mercoledì 24 settembre 2025

PONTE SULLO STRETTO, LE DIMISSIONI DOPO I DUBBI DELLA CORTE DEI CONTI


Avevo già scritto di questo l'ormai lontano 8 Agosto, dubbi sulle sicurezze strutturali, dubbi su ogni logica tecnico-economica, domandandomi quali reali interessi si celano dietro un progetto scadente, rischioso, costosissimo, che produrrebbe assai più danni che benefici.

Oggi 24 Settembre 2025 la Corte dei Conti ha chiesto "chiarimenti ed elementi informativi" sulla delibera del Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) che ha approvato il Ponte sullo Stretto, definendola una "ricognizione" più che una vera valutazione.

Il documento della Corte dei Conti mette in discussione diversi aspetti chiave del processo decisionale: dubbi sull’efficacia della delibera del CdM del 9 aprile 2025, che ha approvato i cosiddetti “motivi imperativi di interesse pubblico”, la Corte rileva assenza di alternative progettuali legate alla salute pubblica e alla sicurezza, emergerebbe un disallineamento economico tra la valutazione KPMG (10,481 miliardi €) e quella del quadro approvato il 6 agosto (10,509 miliardi €), con un aumento inspiegabile di oltre 27 milioni di €, bocciato anche il piano tariffario redatto dalla TPlan Consulting, giudicato inefficace nel garantire il rientro dei costi del progetto.

Risultato: il progetto del Ponte sullo Stretto appare segnato da gravi criticità, forzature procedurali e difformità rispetto alla legge.

La Corte dei Conti ha dato 20 giorni all'amministrazione per rispondere, dopodiché si riserva la facoltà di "decidere allo stato degli atti" o di consentire all'amministrazione di ritirare il provvedimento.

Oggi, come Patto per il Nord abbiamo chiesto le immediate dimissioni del Ministro Matteo Salvini, è chiaro che non è capace di portare avanti il suo stesso progetto, quindi invitiamo il Ministro a passare meno tempo sui social e più tempo in Ufficio dove troverà modo di scrivere e presentare al Presidente del Consiglio le sue irrevocabili dimissioni. 

Ovviamente sono il primo a sapere che la richiesta non verrà soddisfatta, ma era un passaggio necessario a nome degli abitanti del Nord, presi a pesci in faccia ancora una volta da parte di chi aveva promesso di difendere i loro interessi. 

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como