sabato 20 febbraio 2016

Spezziamo le catene (Fronte di Liberazione Fiscale)

Chi mi conosce sa che scrivo e mi impegno su questa situazione, su queste soluzioni, da tempo non sospetto.

Viviamo in una società ormai degradata, insostenibile dal punto di vista morale che, a forza di alimentarsi di questo malcostume, si è ridotta in mutande o in braghe di tela se preferite.

La forza centrifuga della classe dirigente autoreferenziata ha reso oggi insostenibile la situazione, questo a causa dell’esagerata spesa pubblica ormai completamente fuori controllo  e della conseguente insopportabile pressione fiscale che rappresenta di fatto una vera e propria rapina da parte dello stato a danno delle persone oneste, trasformate in veri e propri schiavi fiscali ad esclusivo vantaggio di una pletora infinita di corrotti e parassiti.

Non rimane molto tempo a disposizione se vogliamo evitare che questo paese fallisca, si deve intervenire senza incertezza.
L’ho scritto centinaia di volte ormai, per risolvere la situazione occorre l’intervento diretto di chi subisce gli effetti più devastanti del sistema che si è venuto a creare.

Non ci si può certo aspettare che chi ha creato tale situazione abbia interesse a modificarla…cito direttamente dai testi FLF… “chi vive di parassitismo e privilegi non ha alcun interesse a modificare la stato di cose esistente e dunque nessuna speranza di reale cambiamento è possibile riporre nei partiti di regime, tutti parimenti compromessi col sistema o, nella migliore delle ipotesi, privi di una seria proposta di cambiamento profondo della realtà”.

Il “Fonte di Liberazione Fiscale” nasce proprio nell’intenzione di spingere ad agire  direttamente le persone che subiscono gli effetti più devastanti del sistema.

Cito sempre dai testi FLF gli obbiettivi da perseguire:

- dimezzare la pressione fiscale e previdenziale (in modo che la somma di tributi ed oneri non superi mai il 40% del reddito pro capite);

- azzerare la spesa pubblica improduttiva (in modo che la spesa complessiva non superi mai il 30% del PIL);

- trasformare lo “Stato centralista dei partiti” nella “Confederazione dei Liberi Comuni” (in modo che il 90% del gettito erariale e delle pubbliche funzioni sia di competenza diretta dei Comuni e sotto il controllo diretto e vigile dei cittadini contribuenti).

E’ giunto il momento, facciamo si che dalle prossime elezioni regionali esca forte un nuovo movimento, forte tanto da andare a trattare ad un tavolo con lo stato e strappare tante similitudini con la Svizzera e la Catalogna.

Aderite al movimento, portate la vostra forza, la vostra voglia, le vostre capacità. Se invece non vi sentite in grado di fare questo sostenetelo.

Spezziamo le catene!!!


Giorgio Bargna