In molti miei articoli, sia recenti che datati, ho accennato spesso ad una caduta rovinosa del sistema occidentale.
Approfondiamo un po' il tema, solleticato da un articolo letto sulla Rassegna Stampa di Arianna Editrice.
Non posso che concordare (mi sembra tra l'alto teoria logica) con il citato Oswald Spengler, secondo cui ogni civiltà è soggetta a un ciclo di nascita, maturazione e morte.
Esiste, ed è naturale, una divisione su chi considera le tematiche riportate di seguito come problemi e chi invece, dà di essi una lettura positiva oppure ne nega l'esistenza.
Come sempre oriento il mio pensiero uscendo dallo schema destra-sinistra, schema che non trova più fondamento da anni proprio perché gli indirizzi degli ultimi decenni hanno annientato questa schematica, il concetto di progresso risulta oggi scollegato da quello di giustizia sociale, mentre, al contrario, il concetto di giustizia sociale esprime un'istanza di conservazione nel momento stesso in cui viene menzionato.
Andiamo un po' a snocciolare le problematiche che stanno condannando a morte il sistema occidentale.
La prima in realtà non è un esclusiva occidentale.
Viviamo oggi urbanizzazione altamente diffusa, altissime percentuali di popolazioni che si ammassano in megalopoli che finiscono per avere, rispetto al resto della nazione circostante, una funzione parassitaria.
Viviamo poi un certo senso di avversione e rigetto verso la famiglia e la procreazione, sicuramente incide, a livello di paura economica, l'attuale livello di precarietà, ma molto di più condiziona il pensiero moderno occidentale, il quale ha portato all'esaltazione filosofica dell'individuo in solitudine e deprivato d'ogni legame.
Vengono così dilapidate le basi della socialità collettiva e viene sentenziata la condanna a morte per collasso demografico.
Un'altra problematica, che però anch'essa non è una novità esclusiva dei nostri tempi, è la disuguaglianza sociale. questo genera una sempre più elevata quota di ceto medio trascinato nella povertà, in contraltare a una millesimale quota di facoltosi che da soli governano le scelte globali e che sono in grado di controllare tutte le risorse e i patrimoni strategici.
Spesso cito la fine indecorosa, il crollo, dell'Impero Romano, oggi, come allora i Romani, i Governi Occidentali utilizzano per le guerre, più o meno nascoste o lampanti, barbari mercenari, quali ad esempio gli jihadisti in Libia e Siria, oppure gli Ucraini per affrontare i russi e via dicendo.
Possiamo citare i fenomeni del bullismo giovanile, della violenza di genere, del malcostume mascherato come emancipazione, parliamo di fenomeni quale ad esempio Onlyfans o la desessualizzazione, come decadimento, si morale, ma in fondo generale, che prevalgono in modalità prepotente sulla solidarietà e sul senso comune, non tanto del pudore ma, di una società che possa vantarsi di moralità e comunanza.
Inseriamo nelle problematiche anche internet.
Internet offre enormi vantaggi come accesso immediato a informazioni e comunicazione globale, opportunità di lavoro e intrattenimento, ma presenta seri problemi quali dipendenza, fake news, rischi per la privacy, cyberbullismo e sovraccarico informativo.
E non sono neppure convinto che quelli che ho elencato quali vantaggi lo siano veramente.
Certo, per le ricerche scolastiche, per gli acquisti e per qualche passatempo musicale e artistico è una fantastica scorciatoia, ma abbiamo svuotato, ad esempio, le sale cinematografiche e i negozi, con danni per l'indotto.
Poi sicuramente un uso eccessivo può portare a isolamento sociale, ansia e problemi di salute mentale.
La disinformazione, spesso pianificata, porta a difficoltà nel distinguere le notizie vere da quelle false.
Fenomeni di bullismo, "haters" e commenti negativi diffusi, difficili da gestire emotivamente, mi sembra li abbiamo già citati.
Vogliamo aggiungere la sorveglianza dei dati, il furto dati personali, frodi online (phishing, virus), le troppe informazioni, pubblicità e notifiche che rendono difficile concentrarsi?
Vogliamo, un po' fuori tema, parlare dell' impatto sulla salute: problemi fisici (postura, vista) oltre che psicologici, magari indotti volontariamente, (stress, bassa autostima) legati all'uso prolungato?
Poniamo alla fine un aspetto che non è però ultimo per importanza.
L'immigrazione illimitata, che non è un effetto collaterale, ma una scelta precisa, volta ad atomizzare ancor di più la società.
Una società dove le diverse componenti non condividono lingua, costumi e soprattutto memoria storica, semplicemente è una non-società, è un ammasso informe dove segmenti sociali del tutto estranei gli uni agli altri si trovano forzatamente a convivere.
Questa è stata una delle scelte più gravi, tra le principali, che nostro malgrado, condanneranno a morte il sistema occidentale, o meglio quello europeo, che vanta una storia secolare.
E noi comuni mortali, malgrado di "sfuggita" ci rendiamo conto che esiste una degenerazione dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, dell'indipendenza della magistratura, della libertà di stampa ed espressione e di molto altro, ci opponiamo in minoranza, considerato che la maggior parte della popolazione agisce inconsciamente, sulla scorta di un meccanismo di pensiero, di un sillogismo vincente, governato dall'informazione tossica.
Il cittadino europeo medio non ha la più pallida idea neppure di come si vive alla periferia della sua città, non conosce la vita o i problemi di chi vive sul suo stesso pianerottolo, tuttavia gli arrivano comodamente, a domicilio, saldissime certezze intorno a quanto oppressiva e umiliante sia l'esistenza in Cina, in Russia, in Iran, a Cuba, in Venezuela.
Una volta che ci hanno educati, le classi dirigenti occidentali, hanno mano libera per le peggio porcate.
Qui, come in moltissimi altri casi, la responsabilità del sistema mediatico, la criminale complicità del giornalismo mainstream, è una volta di più decisiva.
Chiamatemi tranquillamente complottista, non è un problema, ma chi ha trent'anni meno di me e leggerà questo articolo, un giorno dirà: caxxo, quel "rimba" aveva ragione.
Grazie per l'attenzione,
Giorgio Bargna
