E’ sulla bocca di molti canturini, quale avvenimento di
questi giorni, il tema del dipendente comunale pescato a fare il “furbetto”.
Sostanzialmente, per stare alla cronaca, il Sindaco di Cantù
passando davanti ad un ufficio postale ha notato un veicolo comunale in divieto
di sosta. Nell’indagare, entrando nell’ufficio postale, sul perché di questo
parcheggio illegale, il Sindaco sorprende il dipendente comunale (a quell’ora in
servizio) intento a pagare qualcosa di personale.
La cronaca politica di questi anni vede invece Claudio
Bizzozero in prima linea contro i “lazzaroni” presenti, a suo dire, negli
edifici comunali canturini. Il braccio di ferro con i sindacati e con i
lavoratori ha toccato anche momenti molto caldi e delicati.
Io, come il Sindaco canturino, sono pienamente convinto che
tra i suoi, i nostri, dipendenti, come in ogni azienda, vi sia il buono ed il gramo.
Il
buono va premiato, sia pur senza esagerare, sta facendo il proprio dovere.
Il
gramo va isolato e possibilmente, se recidivo, severamente punito.
In questa situazione le aggravanti, a mio avviso, sono due.
La prima è che stiamo parlando di un dipendente pubblico,
come tale è pagato dai contribuenti ed ognuno di noi sa quali sono le
difficoltà economiche dei contribuenti oggigiorno.
La seconda è che oggi il lavoro è un dono prezioso (lo
scrive chi sopravvive tra contratti a termine da mesi), non averne rispetto
merita severità di giudizio.
Non credo che questo dipendente verrà licenziato e
probabilmente è giusto che sia così, ma credo che la massima punizione possibile,
sottostante al licenziamento, sia giusta, non tanto per la gravità del fatto
(esiste di peggio) ma quanto per l’oltraggio al valore del lavoro, per lo
sfregio al rispetto di chi un lavoro non lo ha e lo sogna ogni ora della
settimana.
Giorgio Bargna