Da tempo rifletto sul Referendum abbastanza farlocco del 22
ottobre sull'indipendenza della Lombardia.
Di seguito il testo che a mio avviso,
per legge, non porterebbe da nessuna
parte se accolto:
“Volete voi che la Regione Lombardia, in
considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale,
intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato
l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le
relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo
comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui
tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”
La classica castronata fumosa di chi l'Indipendenza non la
vuole per davvero e che sta bene così, seduto sui banchi di Roma e Milano.
Tendenzialmente il 22 Ottobre sarei andato, non al mare,
vista la stagione, ma comunque in gita, vista la pochezza della posta in gioco. Questo se mi dovessi basare sul testo e sulla sostanza, ma giorni su "La
Provincia di Como" ho letto un testo sul tema, firmato Marco Bassani, che
mi ha portato a una riflessione.
Luigi Marco Bassani è
uno studioso che si è occupato principalmente della tradizione americana (da
Thomas Jefferson a John C. Calhoun) e delle questioni teoriche che riguardano
il dibattito sul federalismo, è stato collaboratore del professor Gianfranco
Miglio all'interno della Fondazione Italia Federale, attualmente insegna Storia
del pensiero politico contemporaneo ed è professore ordinario di Storia delle
Dottrine politiche alla facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali
dell'Università degli Studi di Milano.
Io ho avuto il piacere di conoscerlo durante una cena in cui
nacque il progetto del "Fronte di Liberazione Fiscale" e di rivederlo in seguito in alcuni appuntamenti
di questo movimento, ma torniamo al concetto.
Sono anni, decenni, che in Lombardia a parole e con i voti
si invoca l'autonomia...i fatti purtroppo non hanno ripagato...chi eletto su
queste aspettative non ha ancora ripagato vent'anni dopo e non credo che abbia
intenzione di farlo neppure oggi. Ultimo esempio concreto il Governatore Maroni
che ci aveva promesso che il 75% delle tasse lombarde sarebbero rimaste sul
territorio e che oggi rilancia con questo pseudotesto referendario.
Ma la politica non è basata solo sui fatti avvenuti, la
politica è anche quanto gli elettori vogliono malgrado le azioni degli eletti.
Gli eletti lombardi spesso hanno promesso autonomia e questo si aspettano
probabilmente i loro elettori.
Di fatto questo Referendum ha un valore puramente
simbolico, eppure proprio qui casca
l'asino.
Il deserto alle urne, oppure una vittoria del no, tarperebbero
le ali al sogno indipendentista lombardo.
Roma rimarcherebbe il proprio potere e chi ci crede
resterebbe senza argomenti. Già la Spagna, l'Europa lo fanno sui sogni Catalani
che sono anni luce più avanti, figuriamoci sui Lombardi, sul Lombardoveneto.
Ci sono dei motivi validi però per andare a votare si, se si
è Indipendentisti, se si è Federalisti, se si è Lombardi, contribuenti
lombardi.
Innanzitutto si tratta di una conta, una vera...una conta
che direbbe la verità a Roma e ai Lombardi...un grande numero di si o un grande
numero di no avranno un peso enorme nel futuro prossimo in tema di Autonomia o
Federalismo. Avranno un grande peso sul nostro futuro.
Poi ci sono i numeri dei soldoni e del sudore della fronte.
La Lombardia ha un bilancio di 23 miliardi e un residuo
fiscale di 53 miliardi l’anno, in pratica regala a Roma un miliardo alla
settimana. Trattenerne anche solo la metà significherebbe diventare la regione
più sviluppata e moderna al mondo. Pensate che si potrebbe ad esempio abolire i
ticket sanitari, tenere in ordine strade e scuole, aumentare i servizi sociali
volti ai più bisognosi; senza andare a parlare
degli aiuti che potrebbero essere rivolti alle imprese, con beneficio
per i titolari e per le maestranze. Pensate che la pressione fiscale
automaticamente si abbasserebbe nel giro di pochi anni. Maggiore autonomia,
quindi, significa più sviluppo e benessere per tutti.
Il mio sistema ideale è quello svizzero, un sogno
praticabile negli anni se, veramente, gli abitanti di Lombardia e Veneto ci
credessero convintamente.
Per tutte queste ragioni io voterò SI il 22 Ottobre ed
invito voi a fare altrettanto, nel nome del vostro futuro, ma soprattutto nel
nome di quello dei vostri figli.
Il referendum di Barcellona probabilmente non porterà ad una
Autonomia immediata, ma oggi il mondo ha preso coscienza della questione
catalana. Anche il meno informato oggi sa ormai riconoscere la bandiera della
regione più ricca della Spagna. Il Referendum del 22 Ottobre è il primo passo
per arrivare a questo.
VOTATE SI!!!
Giorgio Bargna