Ieri sera, un po’ di getto, ma con convinzione, ho
aggiornato il mio stato su Facebook; la frase incriminabile era questa:
“Forse
più che usare foto celebrative conviene impegnarsi per un mondo migliore, sarà
difficile che finiscano le morti se c'è un dislivello della qualità della vita
così ampio e se l'economia regna sovrana”.
Una frase concisa che contiene ragionamenti molto più ampi,
una frase che in momenti più sereni viene letta per quello che è da chi ha
voglia di guardare verso il mondo, in attimi di tensione come questi magari
crea discussione.
Premetto che al tempo di Charlie Hebdo pur cercando di
restare sull’analisi anch’io mi sono fatto contaminare dalle matite spezzate,
sarà comunità, sarà solidarietà, saranno anche belle cose, ma temo che esporre
la bandiera francese serva proprio a nulla in termini concreti…in verità
probabilmente, nella concretezza, non
serve a molto neppure leggere o scrivere analisi politiche, però almeno
possiamo farci sopra dei ragionamenti.
Preciso per chiarezza che non difendo il terrorismo e
tanto meno chi si fa bandiera della religione per far le guerre che si tratti di
fondamentalisti islamici tipo ISIS o cristiani di stampo balcanico.
Ma non voglio neppure fare un analisi sulla situazione
attuale, intesa come il fatto di cronaca in se stesso, ma prendo punto da
alcuni commenti lasciati sullo stato Facebook per spaziare un attimo e
rispondere ad alcuni; lo spunto me lo ha dato il primo commento di un’amica
francese su cui si può discutere, che poi ha lasciato un secondo commento nello
svilupparsi della discussione con altri amici che da il polso della situazione,
seguito da un terzo a cui una risposta va data.
Nel secondo commento Lilian dice “Vogliono
il loro mondo nel nostro mondo e questo non lo accettiamo”, se
questa frase l’avesse pronunciata un equadoregno non mi avrebbe toccato, ma
pronunciata da un francese cambia significato, la Francia ha colonizzato paesi
in ogni continente del mondo, si sono mai chiesti se gli autoctoni ne fossero
felici? Temo di no!
Nel terzo commento punta il dito: “Quando
ammazzeranno i vostri figli cambierete discorso”.
L’Italia è certamente un paese strano, probabilmente privo
di una vera base identitaria, ma il terrorismo, le stragi, i morti, il pianto
li conosce bene. Conosce i morti per i muri di gomma, per le stragi politiche,
per le stragi mafiose, per le stragi in paesi di guerra sebbene non sia certo
la nostra nazione il primo beneficiario dei beni sottratti ad altri paesi. L’Italia
in un modo o nell’altro si è sempre risvegliata ed ha sempre reagito alle
stragi, nessuno venga ad insegnarci qualcosa in merito.
Però avevo deciso di scrivere questo articolo alla
pubblicazione del primo commento di Lilian ed in seguito ad altri. Agli altri
sarebbe semplice rispondere ma sono argomenti da botta e risposta, dove ognuno
dice quello che pensa, Lilian invece fa un’osservazione pesante: “Noi
facciamo di tutto per un mondo migliore ma loro non lo vogliono. Vogliono il
"loro" mondo”.
Nel botta e risposta ci starebbe alla grande la risposta di
Giorgio Masocco: “Il loro mondo sono le praterie afgane,
irachene, pachistano, palestinesi, in balia di droni francesi, americani,
inglesi, israeliani, che gli sterminato interi villaggi, ospedali di MSF, dove
con licenza di uccidere ammazzano, gli occidentali. Inermi madri e bambini. C'
est la vie, come dite voi”.
Però io voglio provare a confrontare due mondi per un attimo
e chiedermi:
E’ meglio un mondo dove si muore per un mal di denti o
quello dove hai quintali di medicinali, ma muori di tumore per la carne che
mangi o per quello che respiri al lavoro?
E’ meglio un mondo dove per ignoranza o intelligenza (non
sta a me stabilirlo) segui delle regole arcaiche o un mondo dove credi di
essere libero ed invece devi alzarti la mattina per andare a lavorare in modo
di potere pagare le rate dell’auto che ti porta a lavorare e dove sei schiavo
del consumismo che ti lega al denaro obbligandoti a compromessi meschini?
Fatto salvo che tanto in un mondo che nell’altro chi si fa
largo col terrorismo rappresenta solo la parte estremista di quel tessuto e chi
(come dice Giorgio) usa i droni rappresenta solo l’élite dominate, viene
difficile stabilire qual è il mondo migliore tra i due, soprattutto senza
averli vissuti entrambi e non dico vissuti da turista o di passaggio, ma
vivendoli quotidianamente per tempo.
Ragiono però guardando il mio modello di mondo, quel modello
che si è imposto su altri grazie anche a grandi stermini, ricordiamo le Americhe
ai tempi delle invasioni spagnole, tanto per citarne uno, quel modello che per
sopravvivere ha distrutto l’ambiente e l’habitat naturale, un modello che se
fosse applicato in ogni angolo del mondo avrebbe già creato una catastrofe
naturale immane.
Io non so di preciso cosa dovrebbe fare chi vive nell’ “altro
mondo”, so che io devo impegnarmi nel mio nel cercare di frenarlo e migliorarlo
e so anche che se vado ad impormi altrove prima o poi qualcuno se la prende a
male e reagisce, magari anche sovvenzionato dalla mia élite, e non devo
lamentarmi troppo se per avere la casa calda d’inverno qualcuno paga con la
pelle.
Ribadisco il concetto, aborro il terrorismo e le guerre, ma
sono conseguenze dirette di un sistema che esiste, anche se in forma più lieve,
dai tempi di Adamo ed Eva, ma che spero sia dismesso quando nasceranno i miei
pronipoti.
Forse alla fine di queste pagine non siamo venuti a capo di
nulla, fatene ciò che volete, conservatele nel diario oppure appallottolatele e
buttatele nel cestino, l’importante è che facciate una piccola riflessione in
merito.
Giorgio Bargna