Prendo in prestito le parole di Martha Medeiros (o se
preferite di Pablo Neruda) e dico che “nemmeno troppo lentamente muore, muore
questo mondo negli occhi dei bambini”.
Muore nell’orrore che vedono tra i cadaveri delle guerre,
siano esse nascoste dai credo o dai danari.
Muore nello schifo di chi picchia e stupra i bambini,
picchia e stupra le loro madri, sfrutta e maltratta i loro padri per un tozzo
di pane.
Muore nei loro occhi quando non capiscono perché qualcuno
muore di fame e non siamo in grado di spiegargli il perché.
Muore nei loro occhi quando si fidano di qualcuno che li tradisce,
li usa, li sfrutta ne fa arma di ricatto in faccende domestiche.
Muore nei loro occhi quando nessuno è più in grado di
regalare loro un sorriso, una carezza, un gesto d’amore.
Muore negli occhi di tutti quando ci guardiamo attorno e ci
accorgiamo che vicino a noi c’è Giuda e non un solo amico.
Questo mondo, nemmeno lentamente, muore perché si sta
dimostrando degradato, perverso, meschino, orribile, senza più valori e
dignità.
Nel mio piccolo, senza pretendere di essere perfetto, anzi
errando spesso, cerco di non farlo morire questo mondo, ma non è facile. Ci
sono ancora persone che ci credono e lo vogliono un mondo che vive; non ho
ancora capito bene se sono poche o se io sono miope.
Non posso considerarmi certamente un praticante di valore,
ma vi lascio in calce quanto riportato nella II lettera di San Paolo a Timoteo:
"...negli ultimi giorni ci saranno tempi
difficili. Poiché gli uomini saranno
amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori,
disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali,
senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori,
senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi [d’orgoglio]"
Facciamo non muoia davvero, Giorgio Bargna
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