Ne ho
parlato, ne parlo, ne parlerò ancora sui miei spazi e laddove vengo ospitato: i
valori della tradizione, della nostra storia, sono stati demoliti, demoliti a
colpi di merce e consumo, demoliti per affievolirci come insieme di persone,
per renderci semplici individui sfornati dallo stesso cliché, ma isolati, in
sostanza, uno dall’altro.
Il sistema
ci ha portato a credere che il passato ed il futuro siano nulli di importanza,
che il gioco si svolga solo nel presente…che nulla valga quello che è venuto,
che nulla sarà ciò che verrà, che tutto sia nell’oggi, un oggi da usa e getta,
da “vado al massimo”.
Il sistema
ci porta a credere che siamo uomini liberi, fruitori di una libertà mai vista
prima e difficilmente replicabile.
Ma siamo poi
così sicuri di questa libertà, quando siamo liberi solo di scegliere tra quanto
ci viene imposto dall’alto, un alto molto alto, molto globale, molto lontano
dall’uomo?
Loro se la
sono giocata bene, convinti di non avere passato e di non dover lasciar niente,
noi ce la giochiamo tutta nel cercar di avere il massimo frutto economico dalle
nostre azioni, in modo di potercelo spendere tutto in infinite dosi di quella
droga che si chiama consumismo, una droga che ci renderà di certo la vita più
agevole, ma che ci rende disponibili a calpestare chi incrocia la nostra via,
ma anche disposti a dare calci nel sedere a chi non riesce a reggere il gioco.
Qualcuno si
oppone a questo concetto, se si tratta di un individuo viene isolato e tacciato
di follia, se si tratta di popoli esistono le invasioni
militari o quelle democraticamente culturali.
Ogni
giorno la società viene modificata, un colpetto dietro l’altro, ogni giorno
diviene sempre più plasmata ad un unico modo di vivibilità: il loro.
Ci
crediamo liberi di scegliere tra un auto od un’altra, tra un microprocessore od
un altro, tra una T-shirt ed altra…certo, cambieranno il colore o la forma, ma
hanno una peculiarità, nascono tutte dal sistema consumistico…compreremo un
colore o una forma diversa da quella acquistata dal nostro vicino, ma non
riusciremo a fare a meno di acquistare, anche l’inutile.
Ci
hanno convinto di tutto questo attraverso i media, ci fanno credere che tra una
TV e l’altra ce ne sia una più o l’altra meno democratica, che questo quotidiano
sia dei cattivi e l’altro buoni, poi andiamo ad indagare ed è il pensiero unico
degli editori, sempre gli stessi, sempre la lobby, sempre il sistema.
Questa
società però ha un limite, si è basata sull’economia consumistica e (dopo le
alcune crisi economiche) sulla tecno-scienza informatica, ma ci hanno ormai
venduto tutto e troppo in fretta, oggi
non ci possono vendere il massimo della producibilità, la vendita vacilla
assieme all’economia di cartone delle banche, meno guadagniamo meno spendiamo più
rischiano che ci arrabbiamo: in questa situazione chi dice no, chi, anche nel suo
piccolo,
opera una scelta opposta a quella imposta, l’uomo, l’essere umano,quello
veramente libero, forse riuscirà a ribaltare il sistema.
Giorgio
Bargna