domenica 23 novembre 2025

IN FILA PER TRE (La casa nel bosco)

 



Esprimo anche io, a titolo personale, fuori dal mio contesto politico, alcune considerazioni sulla cosidetta "Casa nel bosco".

Si tratta di un tema spinoso da trattare con le molle, ma che ha la propria importanza perché potrebbe portare a un precedente che poi potrebbe irrompere nella vita di altre famiglie.

Vediamo innanzitutto cosa scrive la responsabile dei Servizi Sociali, su questo mi permetto di premettere che ho avuto a che fare spesso con queste funzioni, vuoi per motivi personali che amministrativi, ed ho incontrato persone davvero preparate e umane ed altre che sanno semplicemente applicare dei regolamenti a volte senza la sensibilità che toccherebbe a chi svolge questa funzione.

«Il nucleo familiare vive in una condizione di disagio abitativo in quanto non è stata dichiarata l'abitabilità dello stabile», «I membri della famiglia Trevallion non hanno interazioni sociali, non hanno entrate fisse, nella dimora non sono presenti i servizi igienici e che i bambini non frequentano la scuola».

Poi ci torniamo.

Le decisioni del Tribunale dell'Aquila: «C'è una grave negligenza genitoriale conseguenti alla mancata frequentazione di istituti scolastici e all'isolamento», di conseguenza si decide per : «L'allontanamento dei minori dai genitori». Si aggiunge:«Gli accertamenti sanitari obbligatori non sono stati compiuti».

Su questo punto, se fosse vero quello che ho letto, troviamo, a mio vedere, l'unico vero errore commesso dai genitori che avrebbero detto di acconsentire agli accertamenti dietro compenso di 50 mila per ogni minore, probabilmente era semplicemente una sottile sfida, ma potrebbe pesare.

Prosegue l'ordinanza: «L'ordinanza è fondata sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione».  «In considerazione delle gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli all'integrità fisica e psichica...i genitori vanno sospesi dalla responsabilità genitoriale». 

Partiamo dall'abitabilità che è stata fornita dal legale della famiglia, il Tribunale si sarà preso la briga di accertarsi di questo?

Si dice che la famiglia non ha entrate fisse, va bene, fatto salvo che si sa per certo che la signora lavora in smart working, quante famiglie in Italia non hanno entrate fisse? Togliamo i figli a tutti?

Se la signora lavora in smart working si presume abbia un collegamento internet, infatti c'è, consentito da pannelli solari, sistema energetico sponsorizzato dallo stato. Dov'è la negligenza quindi?

Non sono presenti servizi igienici? Ci sono, spartani ma sufficienti a soddisfare l'abitabilità a quanto visto.

Non c'è acqua calda? Chi l'ha detto? Io nella mia vita ho provato a lavarmi in età prescolare con acqua scaldata da una stufa (oggetto presente nella casa in questione) all'interno di una tinozza. Fatto salvo che sono ancora vivo non credo proprio che sia l'acqua corrente a garantire l'igiene, conosco gente che pur avendola a disposizione non ne conosce le funzioni.

Vogliamo parlare degli accertamenti neuropsichiatrici? Aldilà della sfida lanciata dai genitori se proprio ci fosse stata necessità ci sono le autorità preposte ad ordinarla, ma forse per qualcuno è stato meglio non richiedere interventi a piani superiori per non rischiare il crollo del castello.

Ma io credo che il punto cruciale stia su due fronti, la mancata frequentazione della scuola e la presunta mancanza di socializzazione.

Sul secondo punto sembra che siano uscite testimonianze che smontano questa ipotesi, ma anche fosse credo tocchi a un genitore decidere quali persone frequentare basandosi su credo tanto pratici quanto spirituali, visto che nessuno ha messo in dubbio la loro integrità mentale.  

Ma che non regge in modo predominante è l'accusa di non frequentare la scuola.

La famiglia non infrange alcuna regola, in Italia è possibile prendere il diploma anche da casa tramite scuole online, che offrono percorsi di studio riconosciuti dal Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM), (ma anche attraverso un insegnamento privato definito istruzione parentale). Questi istituti permettono di studiare a distanza, flessibilmente e in base ai propri impegni, preparandosi poi per l'Esame di Stato che si svolge presso scuole pubbliche o paritarie. E questo la famiglia sta facendo.

Forse a qualcuno da fastidio che questa famiglia sia vegana, che viva dei prodotti delle proprie coltivazioni, che non guardi la TV, che non abbia elettrodomestici, fatti salvi due pc che vengono utilizzati anche dai bambini per studiare».

Vedete, non mi azzardo a immaginare cosa stanno passando i bambini, non li voglio includere per amore e rispetto in questo articolo, preferisco stare sulle carte e su come interpretare certe decisioni.

Ma non può non tornarmi in mente un vecchio brano di Edoardo Bennato: "In fila per tre!!!

Ecco questo è il punto a mio vedere, questa famiglia non è omologata e questo, consciamente o inconsciamente che sia, ha inciso sulle scelte di Servizi Sociali e Tribunale, non è un atto di accusa, ma una semplice riflessione personale.

Giorgio Bargna

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