Parleremo oggi di intelligenza, di essa e di similari. Se ne
parlerò in prima persona non sarà per eccesso di megalomania ma perché mi piace
scrivere di quello che vivo o conosco e non di quello che mi passa lontano.
Lo spunto nasce da un recente colloquio che ricalca altri
avuti in precedenza; colloqui vissuti in prima persona con persone che conosco
o tramite mezzi informatici con persone che nella realtà non conosco.
Il mondo delle mie conoscenze, reali e virtuali, si divide
abbastanza equamente tra estimatori e detrattori. I secondi spesso mi irridono,
denigrano e ridicolizzano; i primi spesso si dichiarano attratti mentalmente
e/o comunque dichiarano di apprezzare la mia, presunta, intelligenza.
A tutti rispondo di non essere assolutamente intelligente,
semmai tutt’altro…proverò a spiegarne le ragioni in queste righe di outing.
Tecnicamente ritengo che l'intelligenza si identifichi nella
capacità di affrontare e risolvere con successo e senza fatiche enormi situazioni
e problemi nuovi o sconosciuti utilizzando risorse disponibili e anche non
disponibili.
Questa è una capacità che assolutamente non mi appartiene, anzi
direi che sono agli antipodi da questo.
Una forma di razzismo mentale mi fa pensare alle persone
intelligenti quali fredde, razionali, prive di emozioni sebbene avanti anni
luce nei miei confronti.
Quanto io dica, faccia, scriva, suggerisca e pensi è invece
quasi sempre dettato dall’istinto e dal cuore, con risultati alterni.
I miei estimatori si basano nelle valutazioni soprattutto sulle
parole che trovano stampate in questo blog. Nego assolutamente ogni forma di
intelligenza razionale in quanto esprimo. Io semplicemente cerco di osservare,
assorbire, amalgamare quanto vedo, vivo e leggo in assoluta libertà per poi
esprimere le mie valutazioni, quelle che i detrattori chiamano giudizi.
Fossi stata una persona intelligente oggi probabilmente
vivrei meno pensieri, ma anche meno emozioni. Non so se sarebbe stato meglio
essere intelligente, sempre si possa dipingere l’intelligenza con i colori che
ho espresso, ma a quel punto avrei perso in libertà di pensiero e in emozioni
ed allora mi convinco che forse io stia meglio così, cuore e istinto.
Come spesso succede chiedo il vostro parere, non su di me
ovviamente, ma sul concetto di intelligenza.
Giorgio Bargna