Quando parlo di un Territorio, di un “nostro” Territorio, lo
penso quale tassello di un Europa che oggi è dei “sogni”, un Europa intesa come
un mosaico di culture, di Popoli; un Europa dei Popoli, dei Territori, dove i
Cittadini rivendicano un Potere vicino che lo Stato-nazione non è in grado di
offrire, sia perché in crisi sia perché non ha convenienza nel farlo.
Sono convinto che poi si possa modificare ma che si debba
partire dallo status di Regione Autonoma come primo step, in nome
dell’Autonomia, della convinzione che avvicinare il Potere ai Cittadini sia un
Processo Democratico. Lo stato ha ormai ceduto potere verso l’alto e tanto esso
che la miseria di questa europa (la e minuscola è voluta) non vogliono cedere verso
il basso. L’indipendentismo e’ una radicalizzazione logica di fronte a questo rifiuto
a cedere parte del potere e sviluppare una politica piú vicina ai cittadini.
Non è auspicabile un Europa di altri, anche se piccoli, stati ma ad un’Europa
dei Popoli e delle Regioni. A mio avviso la nostra Regione in causa deve essere
sostenuta da un concetto geo-culturale ma anche da un fattore legato agli
interessi economici.
Noi, io e molti di voi che leggete, viviamo in un Territorio
identificabile facilmente come Insubria; in un secondo tempo opterei per una
soluzione ancora più ristretta, ma oggi dicevo partirei da questo, da una
Regione Autonoma a Statuto Speciale identificabile in questa cerniera
territoriale che potremmo racchiudere in quei confini montani e pedemontani
compresi più o meno tra l'Adda e il Sesia oppure in forma più ristretta
nell’Unione di quelle che oggi sono le province di Lecco, Sondrio, Varese,
Como, Verbano Cusio Ossola, buttando un ipotetico occhio verso il Canton
Ticino.
Una base geografica questa ben distinta, che si supporta
anche con un quadro economico-produttivo abbastanza comune nel dispiegamento
del Territorio, che si supporta solidamente su basi storiche e su un
particolare veramente importante, che va anche oltre le tradizioni e le culture
(in via generale) comuni su questa cerniera: la Lingua.
Non occorre molta fatica per informarsi sul dialetto
occidentale (o insubre) della lingua
lombarda, parlato in tutta la Regione Insubre come la abbiamo intesa in questo
pensiero allargandosi a quei Territori che dell’Insubria Storica hanno fatto parte nel Ducato di Milano,
quindi parliamo di Milano, di Monza, di Lodi, di Pavia, di Como, di Varese, di
Lecco, di Verbania, di Novara, nel Canton Ticino e in alcune valli del Canton
Grigioni e della Valsesia.
Non saranno certo queste mie righe a tracciare una linea che è già ben
contraddistinta, battuta e ribadita anche meglio nelle forme da molti altri
prima di me; a me però preme oggi spingere affinchè si convinca l’insubre di
esserlo, di essere componente di un Popolo vero, che lo stato centralista nega
ma che esiste e che ha tutto il DIRITTO DI AUTOGOVERNARSI!!!
Molti movimenti politici questo lo hanno ben chiaro, oggi è
ora di rendere consapevoli gli Insubri di esserlo, qualcuno glielo ha fatto
dimenticare, noi abbiamo il dovere di farli rinascere.
Giorgio Bargna