Nei momenti in cui la politica mi nausea, capita che io mi
butti anche su temi sociali, sociologici o comunque di riflessione. Capita lo
faccia a volte per pura analisi, altre volte perchè toccato dai temi.
Oggi provo ad esprimere il mio pensiero, le mie valutazioni
sulla superbia.
Andassimo ad indagare su dizionari e pagine descrittive ci
verrebbe sicuramente spiegato che stiamo trattando di una valutazione eccessiva
delle proprie qualità e capacità che si manifesta con un comportamento
altezzoso e sprezzante. Ci verrebbe descritto che con superbia si intende la
pretesa di meritare per se stessi, tramite ogni mezzo, una posizione di
privilegio sempre maggiore rispetto agli altri. Essi devono riconoscere e
dimostrare di accettare la loro inferiorità correlata alla superiorità
indiscutibile e schiacciante del superbo.
Sicuramente nella persona superba è presente la personalità
dell'apparenza ed in parte anche un certo senso di violenza, non fisica
ovviamente ma psicologica. Sicuramente ci troviamo di fronte ad un'esagerata
stima di sé e dei propri meriti (reali o presunti), manifestata con un continuo
senso di superiorità verso gli altri.
Spesso incontriamo persone che nutrono una grande stima di
se stesse (spesso immotivata), questo però non significa necessariamente superbia,
il salto di qualità avviene quando essi intraprendono quella “gara”, quel
“confronto” che arbitrariamente decidono di avere con gli altri.
Il superbo si sente superiore agli altri e manifesta ciò con
una sorta di apparenza nell'agire. Il nostro descrive di fatto una propria
reale visione di se stesso, dalla quale alienerà quei particolari che
potrebbero sminuirla, e che interpreta in modo che i riflettori si accendano
solo su di lui. Motivato da questo
continuo confronto verso coloro che ritiene inferiori, il superbo esprime la
propria violenza psicologica...il senso di umiliazione provata dal perdente
diventa la sua gratificazione esistenziale.
Succede comunque non di rado che il superbo si creda una persona semplice, che
non si renda conto dei danni provocati dal suo continuo dimostrarsi superiore.
Rimane di fatto però che la sua scomoda situazione gli renda ostili tutti
coloro che reputa inferiori e che lo renda ridicolo agli occhi di chi grande lo
è davvero. Il superbo, purtroppo per lui (o lei) vivrà praticamente solo di
relazioni umane temporanee, al meglio superficiali, spendibili in ambienti
chiusi, sostenuti dalla superbia quale regola di vita.
Sono convinto che non tutti quelli che "se la
tirano" siano superbi ... anzi, sono anche convinto che dalla superbia si
possa uscire in molti casi basta trovare la giusta causa per aprire il cuore,
grimaldello fondamentale in questo caso.
Facendo outing ammetto di avere passato anni ad essere fiero
del mio pensiero superiore, ad evitare di ritenere fondato quanto espresso da
chi, razzisticamente, ritenevo intellettualmente inferiore, in base poi a
chissà quale parametro. Lavorare in team e praticare per una decina di anni
politica in un associazione libera e partecipativa mi ha aperto gli occhi
lasciandomi intravvedere un mondo diverso da quello che mi ero precedentemente
dipinto.
L'istinto ancora oggi mi porta a volte ad interpretare
atteggiamento quasi autistico dell'ascolto altrui, vivendo però una differenza sostanziale rispetto al
passato; oggi riesco ad immagazzinare nel cervello le altrui convinzioni per
poi attuare in seguito riflessioni e correzioni.
Sono convinto che dalla superbia, se non è giunta alla
metastasi, si possa uscire
... mi piacerebbe come sempre avere i vostri
riscontri.
Giorgio Bargna