Partirei citando un testo di Edoardo Bennato:
"Presto vieni
qui, ma su, non fare così,ma non li vedi quanti altri bambini che sono tutti
come te, che stanno in fila per tre,che sono bravi e che non piangono mai...è
il primo giorno però domani ti abituerai e ti sembrerà una cosa normale fare la
fila per tre, risponder sempre di sì e comportarti da persona civile".
Tutti frequentiamo la scuola, tutti guardiamo (tranne rare
eccezioni, tipo la mia) la TV, tutti veniamo massacrati da messaggi
multimediali...non tutti abbiamo la stessa reazione, non tutti, per fortuna,
rispondiamo nella stessa forma all'insegnamento ed all'indottrinamento.
La scuola, i media, le parole spese da chi occupa un posto
di rilievo negli organigrammi della società spesso vengono utilizzati per un
indottrinamento di massa. Se nel tuo DNA risiede la poca voglia di metterti in
gioco o sacrificarti o di pensare, vieni coinvolto facilmente nella tragedia,
ti ritrovi schiavo del tuo solo pensiero (o meglio quello che ti hanno
inculcato) e non accetti quelli degli altri e soprattutto non prendi in
considerazione l'idea che possa essere sbagliato ciò che dici e pensi
personalmente.
Rimani chiuso in una realtà costruita da miti e leggende,
non cerchi di avere confronto costruttivo, non ammetti che ci sia una realtà
diversa dalla tua, vivi sotto una comoda campana isolata dal resto del mondo.
L'arretratezza e l'appiattimento culturale camminano affianco alla massificazione,
all’omologazione e la desertificazione culturale.
Tutto ciò ci allontana da valori che dovrebbero essere
fondamentali per la vita umana come il rispetto per quest’ultima e
l’accettazione del prossimo ed in particolare di chi è “diverso” da noi per
radici culturali, per orientamento sessuale, per il colore della pelle e
quant’altro.
La chiusura mentale deriva dalla paura di scoprire che
qualcuno fa qualcosa meglio di come la stia facendo tu, per questo provi ad
impedirgli di farlo, appellandoti a leggi che limitano la sua, ma soprattutto
la tua, libertà di scelta.
Fin qui ho seguito un discorso socio-filosofico, ora però
andiamo sul personale. Seppure io credo di essere nato fornito di una certa ecletticità,
per alcuni e determinati periodi della mia vita non ho messo a frutto i vantaggi
di essa. Mi sono nutrito, per alcuni anni, della certezza unica del mio
pensiero, seppure esso fosse già e comunque, spesso, al di fuori da molti cori.
Il praticare politica attiva mi ha aiutato molto nel
migliorare la mia apertura mentale. Non perchè io abbia fatto politica in se
stessa, ma perchè ho avuto l’opportunità di interpretarla all'interno di un
laboratorio politico senza paragoni: la lista civica "Lavori in
Corso". Un laboratorio che ha riunito posizioni politiche che partivano
dall'estrema destra per arrivare all'estrema sinistra passando anche fuori dai
canoni politici dell'arco costituzionale. Io proveniente da una destra quasi
estrema ho imparato molto, sapendo ascoltare, dai lati opposti, ed altrettanto
è successo viceversa e/o anche ad altri.
Oggi ho ancora i miei limiti cognitivi, nell'arco temporaneo
di una discussione ancora non apprendo al volo quanto la mia mente vorrebbe
negare, ma poi tramite la riflessione personale riesco ad attingere dai
messaggi positivi. Ho imparato che anche nel torto di un pensiero c'è sempre
qualcosa di fondato e positivo; ho imparato la tolleranza ed il reciproco
(sottolineo reciproco) rispetto.
Oggi sono anche convinto del valore di questa frase che ho
inserito in una lettera aperta indirizzata al mio Sindaco: "Lasciamo però all’interlocutore, con lealtà,
una via di uscita onorevole, quando possibile; non biasimare chi non capisce la
tua posizione, ha le stesse difficoltà che hai tu a capire la sua".
Grande o piccola che sia, buona apertura mentale a tutti,
Giorgio Bargna