martedì 26 novembre 2013

Mai più vittime del sistema

Molto spesso mi capita di sentire parlare amici, conoscenti o perfetti sconosciuti di politica, economia o altri argomenti riguardanti la vita comune o sociale che dir si voglia.
Per la maggiore vanno frasi del tipo:“il sistema decide le nostre sorti e noi non possiamo farci niente”,  “siamo vittime del sistema”, “tanto fanno sempre quello che vogliono”.
Ad ascoltare queste voci sembra quasi che il famoso “sistema” sia qualcosa di inalterabile dall’intervento dei più, un “oggetto misterioso” impalpabile, non tangibile e irraggiungibile ad un “comune mortale”.
Sfugge evidentemente un piccolo particolare, il “sistema” vive di noi, noi gli forniamo ciò che gli serve per sopravvivere, anzi, quel senso di rassegnazione, che per qualche motivo vive in noi, fa si che evitiamo accuratamente che esso collassi.
Il “sistema” è un po’ come la natura, composto da migliaia di elementi, ognuno recita il proprio ruolo, ognuno agisce e la conseguenza delle azioni muta o lascia stabile il corso della natura. La vita quotidiana, le azioni, le scelte di cibo, indumenti, media, mezzi di trasporto, già ci consentono di essere parte integrante e propellente dell’ingranaggio; non siamo succubi del “sistema”, siamo il sistema, noi, consapevolmente o inconsapevolmente che sia, lo veicoliamo.
Ma non dobbiamo pensare che possiamo incidere sull’andamento del “sistema” solo come ingranaggi del motore, noi siamo anche in grado di stabilire, concordare, consigliare la rotta.
Noi non dobbiamo pensare che pochi eletti, che gestiscono la comunicazione e veicolano i pensieri, che producono e distribuiscono il denaro, che spingono ad omologarci e a rinchiuderci nella nostra casa, unico luogo che ci fanno credere sicuro, siano gli unici a poter veicolare il “mezzo”.
Oggi più che mai con l’avvento delle tecnologie, della rete siamo tutti ancor più competenti che in passato, in grado di fornire le nostre esperienze ad altri, vicini a noi o che vivono a centinaia di Km, e viceversa, uno sciame non uniforme che conosce sempre meglio il problema, che diffonde la propria conoscenza e riesce a studiare le soluzioni. L’avere padronanza in varie competenze, la conoscenza di mille e mille cose, ci concede la possibilità di muoverci da esseri autonomi, di conseguenza, liberi, in grado di ponderare delle scelte sapendone le possibili conseguenze.
Forti del nostro essere non dobbiamo avere paura di scendere in campo anche nella pubblica amministrazione e nella politica, possiamo scegliere tra partire “dal basso” tramite liste civiche o colonizzare le sezioni di partiti…non ha importanza questo, l’importante è proporsi e partecipare, proporre e decidere, perché, da uomini liberi ed autonomi, del sistema noi siamo la guida ed il motore, non le vittime.
Giorgio Bargna




Nessun commento: