sabato 2 agosto 2014

Valori (6) La Volontà

La volontà di pensare l'impensabile richiede il coraggio di restare in solitudine, di correre il rischio del ridicolo. Non tutti possono essere dei Picasso, ma ognuno ha la capacità di distinguersi dall'ambiente che lo circonda”. (Ari Kiev)

Dicevamo all’inizio del percorso che avremmo trattato anche di volontà, altro tema particolare. Ragionando sulla volontà di primo acchito si pensa di ragionare su un aspetto legato essenzialmente ad uno sforzo notevole, con la caparbietà di raggiungere un qualche obiettivo; questo sicuramente non è un errore, ma la volontà non è solo forza, chissà che non arriviamo a descrivere altro durante lo sviluppo della nostra riflessione.

Senza ombra di dubbio alcuno la volontà è la risolutezza nell’intraprendere azioni volte al raggiungimento di uno scopo preciso, essa rappresenta la determinazione di una persona a raggiungere con sufficiente convinzione un determinato obiettivo. In questa azione sicuramente rientra la capacità di non farsi condizionare dalle altre persone. Alcuni non si fanno scrupoli nel raggiungere l’obbiettivo, io ritengo giusto però che si debba accumunare una certa asserzione alla volontà, mantenendo  un comportamento che permetta si di raggiungere lo scopo prefissato, ma che consenta di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti senza però ignorare quelli altrui.

Ad attuare lo scopo sicuramente incide un fattore molto incisivo, la forza di volontà. Noi tutti senza dubbio siamo dotati di una volontà anche se spesso, inconsciamente, lo ignoriamo oppure non la utilizziamo, se non sporadicamente. Occorre persuadersi del fatto che la volontà esiste, che esiste la libertà di agire senza dover limitarsi a reagire agli stimoli e condizionamenti ambientali. Ognuno di noi è dotato della libertà di contribuire alla creazione della realtà propria e circostante, esserne consapevole è il rimedio più sicuro contro il rischio di diventare insignificanti pedine di un gioco condotto da altri. Ognuno di noi è dotato di volontà, chi più e chi meno, tutti almeno una volta nella vita abbiamo vissuto un momento in cui abbiamo desiderato e voluto qualcosa, sentendo in noi la forza della volontà; la volontà determina l’utilizzo di energia e anche di qualità quali magari sono audacia, iniziativa, determinazione, organizzazione, risolutezza, disciplina, decisione, tenacia, pazienza, coraggio, concentrazione.

La volontà appartiene a tutti, senza di essa non potremmo nemmeno alzarci dal letto la mattina, ognuno di noi è un portatore di volontà, di fatto però non tutti la esercitiamo.

La volontà è l’energia del cambiamento, qualcuno incappa nel cambiamento per vicissitudini, magari di fronte ad un gran dolore o ad una grande delusione, ma la volontà la riscontriamo soprattutto nei cambiamenti, nelle scelte, nell’energia che mettiamo per spezzare le abitudini.

La funzione della volontà è simile a quella del timoniere di una nave. Sa quale deve essere la rotta della nave, e la mantiene con fermezza, nonostante le sbandate causate dal vento e dalla corrente” (R. Assagioli).

Concludendo (sperando di non aver sbandato) la volontà è un’espressione fondamentale nello sviluppo della vita umana, senza di essa nessuno scopo potrebbe essere raggiunto.

(continua) 

venerdì 1 agosto 2014

Tra uomo e donna

Dovessimo descrivere tecnicamente l’amicizia diremmo che si tratta di un legame particolare e ed emotivo tra due o più persone che caratterizza assai la vita sociale dei coinvolti. Sostanzialmente dovrebbe trattarsi di un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca. Si tratta di un rapporto che esclude l’esclusività, ogni “socio” è libero di avere comunque altre frequentazioni sia in amicizia, quanto in amore che in passioni intese in senso generale.

Esistono in realtà diversi gradi di amicizia, più o meno confidenziali, più o meno basati sulla fiducia, più o meno arricchiti dalla complicità e dal libero scambio di esperienze personali.

E’ innegabile che esistano amicizie davvero particolari, fondate su un’empatia davvero difficile da descrivere che arrivano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile a quella tipica del rapporto di coppia, se non ancora più consolidato e non occorre frequentarsi spesso, la questione spesso è di pelle o di sintonia mentale spontanea.

Ogni genere di rapporto di amicizia ovviamente si ritrova a confrontarsi con un contrappeso affettivo e di stima diversificato a seconda del livello sviluppato.

Esiste poi un tipo di amicizia molto particolare e difficile da gestire, quello tra uomo e donna. Ne parlo poiché ne discutevo in privato qualche sera fa con una persona su Facebook che ha vissuto, da donna, un esperienza difficile, burrascosa, su questo lato e perché da uomo qualche tentativo di esperienza l'ho vissuto.

Credo personalmente che si tratti di un rapporto veramente particolare, soprattutto se l’amicizia è di quel tipo veramente speciale che descrivevo quale paragonabile al rapporto di coppia. Li veramente credo sia un attimo confondersi e, pur spesso senza volerlo, attraversare quel guado molto sottile che divide l’amicizia da un sentimento molto più profondo; poi rimediare diventa veramente arduo poiché, a mio avviso, la confusione e la soglia di attenzione alta diventano reciproci.

Questa è una visione ovviamente personale e vista da un lato prettamente maschile; chiedo a voi che leggete questo breve articolo di esprimere la vostra opinione, potete farlo tranquillamente sia tramite la newsletter (per i più timidi) che tramite il blog o Facebook.

Mi piace apprendere dagli altri, soprattutto quando non sono scientificamente certo del mio pensiero, quindi aspetto le vostre opinioni e/o le vostre esperienze.
Giorgio Bargna


martedì 29 luglio 2014

Valori (5) La Libertà

Saltiamo a pari passi l’onestà, ne abbiamo trattato già qui.

Ci siamo, mi sono, posto l’intenzione, in questo percorso, di trattare di un altro tema complicato: la libertà.

Volessimo descriverla celermente diremmo che per libertà intendiamo una situazione attraverso la quale un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza alcuna costrizione, usando la volontà di ideare e mettere in atto un'azione, ricorrendo ad una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a metterla in atto. E’ però innegabile, in questo concetto celere, che all’atto concreto essa non può non risentire dei condizionamenti che le vengono dal mondo reale.

Di certo vale questo ragionamento, esiste una libertà di tipo “positivo” basata sull'autonomia e spontaneità del soggetto razionale oppure una di tipo “negativo” dovuta all’assenza di sottomissione, di schiavitù, di costrizione per cui l'uomo si considera indipendente.

Oggi però, nel concreto, temo che libertà sia un concetto che fa paura, perché libertà significa non avere paura di essere liberi, la libertà spaventa: in un mondo pieno di leggi e regole, tutti si sentono più sicuri; tutti parlano di libertà ma io credo che l'uomo sia il primo artefice delle proprie catene.

La Libertà è una condizione nella quale un uomo può decidere in maniera autonoma i propri comportamenti e le proprie azioni liberamente: questo comporta avere dubbi, fare delle scelte, fare anche degli errori e prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

Non è una condizione leggera o semplice da gestire; spesso l’uomo preferisce essere diretto, comandato, obbligato da una autorità superiore, perché questo lo solleva dal peso della responsabilità e dall’angoscia dei sensi di colpa, e quindi dal dover fare i conti con la propria coscienza.

L’uso della libertà personale concorre a far diventare unico ogni individuo, ovvero a renderlo diverso da tutti gli altri: anche questa è una situazione che spesso spaventa, che può creare molte incertezze ed un forte senso di insicurezza. Al contrario, può essere molto più rassicurante far parte di un gruppo, o di un branco, o di una massa unita e compatta perché costituita tutta da membri tra loro simili ed omologati a certi valori di riferimento condivisi. La libertà implica il coraggio di affrontare l’imprevedibile e questo non è facile da gestire. La dipendenza, la costrizione è invece molto più comoda e semplice, implica soltanto la mera esecuzione di qualche direttiva altrui o di un ordine più alto.

Di conseguenza, massimalizzando, la libertà ci rende “uomini”, la dipendenza ci fa restare “animali”, la libertà ci rende responsabili, la dipendenza ci rende schiavi.
Comunque libertà non significa libertà di fare quello che ci pare, per libertà si intende il diritto di ogni individuo a pensare e ad agire in maniera autonoma, ma sempre nel pieno rispetto del prossimo e delle regole condivise in ogni società civile. E’ necessario che ogni sistema di regole consista nello stabilire limiti e sanzioni precise, ma tutte devono essere ispirate ad un’unica filosofia riassumibile dalla celebre massima: “La mia libertà finisce dove comincia quella altrui”. Chiarito questo concetto, ogni altra regola che obbliga a certi comportamenti, o ne proibisce altri, in nome del nostro bene o della nostra sicurezza, per prevenire, per difenderci “da noi stessi” devono essere considerate ipocrite, pericolose, allarmanti e subdole ingerenze del governo nelle nostre vite. Provvedimenti che di fatto restringono la nostra libertà individuale, nel disprezzo della nostra dignità, trattandoci come minorenni o minorati e negandoci il diritto di prenderci ed avere la nostra responsabilità. Ci si deve sentire liberi nel cuore e nella mente e non significa comunque che possiamo dire o fare quello che ci salta via in mente: dobbiamo riuscire sempre a pensare anche agli altri e mai solo a noi stessi. La nostra libertà personale si concretizza nel fare quello che vogliamo senza nuocere a nessuno né distruggere ciò che non é nostro.

Libertà è una parola fantastica, ma è evidente che può nascere ed essere coltivata solo attraverso una comprensione dei limiti e delle regole in cui noi tutti viviamo. Senza regole, senza leggi, senza il rispetto di queste non può esserci libertà.

Uno dei drammi della società moderna è che essa ci educa all’idea che l’educazione sia un fatto da fare esclusivamente a scuola, mentre educare significa dimostrare con i fatti ciò che si dice. Sta anche a noi invece, al nostro quotidiano, alle azioni che compiamo, scrivere i percorsi.


(continua)

domenica 27 luglio 2014

Valori (4) La Giustizia


Si diceva che avremmo trattato anche di giustizia in questo percorso; lasciate in disparte le teorie filosofiche la giustizia è sicuramente uno strumento di difesa dei propri interessi, è un mezzo civile di tutela di una posizione, attuato attraverso gli strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento giuridico, volto ad evitare la vendetta personale privata e, pertanto, atto a tutelare l'incolumità dei soggetti coinvolti. E' l'elemento cardine di uno stato di diritto nel quale il benessere del cittadino ha una priorità assoluta, al di sopra di ogni altra istituzione.

La giustizia innanzitutto è un valore, quel valore che permette ad una società di sancire dei confini equi nel trattamento delle persone rispettando le libertà di ognuno a seconda dei casi. A seconda di alcune varianti, legate magari alle credenze religiose o ai principi comunitari ed alla storia del luogo, il senso di giustizia può variare tra società e società ma, in linea di massima, tende sempre a determinare una parificazione di diritti e doveri civili.

La giustizia poichè implica la considerazione di principi etici e di comportamento non va confusa con la legge che invece si rivolge solo al lato oggettivo degli eventi.

Spesso  però la praticità della realtà differenzia la teoria dalla concretezza e di conseguenza le esigenze cambiano e i processi evolutivi fanno sorgere nuovi interessi, fino a portare lacune e sistemi che non rispecchiano più la realtà.

La giustizia è infine sempre in stretto rapporto con la legge, i miglioramenti quindi non possono prescindere dalle iniziative legislative.

Una forma di giustizia sostenibile e concreta è l'obiettivo che ogni società civile deve sforzarsi di raggiungere ad ogni costo; odi, guerre, rivoluzioni e vendette nascono proprio dalla mancanza di giustizia o dalla sua insufficiente applicazione.

Quando si parla di giustizia però non va dimenticato di concentrarsi su una forma  particolare di giustizia, quella sociale. Il problema della giustizia sociale affligge il nostro mondo ed è alla base della sua grave crisi economica, giustizia sociale altro non significa che democrazia. Non a caso, nel proprio terzo articolo, la nostra Costituzione ammonisce alla rimozione di ogni ostacolo economico, sociale, culturale che si opponga ad un'effettiva uguaglianza dei cittadini. Quando non si concretizza l’uguaglianza siamo distanti anni luce dalla Democrazia. Tocca certamente alla politica dirigersi verso questi orizzonti,  una politica che non persegua questa direttiva si tramuta in semplice, ordinario, ignobile potere; il cambiamento, la giustizia, però non vanno delegati solo alla politica ed all’amministrazione tecnica, ad esse va affiancate necessariamente la corresponsabilità, il concorso e l'impegno di tutti.

Le ingiustizie, le crisi etiche subentrano  quando per troppo tempo si delega, non si sceglie o si lascia che siano gli altri a scegliere al posto nostro; la fuoriuscita da questi contesti richiede a tutti scelte, scelte coraggiose, che impegnano gravosamente il percorso della nostra vita.

Non vanno sottratti alla politica questi compiti, ma occorre però anche mettersi in gioco tutti, in prima persona, il cambiamento chiama in causa l'etica, cioè i comportamenti di ciascuno di noi.

(continua)