Da
“La Provincia di Como” edizione de 27/08/2008
Troppe
scatole: la spesa costa il 30% in più
Penalizzati single e famiglie poco numerose:
per loro un conto più salato fino al 60 %
ROMA Le confezioni
incidono fino al 30% sul prezzo di vendita degli alimenti e pesano sulle tasche
degli italiani spesso più del prodotto agricolo in esse contenuto. Senza
contare i costi indiretti dello smaltimento che vengono poi pagati con la tassa
rifiuti.
I single e le famiglie sempre meno numerose sono i soggetti più
penalizzati da questa situazione, con i primi che arrivano a spendere per gli
acquisti alimentari il 60% in più rispetto alla media delle famiglie italiane.
È la Coldiretti a evidenziare questo ulteriore aspetto della spirale
dei prezzi, al quale la grande distribuzione sta cominciando a porre rimedio
con la diffusione delle apparecchiature che distribuiscono alcuni prodotti
sfusi.
Alimentari i più cari
Nel settore alimentare, spesso il costo dell'imballaggio supera quello
del prodotto agricolo in esso contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola,
dove incide per il 26% sul prezzo di vendita, o per la passata in bottiglia da
700 grammi (25%), per il succo di frutta in brick (20%) e per il latte in
bottiglia di plastica (oltre il 10%).
Per contro, da questo punto di vista le confezioni più convenienti sono
quelle che contengono più prodotto, ma proprio queste sono quelle meno adatte a
single e famiglie piccole, che rischiano di dover gettare nella spazzatura ciò
che è rimasto in frigorifero di una confezione non consumata completamente. Il
problema è ormai avvertito e si diffondono le iniziative per favorire il
consumo di prodotti che non producono imballaggi. In primo luogo l acquisto
diretto nelle aziende agricole e nei distributori di vino o di latte sfusi, che
consentono di risparmiare fino al 40% rispetto al normale prezzo di vendita del
latte fresco. Sono ormai ben 57.530 le stalle, le cantine, e i casali, segnala
la Coldiretti, dove è possibile acquistare direttamente, e ormai decine in
quasi tutte le regioni i mercati degli agricoltori che consentono di
risparmiare sulle confezioni.
Consumi in picchiata
A soffrire maggiormente gli effetti della tradizionale modalità di
vendita tramite imballaggio, sono appunto i nuovi attori della geografia
sociale italiana: single e famiglie sempre meno numerose. L'Istat ha diffuso
nei mesi scorsi una statistica dalla quale emerge che le famiglie con un
singolo componente spendono in media 299 euro al mese per l'alimentazione
contro i 187 euro mensili di ogni singola persona di una famiglia-tipo
italiana, formata in media da 2,5 componenti.
Secondo l' Istituto Centrale di Statistica le famiglie italiane con un
singolo componente sono 5.977 mila, oltre un quarto del totale, il 26,1%. E la
Coldiretti sottolinea che proprio dalle famiglie monocomponente deriva la
crescita continua delle vendite di mini porzioni e piatti pronti, a volte anche
in controtendenza rispetto all' andamento generale italiano. Le verdure in
sacchetto, ad esempio, hanno fatto segnare un aumento del 4,2% nel 2007, mentre
il consumo di verdure in generale è sceso del 2,6%.