente dai partiti
(anzi dal partito) e dall’altro una Camera che, per effetto del ballottaggio,
potrebbe anche essere stata votata solo dal 25 per cento dei votanti e dal 15
per cento degli aventi diritto al voto. Con una forza di voto di tali
dimensioni sarà gioco facile per un
Esecutivo forte (come quello previsto dalla riforma costituzionale) modificare
anche la prima parte della Costituzione, nella quale sono affermati i diritti
fondamentali dell’uomo: il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il
diritto all’ambiente, e così via dicendo. Il tutto passando da due Camere
sicure che eviteranno altri passaggi referendari.
Prendo a
prestito le parole non di un leader antagonista od anarchico ma di Paolo
Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale.
“ In pratica la riforma attua in pieno, come
sottolinea giustamente Becchi, quanto chiesto in una nota lettera della JP
Morgan, secondo la quale devono scomparire le Costituzioni del dopoguerra dei
Paesi del sud Europa, caratterizzate da un risentimento antifascista. (…) Negli
Inganni della finanza è spiegato il meccanismo al quale sono ricorsi, con un
colpo di genio, i finanzieri per acquisire una ricchezza che li ha già resi
padroni della politica mondiale. (…) Il far valere come danaro contante il
danaro fittizio è stato foriero di fallimenti e di disastri finanziari ed
economici, e ora le banche, che hanno occupato tutte le istituzioni nazionali
(le banche centrali nazionali sono formate da banche private), europee (la BCE
è formata da 19 banche centrali private) e internazionali (Banca mondiale e
Fondo monetario internazionale sono formate dalle più grandi banche private
mondiali), tentano di scaricare sui popoli gli effetti dello loro malefatte. Ne
è un esempio eclatante il “bail in”. Di fatto, il citato “meccanismo”
(creazione del danaro dal nulla, privatizzazioni e svendite) inventato dalla
finanza (che peraltro il pensiero unico dominante del neoliberismo fa passare
come un dato naturale ineliminabile mentre è una pura invenzione contro
natura), unito al principio europeo del “pareggio di bilancio”, e costringe i
Paesi del sud Europa, e principalmente l’Italia, a “privatizzare” industrie,
demani e territori e a “svenderli” a privati, pur di ottenere qualche piccola
somma di danaro per illudersi di diminuire il nostro colossale debito pubblico.
Di fatto, ciò che si ottiene è disoccupazione, recessione, miseria e, in fine,
la svendita totale del territorio, in modo da ridurci come gli Ebrei sotto la
schiavitù di Babilonia. Il disegno è chiaro e inconfutabile. Di qui l’obbligo
di votare NO al referendum costituzionale. Lo impone l’art. 52 della
Costituzione secondo il quale “difendere la Patria è dovere sacro del cittadino”.
Qui non si tratta di una modifica puramente formale, qui si tende a trasformare
la democrazia parlamentare in uno Stato presidenzialista, ottuso esecutore
degli ordini della finanza europea e internazionale. Sono in gioco la
sopravvivenza degli Stati nazionali, la nostra vita e la vita dei nostri figli.”
Scrivevo qualche
paragrafo fa che non amo certo questo assetto socio-politico-economico, ma non
per questo rimarrò seduto ad assistere ad un ulteriore aggravamento della
situazione.
Renzi & Co.
vorrebbero venderci questa “sola” quale “cambiamento in meglio”. Ma essi sono
discepoli, se non soci di fatto, dei vari Amato, Prodi, Monti e compagnia
cantante, gente che ci ha imposto riforme di ogni genere e grado, dalle
pensioni alla scuola, dal fisco al lavoro, riforme rigorosamente peggiorative.
O non conosco pensionato, studente, contribuente e dipendente che ne abbia
tratto vantaggio…e allora perché dovrei fidarmi di lorsignori? E perché
soprattutto mi dovrei fidare visto che questa riforma è sostenuta (cito Michele
Rallo) dal “tifo” sfegatato con cui ne invocano l’approvazione tutti i nostri
nemici: dai burocrati di Bruxelles agli strozzini di Wall Street, dai figli di
troika ai mercenari di Obama.
Esiste anche poi
un ragionamento da cui Renzi sta cercando di sottrarsi. Questa è volontà
politica e se al Referendum vince il NO il ragazzo DEVE sparire.
Lorsignori, da
soli, hanno fatto si che quello del 4 dicembre sia anche e soprattutto un
referendum pro o contro Renzi. Pro o contro questo modo di intendere la
politica e la democrazia. Pro o contro (visto che non ci è concesso referendum
su questo tema) l’Europa, l’Euro, pro o
contro le politiche partorite a Bruxelless.
Mi fermo qui,
ribadendo i miei NO, alla sola analisi sociopolitica, ma non è detto che non
provi, da qui al voto, magari anche a
scandagliare le parti tecniche che motivano un no.
Grazie della
lettura, Giorgio Bargna