mercoledì 24 ottobre 2007

IL PARTITO SECONDO ME (4)

DIAMO UN STRUTTURA AL NOSTRO PARTITO
Proviamo,oggi, a dare una struttura al nostro movimento ideale.Abbiamo delle difficoltà oggettive:partiamo dal nulla,evidentemente senza sponsor economici,dobbiamo rappresentare un'intera nazione,unendo pensieri e parole che non si conoscono tra loro,senza avere un'organizzazione già operativa.

UN MOVIMENTO A CUI ISPIRARSI
Tirando l'acqua un po' al mio mulino prendiamo come esempio la lista civica di cui sono attivista. “Lavori in Corso” nasceva sette anni fa in un modo non proprio ortodosso,alcuni amici (che ne divennero poi i soci fondatori) parlando e riparlando di Cantù,dei problemi che essa incontrava,della classe politica locale decisero già una ventina di mesi prima delle elezioni amministrative del 2002 di provare in qualche modo ad invertire gli avvenimenti.Così contatto dopo contatto riuscirono a far decollare questo progetto nato sul modello “eravamo quattro amici al bar”.Divennero,grazie ad un buon programma,il secondo movimento politico canturino mancando il ballottaggio per soli cinquecento voti (a Cantù se non erro votano circa ventimila persone).Nel passare degli anni,basandosi sul principio della democrazia partecipativa,si intuì che,per meglio rappresentare questo principio,bisognava applicarlo già nel movimento.Si decise così,impegnando enormi risorse umane,di trasformare il movimento in una coalizione di liste civiche atte a rappresentare le zone della città (per convenienza organizzativa si optò per le otto parrocchie),che avesse però un suo “cuore” organizzativo basato sul candidato sindaco,i consiglieri uscenti e qualche mente più illuminata di altre.L'organizzazione centrale,consultando comunque quella locale,era il faro illuminante,le strutture rappresentanti le zone erano la rappresentanza sul territorio del movimento.Non si vinse il ballottaggio più o meno per lo stesso numero di voti di cinque anni prima.

UN MOVIMENTO DA CREARE
Proviamo a basarci,anche se non in toto,a questa esperienza.Ammettiamo che un gruppo di persone oggi pensino di fondare un movimento politico basato sulla democrazia diretta partecipativa,su un municipalismo federativo e sulla centralità del cittadino.Non hanno a disposizione ne una struttura avviata ne denaro in quantità.Allora partono come movimento locale (provinciale,regionale al massimo),cominciano così a diffondere il loro ideale,in loco innanzitutto,con la speranza poi di aggregare in tutta la nazione.Non avendo denaro ne organizzazione come procede poi,in caso di diffusione positive degli ideali,per un espansione in tutta la nazione?Il nostro movimento politico (il già,in altro post,citato PARTITO IDEALE) funge da “cuore” organizzativo e dimostrativo,poi visto l'ideale municipalista-federativo,valuta le richieste ricevute da liste civiche sparse sul territorio nazionale,se ritenute valide “cede” ad esse la possibilità di inserire il logo del movimento nei loro simboli nei momenti in cui esse si presentano ad elezioni di qualsivoglia natura;una volta,nel tempo,che le suddette liste dimostrino realmente di attuare gli ideali di riferimento potranno essere annesse al PARTITO IDEALE,sviluppandone così il valore sia di sostanza che di ideali.Quando questo processo si sarà sviluppato in grandi dimensioni ci troveremo di fronte ad un partito a dimensione nazionale,strutturato sulla base di “succursali locali” in grado,politicamente e finanziariamente,di reggersi sulle proprie gambe;da li alla “Rivoluzione Istituzionale” il passo sarà breve.Forse questo discorso,a priori,può essere visto,con occhio critico nei riguardi del movimento citato,con accuse di ipersuperiorità presunta,ma vista la situazione di partenza e gli ideali da realizzare,questa presunta mania di grandezza può essere accettata e giustificata ampliamente.
Questa di tutte le mie idee è l'unica non ancora confrontata con altri,fatemi sapere il vostro pensiero,
un saluto a tutti,
Giorgio.

IL PARTITO SECONDO ME (3)

PROVIAMO OGGI AD INVENTARCI LA CARTA DEI PRINCIPI DEL NOSTRO “PARTITO IDEALE”

PARTITO IDEALE è proiettato verso la creazione di una nuova visione della politica.
La vera,dificile ma non improbabile,missione è la riorganizzazione della moralità politica in Italia,supportata da programmi e obiettivi tendenti a coinvolgere la società italiana alla Partecipazione diretta nella vita politica.

PARTITO IDEALE è il faro illuminante nella rinascita della democrazia italiana,realizza un avvantaggiante equilibrio, a favore del Cittadino, tra rappresentanza e governo.
Ad oggi la formula istituzionale risaltava la rappresentanza,oggi però prende corpo,partendo dal Cittadino e dalle città,e giungendo allo Stato nazionale, una spinta riformista delle istituzioni e delle regole elettorali, tendente alla parificazione con gli altri paesi modernamente organizzati.

LA DEMOCRAZIA REALE
Oggi è ormai palese la richiesta, da parte dei cittadini,di partecipare allo sviluppo in forma evolutiva della democrazia.Il Cittadino non si accontenta più di Partecipare solo nel momento elettorale.
I partiti tradizionali non si interessano di far fronte a questa esigenza, la distanza tra partiti, asserragliati, e società, in perenne evoluzione democratica, ha reso le pratiche deformanti di un sistema politico,votato al solo potere,contrastanti all'interesse della comunità.
Finti approcci moralistici,una risposta giudiziaria insufficiente,una via referendaria falsata hanno accompagnato la democrazia italiana in una crisi cronica che non può prescindere da un rilancio del ruolo della politica, che si traduce in nuove risposte, alle istituzioni e alla società.
La reale democrazia e l’etica pubblica vanno fondate sulla diretta Partecipazione dei Cittadini.
Certo,la reale democrazia non potrà affermarsi senza i partiti,ma essi dovranno tuffarsi nella centralità del cittadini, Principi in quanto portatori di diritti individuali e Comunitari.

PARTITO IDEALE rappresenta in quest'ottica una nuova opportunità da cogliere, si pone come luogo di partecipazione, di proposta,di contributo, di raffronto,un modo di concepirsi un poco movimento popolare ed un poco partito organizzato.Si tratta di un ambiente aperto,l'essenza di un vero progetto democratico, raccoglie le esigenze emergenti, propone opinioni nel processo evolutivo della società .Strutturato su basi federali e organizzato a livello nazionale avrà l'obbligo di fondarsi sulla dimensione locale.
A partire dalla fedeltà ai principi ed ai valori richiamati nella Costituzione della Repubblica Italiana e nella Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione Europea ( dignità umana, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia), che di quelle culture sono figli,PARTITO IDEALE interpreta il meglio delle tradizioni democratiche che hanno plasmato la storia politica italiana ed europea. Ispirazione deriva dal popolarismo con la centralità che esso conferisce ai valori della persona, della famiglia e delle comunità originarie; in appoggio ad esso la concezione liberal-democratica, che scommette sull'autonomia e sul protagonismo del soggetto.

PARTITO IDEALE deve puntare all'esaltazione della responsabilità personale,dei diritti individuali;delle comunità e delle autonomie locali riconoscendone il carattere genetico e le loro espressioni istituzionali, a cominciare dal Comune.

DI CONSEGUENZA IL DECALOGO:
LA NAZIONE CHE VOGLIAMO,
FAR RINASCERE L' ITALIA,CREDENDO NELLA SUA GENTE
SFIDUCIA NELLA POLITICA, IMPEGNO NEL SOCIALE
Sono sempre di più le persone che, pur provando sfiducia nei confronti della politica, sentono il bisogno di dare il loro contributo per la soluzione dei problemi della collettività attraverso l'impegno in un progetto politico che porti all'abbattimento dell'oligarchia che domina lo scenario italiano.Si individuano come mezzi di attuzione del progetto:Democrazia diretta e partecipativa,esaltazione delle Comunità Locali,Centralità del Cittadino.

LA REALTÀ ITALIANA
Nella nostra nazione nonostante l'elevato livello di benessere, esistono carenze sul piano della qualità dell'ambiente, dei servizi pubblici, e non mancano situazioni di sofferenza che non ricevono adeguate risposte da parte dello Stato. Inoltre, sono frequenti i segnali di difficoltà, per le imprese a soppravvivere a questo sistema fiscale, con conseguenti
ripercussioni sul piano della sicurezza del lavoro.

IL NOSTRO PRINCIPALE OBIETTIVO
Noi pensiamo che di fronte ad una realtà di questo tipo occorra valorizzare le potenzialità di cui la nazione è ricca e che fino ad oggi non ha saputo esprimere pienamente. Ciò può avvenire soltanto attraverso il coinvolgimento di un ampio numero di persone, che rappresentano la principale ricchezza su cui contare per trasformare l'Italia in una nazione esemplare per qualità della vita, fratellanza, accoglienza, ed insieme efficienza, produttività e sicurezza, in armonia con le esigenze dell'ambiente e con i bisogni delle persone.

TRADURRE NELLA POLITICA I GRANDI VALORI UNIVERSALI
L'impegno per una nuova concezione dell'Italia non deve però rimanere fine a sé stesso. Al contrario noi pensiamo che rappresenti il modo migliore per contribuire a costruire ,a partire da noi stessi, un mondo più giusto, equilibrato e fraterno, traducendo i valori universali della fratellanza, della giustizia e del rispetto della natura, in concrete scelte di politica . Questo è infatti il principale insegnamento dei grandi profeti dell'umanità: se vuoi cambiare il mondo comincia da te stesso e dalla realtà in cui vivi.

PERCHÉ CAMBIARE
In effetti nella realtà in cui viviamo molte cose dovrebbero cambiare. Lo sfruttamento della natura ha raggiunto livelliinsostenibili. Le città sono sempre più inquinate, rumorose, violente ed invivibili. Milioni di esseri umani sopravvivono in condizioni di povertà estrema, vittime di una distribuzione di ricchezza che favorisce pochi privilegiati a scapito di una schiacciante maggioranza di disperati. Un numero crescente di persone, in particolare fra i giovani, non riesce più a dare senso alla propria esistenza e s'abbandona a forme d'evasione dalla realtà che spesso si traducono in violenza contro se stessi, contro le persone e contro il mondo esterno. Talvolta la violenza viene addirittura utilizzata per ottenere velocemente quella ricchezza materiale che per molti sembra rappresentare l'unica vera ragione di vita.

IL RUOLO CENTRALE DELLA POLITICA LOCALE
Noi pensiamo che tutto ciò rappresenti il sintomo di una crisi di civiltà la cui soluzione richiede il contributo di ciascuno di noi, a partire dalla realtà nella quale viviamo. In tal senso la politica locale assume un ruolo centrale e deve perciò farsi carico anche di questioni che solo apparentemente sembrano non competergli. Per usare le parole di Giorgio La Pira potremmo dire che amministrare una città significa certamente "occuparsi delle sue lampadine", ma significa anche " farsi carico del problema della Pace".

UN PATRIMONIO INSOSTITUIBILE
Il contenuto di tali documenti rappresenta un patrimonio etico insostituibile, fondato sulla sacralità della persona, sulla pari dignità umana e sul conseguente dovere di agire reciprocamente in spirito di fratellanza. Un patrimonio che ha trovato,anche nel nostro paese, il sostegno di grandissime personalità: da Dossetti, La Pira e Moro; ai fratelli Rosselli, Gobetti,Gramsci e Spinelli; fino a Capitini, Milani, Balducci e Turoldo; per citare soltanto i più illustri.

PRENDERSI CURA DELLA NAZIONE
Orientati da questa "bussola valoriale" intendiamo prenderci cura dell' Italia con competenza, serietà e spirito di servizio. Noi crediamo nella nostra nazione e questo ci motiva nelle volontà di lavorare insieme per migliorarla. E poiché siamo convinti che lo stile delle persone riveli sempre la loro vera identità, rifiuteremo ogni atteggiamento arrogante o borioso nei confronti di chiunque, e qualificheremo il nostro lavoro sulla base di una costante attenzione e cura nei confronti di ogni
persona.

COLTIVARE UN SEME FECONDO DI BENE E CIVILTÀ
Oggi,molti accusano chi, come noi,sostenga la necessità di ideali Partecipativi e Federalisti per un miglioramento sociale ed economico della vita di mistificazione utopica,smentiremo tutti questi sciagurati dimostrando che la piramide che porta in linea retta dal singolo Cittadino al Governo Nazionale funziona,funzionerà sempre e porterà all' Italia una ricchezza non solo economica ma anche Civica.

IL GIURAMENTO DEL NUOVO POLITICO
Giuro fedeltà ad una politica onesta,alla centralità del Cittadino,alle Comunità Locali che rappresento ed alla Democrazia di forma Diretta e Partecipativa quale forza d'urto finalizzata al raggiungimento della Giustizia Civile.
Giuro di non praticare politica per raggiungere scopi personali,ma nell'interesse della Collettività.
Giuro inoltre dinanzi a tutta la Nazione di porre a disposizione di Essa tutte la mie capacità e tutte le mie forze.

QUESTO SIAMO O NON SIAMO NOI?
Giorgio

martedì 23 ottobre 2007

IL PARTITO SECONDO ME (2)

Qui la seconda parte del viaggio in quella che è la mia visione di partito,buona lettura,
Giorgio

Alla base di un nuovo progretto politico,ispirato alle idee proposte in queste pagine, deve essere l'assenza di una pregressa ideologia imposta nella nostra forma partitica,il progetto deve necessariamente ospitare persone ideologicamente rappresentanti ogni gradazione dell'arco costituzionale e che non siano politicanti di professione.
Base essenziale di tale progetto sono i programmi da elaborare,presentare agli elettori ed attuare in caso di vittoria elettorale,la non attuazione dei programmi significherebbe la fine politica e morale del progetto.
Il progetto politico punta alla eliminazione degli sprechi pubblici ed all'allontanamento dal potere esecutivo dell'attuale oligarchia presente nel mondo politico-istituzionale in questo momento.
Il progetto indende giungere allo scopo tramite queste azioni:
1)ATTUAZIONE DI UN MUNICIPALISMO FEDERATIVO basato sulle comunità locali e:
2)AREE OMOGENEE TERRITORIALI (federalismo basato su territori quali es.:la brianza,il gargano,le murge)
3)DEMOCRAZIA DIRETTA E PARTECIPATIVA nelle scelte locali e nazionali
4)CENTRALITA' DEL CITTADINO e non delle istituzioni
5)RESPONSABILIZZAZIONE DEL CITTADINO esso ha si diritti ma anche doveri
Della forma di Municipalismo Comunale ho già divagato oltremisura nel presentarvi il progetto CANTU' PARTECIPATA,ad esso eventualmente si potrebbero aggregare forme partecipative che possano influire anche sulle decisioni nazionali,ma questa è tutta un'altra storia.
Anche di Democrazia Diretta e di centralità del cittadino abbiamo già discusso,se non l'avete ancora fatto andate a leggervi i post in merito.
In futuro parleremo dei due punti non ancora affrontati,di una Carta dei Principi e dello Statuto.
Un caro saluto a tutti,
Giorgio

IL PARTITO SECONDO ME (1)

Vediamo innanzitutto,di definire cosa si intenda per Partito Politico:
Un partito politico è un'associazione tra persone accomunate da una medesima
finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali dello
gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e
particolari. L'attività del partito politico si esplica nello spazio della vita
pubblica e, nelle attuali democrazie rappresentative, ha per "ambito prevalente"
quello elettorale.O meno poeticamente: il partito politico è «una compagine di persone che cercano di ottenere il controllo dell’apparato governativo a seguito di regolari elezioni».Il nocciolo della questione e' dunque che il partito è un’associazione,il suo fine è influenzare le decisioni pubbliche,gli scopi sono ottenuti principalmente attraverso la partecipazione alle elezioni, la strategia principale è l’occupazione di cariche elettive.Possono suonare male queste definizioni alle orecchie di alcuni,ma non vediamoci nulla di scandaloso: questa e' la politica,e la disonesta' eventuale della politica la creano i politici non i partiti.
I partiti sono mediatori tra lo Stato e i cittadini,essi svolgono una funzione di socializzazione politica poiché attraverso la loro azione i partiti educano gli elettori alla democrazia,infine, mentre i gruppi di interesse articolano gli interessi dei cittadini, i partiti si occupano di aggregare questi interessi.

Qualche breve cenno storico:
i partiti, in ogni parte del mondo, nascono nel momento dell’affermazione della democrazia e quindi quando il governo diventa responsabile verso il voto degli elettori.
Se il partito in quanto tale nasce con la Rivoluzione inglese del ‘600, è solo
con la formazione di una società di massa e l'allargamento del suffragio elettorale, che i partiti si affermarono nel senso specifico della forma attuale, ossia caratterizzati da: un'organizzazione territorialmente diffusa, con un sistema di comunicazione tra centro e periferia; la volontà di
ottenere il potere locale e centrale; la ricerca del sostegno popolare.
I partiti politici si ditinguono generalmente in partiti di centro, destra e sinistra. Questa distinzione trova la sua origine nella collocazione dei deputati negli emicicli parlamentari. Già dal tempo della Rivoluzione francese, il centro era sinonimo di "moderazione", la destra di "conservazione" e la sinistra di "progresso",non sempre,nel presente,queste definizioni trovano riscontro.

Il valore morale
La Politica deve risultare la realizzazione dei valori esistenziali più importanti, non una rincorsa al potere.
Una politica priva di valori si trasforma in una barca priva del timone,che tra le onde del mare va alla deriva;sballottata da onde e vento e' destinata a naufragare. Nel nostro agire politico dobbiamo definire alcuni importanti valori di riferimento,il fondamento del fare politica.
Dignità della persona,sussidiarietà,solidarietà,laicità della politica,pluralismo democratico.
L'uomo è l'unico vero fine dell'agire politico,la politica deve essere sempre al suo servizio per aiutarlo a realizzarsi personalmente, socialmente ed interiormente.L'importanza di questo valore e' basilare.
Lo stato deve regolamentare i rapporti tra i suoi cittadini ma non deve mai intervenire direttamente laddove i cittadini, sia singolarmente, sia in gruppo, possono operare autonomamente.
Il più forte ha sempre il dovere d'aiutare chi è più debole sia economicamente, sia socialmente, sia moralmente. L'ente pubblico deve necessariamente intervenire solo in settori laddove ci sia una carenza d'intervento da parte dei cittadini.
Ogni politico è libero d'aderire alla religione o alla filosofia che più gli aggrada ma nell'agire politico egli risponde esclusivamente alla propria coscienza.
Ogni eletto deve rispondere delle proprie scelte politiche esclusivamente ai suoi elettori, mai ad un partito politico. Le scelte d'interesse locale devono essere prese in piena libertà dagli amministratori locali senza alcun altro condizionamento.

Il Partito,come lo vogliamo noi.
Con i cambiambiamenti avvenuti nelle ultime stagioni, gloriose organizzazioni partitiche tradizionali sono fisiologicamente sparite, perché la loro funzione storica era terminata.
Purtroppo, un sistema partitico adeguato ai nuovi obiettivi stenta a decollare.Per dare risposte politiche adeguate in un'economia "online", le strutture partitiche devono essere ultraefficienti,
perché questa efficienza devono trasmetterla anche alle istituzioni. La burocrazia pubblica deve essere al servizio di cittadini ed imprese per aiutare a vivere e produrre meglio.
Oggi servono partiti ed istituzioni che rispondano agli elettori sul piano della produttività politica.
I vecchi partiti aggregavano su basi valoriali comuni. Un partito moderno deve aggregare, esclusivamente, sui programmi. Insomma, lo strumento partito serve per creare precisi programmi politici, farli approvare dagli aderenti, realizzarli se vince l'elezioni.
L'aggregazione sui valori deve avvenire non più in ambito partitico ma nella società civile attraverso naturali processi d'aggregazione in associazioni, sindacati, gruppi religiosi, imprese. Saranno gli aderenti a queste diverse forme d'aggregazione che modelleranno i programmi partitici attraverso il loro voto diretto. Partiti che non seguissero le indicazioni dei loro sostenitori sparirebbero rapidamente oppure non governerebbero mai. Per avere sistemi istituzionali efficienti è necessario entrare in questo ordine d'idee.
Oggi, chi vuol dar voce a determinati valori crei subito uno specifico partito,una specifica lista civica,un progetto politico insomma,poi domani sarà sufficiente aggregarsi, concorrere alla costruzione dei programmi politici ed esprimere propri candidati alle competizioni elettorali.
Bisogna sempre ricordare che i cittadini partecipano alla politica solo se verificano di poter migliorare la società sentendosi coinvolti nelle scelte.
Il Partito (così come lo vogliamo noi) fonda le sue radici sulla dignità della persona umana, sui principi di sussidiarietà, solidarietà, laicità della politica,pluralismo democratico. Pensiamo che ogni azione politica debba portare sempre concreti, nuovi, positivi miglioramenti nella vita dei cittadini. Un approccio politico diverso non è accettabile, ne socialmente, ne moralmente.
Nostro obiettivo principale è sviluppare ed elaborare idee nuove da proporre alla politica. Servono idee sempre nuove per migliorare concretamente la qualità della vita d'un quartiere, d'una provincia, d'un popolo. Le nuove idee servono perché le risorse economiche sono ogni giorno sempre piu' limitate. Ci vogliono idee innovative perché, se esistono ancora problemi sociali, significa che le strategie attuate ad oggi non sonostate sufficientemente efficaci nel risolverli. Rifiutiamo aprioristiche ed inutili contrapposizioni partitiche.Per aiutare le persone a risolvere i problemi bisogna andare sul concreto.Noi seguiamo la disciplina delle idee non quella del partito. Un'idea è buona in se stessa, se la sua realizzazione migliora la vita della gente. Ad un'idea si puo' solo controbattere con un'altra idea migliore.
QUESTO SIAMO O NON SIAMO NOI?
Giorgio

Progetto "CANTU' PARTECIPATA"

A dimostrazione che anche in Italia,nei limiti imposti dalla legge,qualcosa si muove pubblico in questo post il fulcro di un progetto che io ho denominato “Cantù Partecipata”,in caso di risultato positivo alle scorse elezioni amministrative il mio candidato sindaco (Claudio Bizzozero,sostenuto dalla Coalizione Civica Lavori in Corso) ne avrebbe,a sua discrezione,potuto fare uso insieme alla sua Giunta.Il valore di questo progetto non sta sicuramente nel fatto che lo abbia costruito io,ma nel concreto riscontro di essere basato sulle esperienze pluriennali di alcuni comuni italiani quali: Ivrea,Pieve Emanuele,Grottamare.Esso e' la dimostrazione che il popolo puo',se vuole,essere partecipe alle decisioni istituzionali.Il malloppo è purtroppo piuttosto sostanzioso,abbiate pazienza nel leggerlo,magari in più “puntate”.Un saluto a tutti,Giorgio.

Affrontiamo la riflessione e la costruzione di un modello di partecipazione che possa
dare permanenza al ruolo della democrazia diretta nella vita politica ed amministrativa locale.
La scelta è quella di perseguire la partecipazione come elemento fondante di una ricerca di rifondazione della democrazia reale.
Potremmo a questo pro evidenziare quattro nodi profondi della questione, espressi nella forma dell'esigenza di quattro superamenti, quattro “oltre”: “oltre la deliberazione democratica”; “oltre la tolleranza”; “oltre la sostenibilità”, “oltre l'efficienza”.
Soprattutto, io trasformerei questi “oltre” in un'assoluta necessità di critica evolutiva: dove il termine “critica” vuole indicare un'indagine sistematica, ed il termine “evolutiva” rinvia all'esigenza di andare alla ricerca continua dello sviluppo e del costante miglioramento.
Schematicamente, la critica della deliberazione democratica ci conduce al concetto di democrazia come processo che deve costantemente, permanentemente rinnovarsi e crescere, che non può essere una formula algebrica riducendosi ad un insieme di meccanismi di deliberazione o partecipazione, non sarebbe più (in formula piena) democrazia.
Il concetto di sostenibilità dovrebbe essere ricondotto al suo fondamentodi responsabilità: responsabilità nei confronti delle generazioni presenti e future. “Farsi carico” in senso radicale della responsabilità che deriva dalle proprie decisioni.
Si tratta di un concetto di sostenibilità che non si lascia addomesticare in una visione dolcificata di un generico “sviluppo sostenibile” o della sostenibilità che troviamo citata a decorare norme,progetti, iniziative di tutt'altro segno. Un concetto di sostenibilità che non permette di rimuovere la dimensione del conflitto.
La funzionalità acquisita nel tempo dalle amministrazioni, che, seppure non può essere accantonata nei processi decisionali che coinvolgono le stesse amministrazioni pubbliche, deve essere subordinato alla dimensione dell'efficacia.L’efficacia ha a che fare con i fini e non con i risultati: in questo senso la necessità di“efficacia” dei processi partecipativi è elemento determinante.
Il cammino che si intraprende per questa via è un cammino pericoloso, che ci espone costantemente al rischio di un uso distorto della partecipazione, anche al di là delle buone intenzioni che magari animano chi la promuove.
La partecipazione può ridursi facilmente a strumento di ricerca di consenso e di riduzione o rimozione del conflitto, in totale contraddizione con i fini di questa ricerca di democrazia reale; una ricerca costante che richiede di costruire la partecipazione come trasformazione, sia dei partecipanti che delle istituzioni e dei tecnici.
In questa dimensione, la pratica della partecipazione non può mai lasciarci soddisfatti, non permette di celebrarne con leggerezza i successi, pena il rischio di farne un “monumento”, quasi un atto autodiscolpa quotidiano che non richiede il minimo sacrificio”. Solo una costante tensione alla crescita ed il rinnovamento dei processi ci allontanano dal rischio di fossilizzazione del progetto partecipativo.
Nel mio girovagare attraverso le esperienze partecipative di vari comuni italiani mi accorgo che le pratiche partecipative non sempre riescono ad essere abbastanza inclusive (nei confronti della maggioranza degli abitanti e, in particolare, dei soggetti piu’ deboli) e solitamente riescono solo marginalmente a scalfire la nostra responsabilità collettiva nei confronti del modello di sviluppo,pensare che solo questa costante trazione fa dei processi partecipativi un fattore positivo di trasformazione.
Un altro rischio, complementare, deriva dall'”istituzionalizzazione” e dalla “strutturazione” dei processi di partecipazione e dall'introduzione in questi processi di meccanismi di deliberazione: il rischio di una malintesa e distorta rappresentanza. Non possiamo aggirare la constatazione che a tutti questi processi partecipa una minoranza dei soggetti che avrebbero titolo di esprimersi e che questa minoranza è in qualche modo selezionata anche dalle caratteristiche dei processi che proponiamo, venendo a costituire, nei fatti, una élite. L'introduzione di meccanismi di conteggio di maggioranze, di deliberazione, credo debba essere sempre affrontata con estrema cautela, privilegiando processi che mantengano nella misura più ampia possibile la ricchezza degli esiti.
In conclusione, credo che la misura della qualità della partecipazione ruoti attorno a due chiavi fondamentali: l'efficacia e la permanenza.
L'efficacia ci costringe a recuperare una misurabilità del rapporto tra il nostro impegno ed i fini, che non si sovrappongono con gli obiettivi proposti ad ogni singolo processo: è fondamentale che la partecipazione, non solo sia efficace, ma sia anche correttamente percepita come efficace.
I fini non possono che essere quelli di “fare società” e di porre la questione di affrontare, insieme a chi partecipa, la dimensione della sostenibilità e, quindi, della responsabilità.Nella nostra “visione” della vita,spesso purtroppo, è congenita un’estensione minima di responsabilità che ci accompagna nostro malgrado in una “zona grigia” nei confronti del modello di sviluppo.La sostenibilità di cui parliamo significa “ farsi coinvolgere da una felicità o da una disgrazia rappresentata solamente per le generazioni future” o meglio ancora da una felicità o da una disgrazia rappresentate solamente per un'umanità a noi lontana. Porsi in questa dimensione di responsabilità vuol dire porre in questione il modello di sviluppo,ed in situazioni di ricchezza economica e di comodita’ acquisite questo percorso trova forte atrito.
Per permanenza va intesa l'esigenza che i processi di partecipazione “producano” democrazia.
In incontri sul tema della partecipazione,di cui ho letto, le esperienze
proposte ricadono quasi sempre in due classi: spesso vi sono comitati, movimenti che chiedono ascolto e partecipazione ad istituzioni che non rispondono, oppure vi sono istituzioni che propongono occasioni di partecipazione dall’alto... credo che la ricerca dell'incontro tra queste due spinte sia il nodo decisivo.
La partecipazione deve perseguire la continuità e la permanenza, diventando un elemento costituente della società e della politica, facendo in modo che la società continui a richiedere partecipazione e sia in grado di produrre una propria rappresentanza che mantenga questa priorità anche nella vita delle istituzioni riuscendo ad innescare il circolo virtuoso dell'azione colleggiare.

Organizzazione dei processi partecipativi
Specifichiamo la seguente definizione del contesto e della strategia in merito alla democrazia partecipativa.
• La promozione delle forme di democrazia partecipativa costituisce una priorità fondamentale per ricostruire un rapporto tra istituzioni e società, per ricostituire uno spazio pubblico di decisione sui destini del nostro territorio, costruendo così una nuova cittadinanza.
• La “partecipazione” deve essere intesa come processo di arricchimento e di crescita reciproca, che deve quindi ricercare costantemente nuove vie di inclusione e di allargamento, dando voce a tutti gli abitanti, evitando con attenzione il rischio di volersi delineare come forma malintesa di rappresentanza. In questo contesto si potrebbe definire un modello di sviluppo del processi di democrazia partecipativa che veda il superamento del modello delle commissioni consultive proiettandoci verso un modello più aperto, ispirato ad meccanismo simile a quello dei forum.

Criteri di riferimento
Ad integrazione della “definizione del contesto e della strategia” sopra riportata, si individuano i seguenti criteri, come linee guida nello sviluppo e nell'attuazione della proposta di modello:
• La partecipazione rappresenta un modello di coinvolgimento, codecisione nelle scelte che il legislatore toglie alla partecipazione stessa,obbligo di esecuzione da parte dell’istituzione pubblica delle scelte partecipative ammesse , crescita della cittadinanza consapevole ed arricchimento. Non deve essere confusa con meccanismi di consultazione, informazione, mediazione di rappresentanza, risonanza di decisioni già assunte.
• Il ruolo della partecipazione deve essere progressivamente esteso e deve riguardare tendenzialmente ogni settore di attività, evitando il rischio di limitarsi a singole aree di
intervento.
• I meccanismi di partecipazione devono essere improntati al perseguimento dell'obiettivo della permanenza e della crescita qualitativa e quantitativa del livello di partecipazione.
• Gli elementi fondamentali da perseguire sono quelli della continuità della partecipazione, dell'organizzazione dei processi, del riconoscimento degli obiettivi e delle azioni,
dell'uguaglianza degli abitanti.
• Elemento determinante per il successo della partecipazione è la capacità di ottenere ed essere in grado di verificare l'efficienza e l'efficacia dei processi.
• L'organizzazione dei processi partecipativi non può che essere in certa misura sperimentale e quindi prevedere la possibilità di una revisione ed aggiornamento dell'organizzazione sulla base
dell'esperienza nei processi stessi.

Modello di organizzazione
Si individua un modello articolato in luoghi, momenti e soggetti della partecipazione come segue:
1. Il Cantiere permanente della partecipazione
Il Cantiere permanente è, appunto, il luogo deputato alla permanenza, continuità, organizzazione e visibilità dei processi di partecipazione: si articola in:
• la bacheca della partecipazione: luogo fisico (bacheca/bacheche sul territorio nonche' informazione gestita tramite invii postali) e virtuale (sito web collegato al progetto in spazio permanente sull'informatore comunale) dove siano costantemente visibili lo stato, i risultati e la programmazione dei processi di partecipazione in corso o completati, nonché il quadro generale di riferimento.
• l'ufficio partecipazione responsabile dell'organizzazione(comprensivo di sportello/i della partecipazione sito/i in sede/i comunale/i), gestione e comunicazione dei processi e dei loro risultati.
• il forum permanente della partecipazione, anch'esso fisico e virtuale: fisico, basato su momenti di lavoro “aperti” dell'ufficio partecipazione (assemblee di quartiere,tavoli di partecipazione,contributo delle associazioni,PGT Partecipato,box delle idee ecc.), con cadenza nota e fitta, cui sono invitati a prendere parte tutti coloro che vogliano proporre, informarsi, verificare o contribuire ai processi di partecipazione; virtuale, basato sulla piattaforma costituenda tramite il progetto web già citato.
2. Il Forum civico
Evento di partecipazione con frequenza relativamente bassa (di norma due volte l'anno) e durata definita (indicativamente una – massimo due settimane), con un'elevata visibilità pubblica, articolato in una serie di momenti di partecipazione sui temi generali della vita, della società e del territorio.
3. La Consulta delle associazioni
Luogo di incontro delle associazioni: essa viene attivata dall'amministrazione comunale, ma è largamente autonoma nella propria attività. Si riunisce in sessione plenaria e coinvolge i soggetti. 4 Finanziamento da parte del Ministero dell'innovazione scientifica,dell’Unione Europea o da parte di “borse di studio” elargite da fondazioni o concorsi sul tema partecipativo.
Altri compiti o obiettivi di interrogazione ed interazione con l'amministrazione sono auspicati, ma lasciati alla piena autodeterminazione di ciascuno,associazione o privato,consulta tematica, secondo le esigenze, le volontà e le potenzialità dei partecipanti.
L'amministrazione si estromette dal determinare i lavori, salvo che per la attivazione, ma è a disposizione di chiunque “partecipi”.

I Progetti del fare comune
Progetti partecipati – o meglio di collaborazione -con obiettivi specifici, definiti nel tempo e nel risultato, attivati dall'amministrazione o dagli esiti del forum civico o della consulta, nei quali diversi soggetti (abitanti, associazioni, soggetti economici, amministrazione) mettano in campo energie per il conseguimento del risultato. I progetti devono avere la caratteristica di amministrare direttamente risorse assegnate e di poter agire direttamente nel perseguimento di risultati visibili e misurabili, nei tempi e nell'entità.
I Progetti di visione condivisa
Progetti di partecipazione per la definizione di visioni e piani d'azione condivisi, a titolo meramente esemplificativo alcuni progetti attivabili: progetti ad “uso e gestione” per i giovani, progetti attivati da un PGT partecipato, progetti di qualità del vivere civile con associazioni, forme sperimentali di accesso da parte del cittadino alle attivita’ istituzionali (es.:consiglio comunale aperto).
Al termine di questo mio ragionamento,che spero possa trovare estimatori,io vedo la necessita' di un fine prioritario che vada al di la' della qualita',del margine di miglioramento, del coinvolgimento,della continuita' e della quantita' di un progetto partecipativo;questo fine deve essere la maturazione del cittadino,portandolo a capire l'importanza (per lui,non per l'istituzione) di tale progetto cercando di coinvongerlo con tutti i mezzi a disposizione ma rendendolo anche consapevole che se non "partecipa" non e' cittadino degno di nota.

A seguito di questa mia lunga esposizione metto a vostra disposizione il mio progetto
"Cantu' partecipata"
Il Comune di Cantu' si impegna attraverso il progetto "Cantu' Partecipata" a garantire la realizzazione di progetti partecipati, anche e soprattutto attraverso la individuazione di figure di collaborazione,
facilitazione e mediazione espressamente finalizzate a favorire il processo di condivisione delle scelte relative all’utilizzo ed alle finalità di quota o quote di bilancio.
Al fine di dare attuazione alle finalità progettuali si prevede la realizzazione di una serie di iniziative rivolte ai cittadini del territorio comunale caratterizzate da:
- Attività di incontro e confronto,
- Attività di ascolto e condivisione;
- Attività di riflessione, facilitazione e animazione;
- Attività di rendicontazione e pubblicazione dei dati raccolti;
- Attività di supporto e accompagnamento nella progettazione partecipata degli interventi;
- Attività di supporto agli uffici comunali nella gestione della comunicazione ai cittadini, in
conformità alle direttive dell’ufficio comunicazione;
- Attività di gestione tecnica news online su www.comune.cantu.co.it;
- Attività di gestione tecnica, programmazione e invio NEWSLETTER;
- Attività di gestione tecnica, programmazione e invio SMS;
- Attività di esaurimento richieste di iscrizione sito web e/o servizi web/sms
- Attività di manutenzione ordinaria web con verifica di stabilità e funzionamento;
- Attività di produzione inserti grafica web (BANNERS);
- Attività di implementazione, programmazione, promozione e pubblicazione nuovi servizi
interattivi (FORM);
- Attività di gestione EMAIL web@comune.cantu.co.it con esaurimento richieste;
- Attività di produzione grafica per la promozione delle iniziative locali organizzate o patrocinate
dall’Ente;
- Attività di produzione grafica per la realizzazione di un giornale di informazione comunale;
Finalita' del progetto
Il Progetto, intervento di partecipazione e cittadinanza attiva rivolto alla globalità della popolazione, e' un servizio di promozione culturale i cui fini sono:
- Promuovere le forme di cittadinanza attiva e responsabilizzazione civica favorendo uno sguardo autonomo e consapevole sul proprio territorio e sulle sue potenzialità
- Costruire spazi pubblici di confronto tra cittadini e tra cittadini ed amministrazione comunale
- Promuovere la conoscenza del funzionamento della macchina amministrativa, dell’uso delle risorse collettive e delle modalità di controllo e gestione della spesa pubblica comunale
- Supportare un processo partecipativo di definizione delle priorità d’intervento della spesa pubblica comunale
- Costruire nuove modalità di emersione e raccolta di bisogni e proposte attraverso l’ascolto, l’orientamento, l’informazione, la socializzazione e la coprogettazione del proprio territorio;
- Stimolare capacità e risorse creative, progettuali e relazionali dei singoli cittadini e dei quartieri - Promuovere l’integrazione ed il dialogo tra generazioni e lo spirito di solidarietà e tolleranza
- Sensibilizzare i giovani alle pratiche della cittadinanza attiva e della partecipazione promuovendo opportuni percorsi/attività
- Promuovere e attivare le risorse associative formali ed informali presenti nel territorio
- Sviluppare una collaborazione attiva con il mondo del volontariato, dell’associazionismo e con le altre agenzie educative quali la scuola;
- Incentivare l’autopromozione delle opportunità ricreative, culturali e di socializzazione sul territorio, la diffusione degli stili di vita sostenibili
- Promuovere l’integrazione dei momenti di incontro diretto con gli strumenti digitali di raccolta dati per favorire la partecipazione digitale della cittadinanza.
- Promuovere l’agenda delle iniziative locali e nazionali organizzate o patrocinate dall’Ente o a cui l’Ente stesso partecipa per favorire il coinvolgimento della cittadinanza.
- Promuovere l’immagine coordinata dell’Ente per rendere riconoscibili le comunicazioni inoltrate;

Spazi del progetto
I Centri Civici e Comunali sono le sedi principali delle attività oggetto del presente progetto. Nello specifico, è possibile attivare iniziative/attività, aventi carattere occasionale presso le seguenti sedi:
- Specifici ambiti territoriali del Comune di Cantu':
(quartieri di S.Paolo,S.Michele,S.Teodoro,Asnago,Cassina Amata,Fecchio,Mirabello,Vighizzolo)
- Edifici Scolastici
- Biblioteca Comunale
- Aree comunali (campi sportivi, aree verdi, ecc…) ed altre proprietà demaniali che si riterranno in seguito idonee alla realizzazione di iniziative pubbliche
Attivita' del progetto
- Attività di co-progettazione, pianificazione e coordinamento con i Settori Comunali coinvolti nell’attuazione dei processi partecipativi
- Attività di supporto e coordinamento dei servizi territoriali di comunicazione
- Attività di facilitazione alla discussione assembleare ed alla sintesi delle proposte dei cittadini
- Attività di coordinamento di tavoli di progettazione partecipata, elaborazione degli strumenti operativi per lo svolgimento delle attività (questionari, griglie di rilevazione, interviste)
- Attività di documentazione, copirighting e rendicontazione pubblica
- Attività di orientamento e informazione sui servizi e le opportunità del territorio
- Attività di sostegno all’associazionismo, formale ed informale nel percorso di autopromozione
- Attività di supporto al consolidamento delle reti di relazione sovracomunali e realizzazione di progetti sovracomunali intrapresi dal Comune di Cantu', legati ai temi della Democrazia partecipativa.
- Attività di progettazione e produzione grafica per campagne di comunicazione
- Progettazione, elaborazione e produzione grafica per esecuzione di stampa professionale;
- Progettazione ed elaborazione contenuti (testi, immagini, e altri formati digitali);
- Progettazione ed elaborazione piani di distribuzione sui canali tradizionali;
- Ottimizzazione degli standards con fornitori esterni per la stampa e la distribuzione dei materiali promozionali;
- Attività di gestione e manutenzione ordinaria dei servizi territoriali di comunicazione multimediali
- Gestione e manutenzione ordinaria architettura sito web;
- Attività di gestione tecnica e posizionamento news online sul sito comunale
- Programmazione e distribuzione multicanale contenuti (testi, immagini, e altri formati digitali) da www.comune.cantu.co.it;
- Gestione caselle web@comune.cantu.co.it e
- partecipazione@comune.cantu.co.it;
- Progettazione e produzione grafica web finalizzata alla promozione specifica di un’attività, evento, informazione;
- Progettazione di interventi di collegamento con le attività espressive, ludico-ricreative, culturali, sportive e musicali presenti nel territorio comunale
Attività di coprogettazione con l’Ente Locale di interventi di promozione della partecipazione cittadina al fine di accedere a finanziamenti regionali, nazionali ed europei
Grazie a tutti per la pazienza,Giorgio Bargna.

domenica 21 ottobre 2007

E IO RILANCIO

Eccolo è arrivato.
Dopo le azioni proposte da B.Grillo si sono accorti che esiste un modo libero di fare informazione,un modo libero di esprimere le proprie opinioni.
Ed è arrivato,puntuale,il D.d.L. Che intende tassare ed imbavagliare i domini web.Una sorta di AVVISO DI GARANZIA che ci è arrivato ad informarci che non dobbiamo esagerare,cribbio dicono,un conto è scrivere i propri pensieri...ma pensare di cambiare il mondo no!
Come finirà non so (ma temo che una bella tassa non ce la tolga nessuno),certo è che del tutto impassibili non si può essere.Questo decreto poi colpirebbe indiscriminatamente chiunque,anche chi sui blog scrive solo il proprio diario o delle poesie.
Che fare allora?Aspettiamo gli eventi per sapere cosa succederà,poi si potrà pensare qualcosa;però io nel frattempo,in questi giorni da cui si parla di tutto ciò,qualcosina di piccolo l'ho fatta.Ho rilanciato,quindi dopo

giorgiopartecipativo.myblog.it

ho creato altri due blog (completamente speculari al primo) che sono:

DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE (democraziaepartecipazione.blogspot.com) e

CIVICA MENTE (civicamente.splinder.com).

Allargherò così ad altri network il mio pensiero,finchè mi sarà concesso;sarà dura (forse,se ci saranno) gestire commenti e amici,ma ci proverò.Al momento visto che non vi è nulla di sicuro nel D.d.L. mi sembra l'unica risposta plausibile,un saluto a tutti
Giorgio

ARMA IMPROPRIA

Andiamo ad individuare quest'oggi chi è il più insidioso nemico del cambiamento.

Abbiamo sinora,parlato molto di Democrazia Diretta e Partecipata,di Liste Civiche,di Federalismo,di Centralità dell'Individuo e quant'altre idee innovative per giungere alla vera democrazia.Abbiamo parlato molto di politici e della partitocrazia,anche della susseguente oligarchia istauratasi negli anni.I nemici principali delle nostre idee di rinnovamento sono certo i politici ed i loro partiti,ma fino ad ora abbiamo tralasciato un discorso molto importante,un dettaglio proprio per niente insignificante........una sciagura per il cambiamento:la casta ha un “esercito”.
Questa primavera,durante la campagna elettorale collegata alle elezioni amministrative canturine,giravo parecchio per vie e piazze incontrando parecchia gente,tutti si dicevano stremati dalla amministrazione leghista che occuppava lo scranno da lunghissimi 10 anni,tutti mi dicevano “voterò Lavori in Corso”! Ricordo che quasi volavo un metro sopra terra nel sentire affermazioni di questo tenore,già gongolavo per la certa vittoria......ed invece crack,che legnata,mi hanno mentito.Ma chi mi ha raccontato le favole?Ci sono arrivato qualche giorno dopo il ballottaggio,smaltita la botta sul groppone,stilando una lista di possibli colpevoli,sono loro i colpevoli ......l'esercito della casta.
Da chi è composto questo esercito che in Italia non voterà mai per chi esprime idee con il nostro linguaggio:è composto da quei milioni di persone che hanno in garanzia un impiego pubblico spesso ben pagato ma sempre sicuro e tranquillo,un plotone che garantisce alla casta il controllo della economia nazionale, della spesa pubblica e dei voti che permettono la rielezione degli stessi gentili signori a vita.
E' l'esercito compatto ed indomabile della Amministrazione Pubblica, dai Ministeri fino alle Amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali. Sono Amministratori e dipendenti delle Aziende statali e parastatali come Alitalia, Ferrovie, ANAS, e tantaltre.
Sono Amministratori e dipendenti di ASL, Aziende di nettezza urbana e via dicendo.
E poi ci sono Magistrati,e,perchè no,delinquenti,che con i governi susseguitisi non hanno mai visto le patrie galere.
Questi Italiani si sono sempre opposti,e sempre si opporranno alla Democrazia così come la intendiamo noi;e certamente che si opporranno, mica sono scemi.
Ci sono volute decine di anni a creare il paradiso, dove gli scemotti lavorano e loro fanno la bella vita e adesso secondo voi se lo fanno demolire ? Non se ne parla nemmeno!!!!
Un saluto a tutti,Giorgio

ERA SOLO UN SOGNO,VERO?

Un post che avevo pubblicato tempo fà in un altro blog.

Qualche sera fa stavo gustando un delizioso caciucco preparato dalle abili mani di mia moglie,nel frattempo,oltre che abusare fuorimisura di una bottiglia di verdicchio,seguivo l'edizione serale di un TG.Una delle notizie narrava di clandestini naufragati sulle coste della Sicilia.Alla fine del TG annebbiato dal troppo bere mi sono trasferito sul comodo divano che mi attendeva qualche metro più in la,complice il palinsesto estivo della TV non c'è voluto molto ad appisolarmi.Nel pieno del mio russare mi appare in sogno (oppure era un incubo?) un pellerossa di età avanzata con in testa il copricapo tipico di un Grande Capo Indiano.Mi racconta di quando lui e la sua gente si lanciavano in felici scorribande a caccia di mastodontici bisonti,e,di quando felici e spensierate le tribù indiane pescavano a mano libera nei fiumi.Poi,mentre una ruga di tristezza attraversa il suo volto,mi racconta di quando per la prima volta uomini dal viso pallido si avvicinarono al suo villaggio;erano semplici famiglie di agricoltori e pastori che cercavano solamente una nuova terra dove rifarsi dalla sfortuna che li aveva colpiti in Inghilterra.Dopo di loro,che erano gentili ed amichevoli,piano piano,poco alla volta cominciarono ad arrivare personaggi sempre meno socievoli e sempre più armati fino a capire un giorno,che questi masnaderi altro non erano che dei galeotti inglesi che erano stati spediti li dal loro governo che,non sapendo come sbarazzarsene,non trovò idea migliore che spargerli in giro per il mondo.Con un affievolamento della sua ruga mi guarda e, col sorriso beffardo di chi si gusta una piccola rivincita,mi dice:oggi i vostri governi occidentali ospitano ed aiutano tanta brava gente che arriva da paesi più sfortunati dei vostri,ATTENTI,i governi di quei paesi approfittano di loro per aggregargli delinquenti di ogni genere e fanatici religiosi che non sanno più come gestire.Mi sono svegliato trasecolante ma subito ho realizzato che si trattava solo di un sogno,perchè era solo un sogno.......VERO???
....................OGGI E' L'11 SETTEMBRE...........................
Giorgio