Negli ultimi tempi mi sono concentrato parecchio sui risvolti
economici della pandemia, oggi vorrei tornare riflettere invece un pò su quelli
sanitari e umani della situazione.
Sorvolando i discorsi già accennati nel tempo sulle lacune
sanitarie ben visibili agli occhi di tutti (personale sanitario lasciato allo
sbaraglio, strutture carenti per scelte politiche, presidi medico/chirurgici
inesistenti) e l'abbandono totale della prevenzione verso gli anziani, una cosa
mi rimane per prima impressa nei pensieri, si tratta dell'immagine dei camion
militari a Bergamo che portano via le bare.
Ce l'ho impressa però, per un motivo probabilmente diverso da
quello della maggioranza delle persone.
Io ho avuto l'impressione che si volesse portare in forni
crematori abbastanza velocemente delle prove, cadaveri (scusate il termine poco
umano) che anziché essere sottoposti ad autopsia dovevano essere eliminati, per
non rischiare che demolissero le certezze che ci venivano propinate riguardo a
cause, effetti primari e collaterali (che vedremo prossimamente nei sopravvissuti)
e possibili terapie che non fossero soltanto fondate sull'ultima speranza di
una terapia intensiva.
Una seconda cosa impressa, anche se la cosa più importante di
cui voglio parlare è la terza, sono sempre i militari, già arrivati per
circoscrivere la zona più "calda" d'Italia e rispediti in caserma; il
continuo rimpallarsi le responsabilità da parte di politici lombardi e romani, almeno
avessero la decenza di tacere, ipocriti maledetti, sia gli uni che gli altri
avevano l'obbligo di istituire la zona rossa, era loro DOVERE.
Ma oggi vorrei porre l'attenzione su un punto sempre rimasto
sotterraneo, un punto che difficilmente verrà risaltato. Purtroppo non avremo
mai un analisi reale delle vittime (di dove esse si sono contagiate e morte),
non sapremo mai come abbia inciso sul numero dei decessi e dei contagiati.
Vorrei porre l'attenzione sui contagiati rimasti in casa, sui
parenti delle persone infette gravemente, che sono stati a loro volta rimasti
contagiati e abbandonati nelle loro case, privi molto spesso di cure e
assistenza.
Una categoria che, prima e dopo il lockdown, ha sicuramente
inciso molto sul numero di infetti e vittime, una categoria che comunque ha
molto sofferto anche nei casi meno gravi e che probabilmente non essendo
censite non avranno diritto ad aver riconosciuti i "danni di guerra".
I racconti di amici e conoscenti mi parlano di persone rimaste
settimane con febbre altissima (terapie da influenza generica prescritte senza
tamponi o test), persone che hanno subito dolori articolari tremendi, polmoniti
e bronchiti pesanti, diarrea forte, perdita di olfatto e gusto, congiuntiviti,
invitati a farsi la quarantena autogestita a casa, possibilmente senza rompere
i maroni.
Semiabbandonati senza cure e senza preoccupazioni, vittime di
scelte di strategia politico/sanitaria fatte da sciacalli senza pietà.
Ma in fondo è giusto così, la maggior parte degli italiani
sono pecore condotte dal pastore, quindi giustamente meritano di essere agnelli
da sacrificare, pecore da tosare, gregge da indottrinare a piacimento chi
manovra più o meno occultamente le sorti del mondo.
Giorgio Bargna