mercoledì 13 maggio 2020

Tra Romano e De Andrè

Non voglio entrare in merito sulla persona Silvia Romano, il suo percorso educativo e scolastico la descrivono come una persona predisposta a combattere le ingiustizie, sebbene il suo percorso africano parli soprattutto di progetti educativi per l'infanzia.

Non ritengo neppure un grosso problema che si sia convertita, più o meno spontaneamente, all'Islam, sono per la libertà di religione; un problema al limite ci sarebbe se avesse sposato la causa dei suoi rapitori, ma ci sono gli inquirenti a indagare su questo.

Io preferisco soffermarmi sull'esposizione mediatica del suo ritorno in patria e a casa, che sicuramente non ha giovato alla sua immagine.

L'esposizione mediatica di una persona che indossa una tunica che fa riferimento a un gruppo di terroristi (sembra che l'indumento riporti al gruppo al-Shabaab) ai più può far pensare male. 
Inoltre abbiamo visto una persona sorridente e che non sembra molto provata da mesi di prigionia, distribuire baci e sorrisi a raffica, ai livelli di un programma di Barbara D'Urso.

Questo è inoltre un momento in cui gli italiani stanno subendo privazioni varie di ogni genere.

Vengono applicate distanze sociali e viene concesso, senza critiche, un assembramento sotto casa sua.
Viene probabilmente pagato un riscatto (e se anche il governo nega, ci sarebbero in ogni caso state spese per il lavoro di intelligence e mediazione politica serviti a salvarla) in un momento a cui agli italiani vengono negati stipendi interi alle maestranze e incassi alle partite IVA.
In questo momento le forze di polizia incutono paura agli italiani che viaggiano, ma li vediamo impegnati a scortarla. 

In questi frangenti ritengo che il Governo abbia sbagliato, volontariamente, ad organizzare un rientro così fastoso, sovraesposto, accolta da un Premier che ha centellinato la sua presenza tra le persone in difficoltà nel Paese.

Il tutto in una Nazione dove la legge vieta, tra l'altro, il pagamento di un riscatto in caso di sequestro.

In allegato una foto relativa al rapimento De Andrè, tutta un altra storia.

martedì 12 maggio 2020

Costruzioni meccaniche

Nella giornata dedicata all'esercito lasciato a combattere senza armi un nemico sconosciuto da parte di una classe politica quantomeno inetta, così come fece decenni di anni fa chi mandò i nostri nonni in Russia, metto scritte alcune mie riflessioni, opinabili come sempre, ma figlie di una mente che ritengo schiava di nessuno se non di me stesso.

Non occorre essere uno scienziato per pronosticare che entro un paio di giorni saliranno i contagi. Ce lo insegnano storia e esperienze post pandemiche.

Non bisogna esserlo nemmeno per immaginare che la violenza del virus sia scemata per suo corso naturale e che sia stata domata, grazie anche a cure e conoscenze che in piena emergenza non si potevano mettere in campo a causa dell'emergenza medica e della dabbenaggine politica e amministrativa (e mi fermo a questa ipotesi).

È più una mia ipotesi personale che il virus, in forma più blanda, circoli in Lombardia almeno da settembre, ipotesi basata su colloqui con persone che hanno avuto sentore di polmoniti strane nel tempo, ma questo è un argomento che al momento lascia il tempo che trova, su cui discutere a bocce ferme. 

L'argomento principale è che davanti a questo aumento di contagi non potremo chiudere ancora tutto. L'economia, la sostenibilità, la decenza non se lo possono permettere. 

La medicina comunque ha trovato alcune cure che grazie allo scemare della forza del virus potranno aiutare a curare in modo meno invasivo molti dei nuovi infetti. Sarà inevitabile qualche morte, magari anche la mia, non sono l'onnipotente, ma da quando il mondo è mondo si convive con le disgrazie e le pandemie. 

Ancora di più in questo mondo a cui abbiamo violentato clima e natura in nome del benessere non possiamo tirarci fuori a lungo dalla lotta, pena perdere proprio quei comfort per i quali abbiamo distrutto il mondo, pena non mangiare due volte al giono, come ci siamo abituati, pena non potersi curare o vivere con quello che oggi definiamo decoro. Pena non dare un futuro decente ai nostri figli, già vittime di alcune nostre scelte. 

Quindi non chiudiamo di nuovo tutto, con paura o con coraggio che sia, affrontiamo questo nuovo mondo che potrebbe non essere più uguale a quello di ieri, sia a livello sanitario che economico; lo Stato vorrà comunque le sue Tasse e probabilmente ridurrà le prestazioni, le banche chiederanno ogni centesimo che gli spetta e non presterà più un becco di quattrino, la grande distribuzione ci dissanguerà, al pari del commercio al dettaglio, che però lo farà per soppravivenza.

Facciamolo con tutte le cautele del caso a favore nostro e soprattutto degli altri, ma rimettiamo in moto la macchina. Ogni costruzione meccanica se grippa troppe componenti si blocca, buttando a mare macchina e fabbrica, con tutte le conseguenze.

Del resto, un uomo non potrà mai sfuggire a un nemico chiudendosi in casa; dalla porta o dalla finestra, il nemico prima o poi entrerà in casa, affrontando una persona fiaccata nel fisico e nella mente e la annienterà. 

So che molti di voi non saranno d'accordo con me, ma comunque, buona fase tre a tutti.

Giorgio Bargna