lunedì 9 marzo 2020

Nuove riflessioni sul Virus


Non ho la pretesa di essere il più bravo, nemmeno di sapere la verità o di essere un tuttologo, però mi arrogo la capacità di analizzare da solo le cose e di trarre le mie conclusioni, giuste o sbagliate che siano.

Scrivevo qualche giorno fa che mi baso sui dati di fatto.
La situazione è di fatto mutata parecchio, l'infezione sta dilagando a ritmi vertiginosi, la percentuale della mortalità è salita come sta precipitando la solidità della nostra sanità pubblica davanti alla necessità di intervenire in modo drastico a livello di terapia.

Come dicevo recentemente andranno imputate, a crisi finita, le colpe a tutta la nostra classe politica degli ultimi quarant'anni per il saccheggio perpetrato alla sanità, che già vacillava in tempi tranquilli e che sta reggendo il colpo solo grazie alla abnegazione di medici e infermieri.

Ora però facciamo questa benedetta analisi.
Si sta parlando troppo e a sproposito di questo virus, si stanno facendo scelte confuse e spesso scoordinate nel tentativo di arginare il fenomeno.
Lasciamo perdere i comuni cittadini come me che hanno il diritto di dire ciò che pensano, che tanto non spostiamo una virgola, ma concentriamoci su chi ha dei ruoli e parla sui media, tradizionali o di rete che siano, scatenando spesso il panico.

Ne ho sentite di ogni. Medici specialisti in ruolo al contrasto del virus dire che devono fare selezione su chi salvare e loro colleghi smentirli e redarguirli.
Scienziati che fanno pubblicare previsioni sulla diffusione del virus nel tempo, basandosi sugli algoritmi della "suina".
Forse è ora di dire basta a questo flusso di parole dette da persone che dovrebbero pesare l'effetto che fa ciò che dicono. 
Forse è ora di smettere di parlare 24 ore al giorno di covit in TV e radio.

Sarebbe ora di limitarsi ai bollettini ufficiali e di incaricare poche persone a parlare, non è attraverso il panico che si argina il problema, lo ha dimostrato la fuga da Milano, la paura fa novanta.

È ora anche di chiarire con precisione cosa è pericoloso e cosa no.
C'è molta confusione nelle direttive e soprattutto molta difficoltà a farle rispettare. 
Che siano poche e precise. 
Che non succeda più che la notte il Consiglio dei Ministri emani un decreto legge e che la mattina un Ministro cerchi di fare da solo azioni (mi riferisco al campionato di calcio, non per l'importanza di esso, ma quale esempio, anche se intuisco le pressioni che possa avere un Ministro davanti a un tale movimento di soldi).

Ora, lo dicevo, non sono un tuttologo e tantomeno uno specialista ma due cose le chiedo, le suggerisco.

Uno, meno chiasso e le parole di poche persone nei canali ufficiali, quali TV e radio nazionali; nel web diciamo pure la nostra, ma specificando che è il nostro pensiero e dimostrando le fonti se diffondiamo delle notizie.

Due, vero senso della responsabilità e molto coraggio a chi in questo momento deve prendere decisioni nazionali. Siate concreti e coerenti. E se serve arriviamo anche alla legge marziale.

Aggiungo ora la parte finale a ciò che ho scritto in giornata.
In questo momento il presidente del Consiglio sta parlando, porterà in tutta Italia gli stessi interventi, secondo me confusi che sono stati adottati al Nord.

Mai come oggi spero di sbagliarmi e che abbia ragione lui.
Io al contrario di quanto pensavo qualche giorno fa avrei bloccato al massimo l'Italia, solo pochi essenziali movimenti, lavoro escluso.

Chiudo con un secondo elogio ai nostri operatori sanitari, gli unici Eroi certificati al momento.

Giorgio Bargna