Analizzare i risultati dei due Referendum sull'Autonomia
rischia di essere difficile e rischioso; la situazione si apre a diverse
sfaccettature, non sempre facili da mettere sotto analisi.
I numeri dicono che circa il 40 e il 60 per cento degli
aventi diritto al voto nelle due Regioni chiedono quantomeno più Autonomia. Io
credo fermamente che molti di loro sognino indipendenza, io faccio parte di
questa categoria.
Parliamo di numeri che sono la caratura di un voto che è
stato anche trasversale, un voto che ha compattato Partite IVA e maestranze in
una protesta concreta rivolta contro uno stato vessatorio che sottrae loro
almeno il 65% di quanto monetizzato col sudore della propria fronte; non un
voto di classe dunque, ma un voto di sopravvivenza.
Già da ieri ogni fazione contrapposta guarda, secondo la
propria convenienza, al fatto che il 50% dei cittadini delle due regioni più
produttive del Nord si è espresso a favore dell' Autonomia, raccontando la
propria verità.
Io vedo un bicchiere mezzo pieno. Un voto, che malgrado
tutto quanto si è raccontato in questi giorni, non è stato di bandiera
meramente politica. Un voto che ancora una volta segnala un disagio molto forte
che deve essere ascoltato.
Qualche amico della sinistra più radicale ammiccava oggi che
l' Emilia Romagna è arrivata gratis a chiedere quanto noi abbiamo chiesto con
il Referendum di domenica. Penso che abbiano fatto bene questi amministratori
ad intraprendere quel percorso perchè a loro basta un barlume di autonomia.
Il Lombardoveneto invece sogna altro, molto di più, è
partito da quanto era possibile mettere in campo per iniziare un percorso ben
più lungo che vuole portare quantomeno ad autonomie molto più marcate.
Sono in cuor mio convinto che ogni elettore domenica è
andato a votare sognando la massima autonomia e bene ha fatto il Governatore
Veneto ad alzare il tiro, li si deve arrivare passo a passo, partendo da questo
bicchiere mezzo pieno.
Giorgio Bargna