Si parla di “populismo”, riflettendo su quanto trattato in
un convegno tenutosi sul tema, un mesetto fa, a Milano.
Non viene difficile evincere che sia davvero “la crescente diffidenza di una parte sempre
più ampia della popolazione non solo nei confronti della politica ‘classica’,
ma anche rispetto alle élite mediatiche, economiche, finanziarie e
istituzionali, che vengono percepite come oligarchie ripiegate su se stesse e
preoccupate unicamente dei loro interessi” ad alimentare quel fenomeno che
i “padroni del vapore” amano etichettare quale becero “populismo”.
Ad integrazione di quanto espresso nell’articolo ritengo che
non solo lo scollamento tra i partiti di sinistra ed i propri elettori abbia
alimentato il fenomeno dell’allontanamento dalla fiducia verso il sistema
politico; anche i partiti di destra ormai hanno deviato la propria rotta e si
sono pronati completamente al puro dominio commerciale, burocratico e
tecnocratico.
Ogni partito tradizionale (ed i suoi derivati) ha ormai
omesso di avere dei principi e degli orientamenti. Il Cittadino si ritrova
orfano, non ha più punti di riferimento e rappresentanti di “settore” e quindi
nella peggiore delle ipotesi alterna voti a questo e quel partito, nella
migliore si astiene … io ribadisco un concetto che esprimo da anni: due sono le
possibilità, o si “invadono” i partiti o se ne fondano dei nuovi, freschi e liberi
dall’elefantiasi politica, burocratica e tecnocratica.
Come espresso anche nell’articolo, da questi presupposti
germogliano le richieste di nuove forme di democrazia: democrazia diretta,
partecipativa, referendaria e via dicendo; quelli che sono i valori fondanti
della Lista Civica Canturina in cui milito, Lavori in Corso.
Come espresso nell’intervista ormai la situazione si è
capovolta, il numero degli insoddisfatti doppia ormai quello dei gratificati ed
inoltre bisognerebbe analizzare bene, vista la natura burocratica del nostro
sistema, tra questi compiaciuti quanti lo sono in quanto parte attiva
dell’ingranaggio.
Il così detto “populismo”, il “Libero Pensiero” come preferirei
definirlo, è un fenomeno che ciclicamente non può che ripresentarsi, la storia
si ripete continuamente con le proprie storture e conseguentemente sorge chi
ambisce a rettificare il percorso … oggi però i “padroni del vapore” si
ritrovano a confrontarsi con timori molto più enormi di quanti ne avessero i propri predecessori.
L’epoca attuale è alimentata, oltre che da una maggiore
cultura, dal ruolo di Internet come fonte alternativa d’informazione e dall’importanza
assunta dalle reti sociali.
Quanto appena elencato contrasta concretamente l’operato di
quei partiti tradizionali che tentano di imbrigliare il “popolo ribelle”, di
operare nell’addescamento degli insoddisfatti, li limitano nell’attuazione di
nuove opere di “fascismo”, più o meno cruento e/o lampante che sia.
Nell’articolo de Benoist evidenzia un concetto che ormai
diffondo, quale consolidato, da lungo tempo: “l’asse orizzontale è stato rimpiazzato da uno verticale: il popolo
contro le élite, ‘ciò che sta in basso’ contro ‘ciò che sta in alto’.”
Prosegue poi con un altro concetto a me caro: “Le persone hanno ormai l’impressione che
uomini ‘di destra’ e ‘di sinistra’ siano
sostanzialmente legati alle stesse idee, e che a variare siano solamente le
scelte dei mezzi per raggiungere gli stessi obbiettivi”.
Al termine della disamina il pensatore francese traccia le
conseguenze pratiche di questa sorta di ribellione non ancora esplosa
completamente: “La vittoria del populismo
segna l’ora del declino dei grandi partiti governativi, che in passato si
stagliavano sulla scena politica ma oggi non rappresentano altro che frazioni
elettorali sempre più ridotte. Il Grecia, l’arrivo al potere di Syriza ha quasi
fatto scomparire l’antico partito socialista, il Pasok. In Austria, le ultime
elezioni presidenziali hanno visto opporsi un populista e un ecologista. Nei
Paesi Bassi, nelle ultime elezioni il partito socialista ha perso ventinove
deputati su trentotto. In Francia, il partito socialista sarà per la prima
volta assente al secondo turno delle elezioni presidenziali, e potrebbe
accadere la stessa cosa agli avversari ‘repubblicani’. Partiti che,
alternandosi, sono stati al governo per più di trent’anni”.
Che ora il tutto si sviluppi in modo evidente anche in
Italia è la mia speranza.
Giorgio Bargna