Fino ad oggi
era difficile parlare di emigrazione cercando di sviscerare le cause e gli
effetti. Oggi i flussi migratori hanno subito un accelerazione, paurosa ed
improvvisa se vogliamo, qualcuno davanti a questo magari inizia a porsi delle
domande ed a cercare delle risposte, magari inizia anche a darsele di per se,
come proverò a fare io adesso.
Il primo
acchito quando si parla di migrazioni porta sempre a quei ragionamenti che si
limitano al solo immediato, al solo momento vissuto; si parla di diritti, di
necessità da parte di chi l’immigrazione la subisce da ospite; di autodifesa da
parte di chi l’immigrazione la subisce da ospitante.
Ragionamenti
limitati all’immediato, a tentare di risolvere situazioni impellenti e
difficili da mediare. Ragionamenti che sviano dalla reale portata del fenomeno
e che agevolano, se mai ne avesse bisogno, chi politicamente ed economicamente
trova giovamento dalla situazione.
Ho scritto più volte che per qualcuno immigrato spesso significa
lavoro a basso costo, associazioni dedicate, paura da incutere agli autoctoni,
schiavi da fornire a droga, prostituzione, malavita in genere. Ho scritto anche
che immigrazione è fuga da un mondo, già di per se brullo, che è stato
l’abbeveratoio di molti paesi occidentali. E’ un pensiero comunque limitato.
Proviamo a ragionare, a ipotizzare, ad analizzare cosa c'è veramente
dietro questo fenomeno, proviamo a identificare chi sono i trafficanti di
uomini, sia pur in linea di massima e se ci riusciamo.
I media, quando
possono, ci illustrano solo dei continui sbarchi a Lampedusa, con barconi
fatiscenti e tutte queste notizie ci impediscono di capire cosa c'è veramente
dietro al fenomeno dell'immigrazione. Praticamente a nessuno conviene parlare e
riflettere in pubblico di questi fenomeni migratori, non si è mai parlato e
riflettuto sulle vere cause di questi avvenimenti, né con
il piccolo né con il grande pubblico.
A me pare
lampante che esistano dei “facilitatori di immigrazioni clandestine”, che vi
sia presente sul mercato una sorta di networking di “agenzie viaggi speciali”
offerente di pacchetti di viaggio su misura; misura determinata dalla domanda e
dall’offerta. Si, domanda ed offerta, perché le masse non si spostano a caso,
ragionateci.
Queste
ultime settimane ci hanno amplificato il cono d’immagine, non ci sono solo i
barconi di Lampedusa ma sono divenuti visibili a tutti anche “ingressi” dai
Balcani, dall’ Est. Abbiamo anche scoperto che l’Italia e gli altri paesi di
transito non sono certo la meta desiderata (se non da qualche delinquente
patentato) ma che fungono soprattutto, ma non solo, da ponte per i Paesi del
centro e nord Europa.
Potremmo
snocciolare anche mille cifre su quanto le bande organizzate lucrino in questo
settore, ma a noi non interessa questo, interessa il fenomeno generale e le sue
motivazioni.
Diciamo solo
che un viaggio Pakistan-Italia vale dai 30.000 ai 45.000 euro, altri
esempi di
tariffe, in dollari Usa, sono: Afganistan-Regno Unito 25.000, Cina-Usa
40-70.000, Iraq-Germania 7-14.000. (Dati Global Black Market Information).
Nessuno parte a casaccio spendendo queste cifre, gli
hanno venduto un punto di arrivo, anche se non sempre immediato, anche se non
sempre garantito.
Qualcuno
potrebbe illudersi che si tratti semplicemente di un network criminale organizzato,
io sono convinto che dietro ci sia molto di più, che ci siano alle spalle
pianificazioni socioeconomiche di stampo internazionale.
Io credo che
il sistema occidentale chiami a raccolta nuovi attori e che li stia
scritturando, attraverso varie azioni, nei paesi terzomondisti ed è chiaro che,
per diversi motivi, trovi risposta positiva.
L'emigrazione
è causata da macrocause geopolitiche (ribadisco, anche indotte) come: richiesta
d'asilo, scappare da guerre, povertà, differenza di benessere sociale e
sanitario. Lo stile vita occidentale, consumistico, influisce sulla scelta di abbandonare
il proprio paese. Se la scelta socioeconomica fosse quella di arginare l’immigrazione
e di parificare, almeno in parte, la sostenibilità della vita su tutte le aree
del globo si agirebbe direttamente sul
miglioramento delle economie povere, ma questo mi pare non stia accadendo, non
sia mai accaduto.
E’ chiaro, a
mio avviso, che questo è il momento in cui il tutto si sta manifestando al
massimo regime; sono fiumi immensi di emigranti quelli che stanno scorrendo
nell’attuale momento.
Credo che la
strada ormai sia tracciata e che non sia fantasia malata ritenere che il futuro
dell’Europa sarà multietnico in forma massiccia e che si tratti di una mossa
completamente voluta su basi prettamente economiche.
Il sistema
consumistico ormai ha raggiunto il punto di non ritorno e chi doveva consumare
la produzione illimitata ha già tutto in casa. Di fronte ad un calo di vendite
e di produzione occorre un nuovo consumatore e, siccome l’occidentale ormai si
riproduce in forma morigerata, per rimettere in pista il sistema; occorre
trovare un nuovo mercato e siccome è insostenibile, a livello ecologico,
esportare il sistema si è portato in loco il nuovo consumatore.
Io amo
ragionamenti lineari e quindi provo ad immaginare la situazione della mia città
(di dimensioni non esagerate), essa offre ottocento appartamenti liberi.
Pensate a quanti mobili, accessori per la casa, cibo e contribuenti possano
sfornare questi locali vuoti e moltiplicateli per le altre città e cittadine
italiane ed europee.
Io, senza la
presunzione di avere ragione, il “gioco” lo vedo racchiuso in questa logica.
Una logica che sicuramente condizionerà, anche se non so pronosticare come, il
futuro di noi occidentali che il sistema capitalistico e consumistico lo
abbiamo cavalcato senza mai chiederci magari come sarebbe andata a finire
quando avesse raggiunto il punto di non ritorno.
Giorgio
Bargna