Da quando è partita l’emergenza Covid abbiamo letto e sentito
parlare la “medicina accreditata” e quella “informale”, abbiamo sentito parlare
di morti “per Covid” e “con Covid”.
Ci è stato imposto un protocollo di arginamento tramite
lockdown e siamo stati curati tramite essenzialmente terapia intensiva e sotto
un “protocollo cinese” che sconsigliava l’uso degli antinfiammatori.
Se la diffusione del virus in parte è stata arginata, sul
numero dei morti ancora oggi siamo a cifre enormi, i ricoveri e le terapie
intensive sono solo calati da pochi giorni e molto probabilmente anche grazie a
ciò di cui parleremo ora.
Rimbalza ormai da settimane una teoria ben chiarita dal Dott.
Giampaolo Palma, ma portata avanti anche da molti altri medici che
hanno combattuto sul campo il Covid.
In contraltare al protocollo ufficiale vi lascio stralci delle
dichiarazioni del medico in questione, poi ci focalizziamo su un altro punto
che ritengo essenziale e del quale sinceramente rimango molto stupito.
“I decessi da covid-19 non sono causati da Polmonite Interstiziale, bensì da
Tromboembolia Polmonare TEP, causata dall’infiammazione virale che, a sua
volta, provoca febbre alta, non curata, che distrugge tutto e prepara il
terreno alla formazione dei trombi. L’errore diagnostico scoperto dopo 50 autopsie eseguite sui cadaveri Covid-19”
“Se ventili un polmone
dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 pazienti su 10,
signori, Covid-19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato
cardiovascolare, e solo dopo arriva ai
polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la
fatalità!”
“Molti morti, anche di
40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata
adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno
alla formazione dei trombi. Perché il
problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le
cellule dove il virus entra.”
“Questo è il motivo
principale per cui in Italia le ospedalizzazioni iniziano a diminuire e sta
diventando una malattia curabile a casa. Curandola bene a casa eviti non solo
l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico.”
“Non era facile capirlo
perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’occhio di un
cardiologo ecocardiografista”, prosegue Palma. “Confrontando i dati dei primi
50 pazienti tra chi respira male e chi no, la situazione è apparsa molto chiara
a tutti i medici in Italia, dai cardiologi,
ai radiologi, agli anatomo- patologi fino ai colleghi delle Terapie
Intensive.”
Se avete notato molte righe più in su ho evidenziato in
neretto questa frase: “scoperto
dopo 50 autopsie”.
Ora, il mio cruccio non è che i medici sul campo possano avere
sbagliato diagnosi, loro lottavano ogni giorno con la morte e inizialmente probabilmente
si sono attenuti ai protocolli, salvo pian piano accorgersi che qualcosa non
andava al meglio; il mio cruccio è un altro: possibile che alle autopsie si sia
arrivati così in ritardo?
Non ditemi che non era possibile farlo, non prendiamoci per i
fondelli.
Di far parte di un comitato tecnico scientifico, o di un
Governo, per decidere di stare tutti a casa e mettere le mascherine ne sarei in
grado anche io, ma i signori che ne fanno parte si immagina che siano persone
laureate e preparate a pensare soluzioni e a gestire situazioni.
Non arrivare a sottoporre ad autopsia velocemente i cadaveri in
questa situazione se non è dolo poco ci manca, visti gli incarichi assunti, se
la teoria semplice e chiara portata avanti da questi medici fosse confermata
siamo davanti all’ipotesi di strage, magari preterintenzionale, ma sempre
strage.
Anche di questo se ne parlerà tra qualche mese.
Giorgio Bargna