venerdì 8 agosto 2008

UNDP & Partecipazione

Torniamo a parlare di Democrazia Diretta e Partecipata e Decentramento con dei ragionamentimtratti dal Programma delle Nazione Unite per lo Sviluppo (UNDP), massima autorità internazionale d’analisi dei meccanismi dello sviluppo umano, alla cui ricerca facciamo perciò riferimento per le nostre convinzioni politiche.

L’UNDP sottolinea innanzitutto come il decentramento favorisca sempre la partecipazione politica popolare e quest’ultima produce sempre effetti positivi sullo sviluppo in quanto esista un rapporto strettissimo fra democrazia e sviluppo umano. Più un paese è democratico, sostiene l’UNDP, maggiore è la probabilità che quel paese si sviluppi e, d’altro canto, l’effettività della democrazia dipende direttamente dal decentramento del potere.
La ricetta dell’UNDP per lo sviluppo è dunque semplice: decentrare per partecipare; partecipare per aumentare il benessere. Non a caso la nota istituzione internazionale ha dedicato numerosissimi studi (a partire dal suo 4° rapporto annuale, del 1993) proprio al tema del decentramento e della partecipazione popolare all’attività politica, sottolineando continuamente i benefici effetti del decentramento e della partecipazione popolare sullo sviluppo umano.
Naturalmente, sottolinea l’UNDP, “se il decentramento non prende le forme della riduzione dei livelli di concentrazione e della delega, il governo manterrà il controllo effettivo ed è improbabile che ne risulti un aumento della partecipazione politica. (…) Il potere può anche essere affidato ad istituzioni locali non democratiche che non incoraggiano la partecipazione popolare”, inoltre spesso “il potere centrale conserva un forte controllo politico” per esempio nel caso in cui il potere affidato agli enti locali viene gestito localmente da persone designate dall’alto.
In ogni caso l’UNDP sottolinea come tutti gli aspetti positivi del decentramento (che indicheremo sommariamente qui sotto) “si esprimono solo in presenza di un decentramento genuino e di strutture realmente democratiche”.
Inoltre è bene ricordare che, anche alla luce delle ricerche condotte dall’UNDP, “ un decentramento efficace è impossibile senza una vera riforma delle strutture di potere esistenti. Se il potere rimane concentrato nelle mani di un’elite (…) si corre il rischio che il decentramento dia maggiore potere all’elite piuttosto che alla gente”.
Fondamentale infine è il ruolo essenziale che nelle politiche locali possono svolgere le organizzazioni non governative.
Oltre alla partecipazione politica il decentramento tende inoltre a favorire la partecipazione economica ed “agevola l’attività imprenditoriale locale nonchè l’aumento dei livelli occupazionali in vari modi. (…) La costruzione e manutenzione di infrastrutture locali tende a dare lavoro direttamente alle imprese ed alla manodopera locali. (…) Le autorità locali sono generalmente in grado di offrire un miglior sostegno alle imprese locali fornendo un’assistenza alla gestione e delle informazioni di mercato più adeguate alle esigenze locali. Inoltre esse si trovano nella posizione migliore per identificare le necessità delle aziende.”.
La partecipazione economica “può essere incoraggiata anche mediante strategie d’investimento decentrato che promuovano industrie di piccole dimensioni e sfruttino meglio le risorse, le materie prime e le capacità dei lavoratori del luogo”.
Secondo l’UNDP il decentramento del potere è non solo una delle strade migliori per favorire la partecipazione politica ed economica ma anche per migliorare l’efficienza dei pubblici poteri in considerazione del fatto che “i politici locali, molto più soggetti al controllo popolare di quanto non lo sia il governo centrale, sono costretti a rendere maggiormente conto del loro operato alle comunità ed alle persone di cui sono al servizio”.
“Dovunque si sia avuta una qualche forma di decentramento, esso ha generalmente aumentato l’efficienza”, come naturale portato di “controlli e supervisioni più serrati” e miglior ricorso alle potenzialità locali.
Inoltre “i pubblici progetti sono assai più incisivi ed efficienti se le comunità locali a cui sono destinati avranno voce in capitolo nella loro progettazione ed esecuzione”. In fase di progettazione i programmi risultano “meglio calibrati rispetto alle esigenze della comunità, inoltre minori risultano i ritardi dovuti ai contrasti fra gli operatori del progetto ed i beneficiari”.
Tutto ciò soprattutto quando il decentramento è effettivo e profondo, ossia quando “conferisce poteri decisionali con piena autonomia al governo locale” in modo che “l’amministrazione locale disponga effettivamente delle risorse finanziarie e dell’autorità per definire ed attuare programmi e progetti per lo sviluppo del proprio territorio”.
Queste considerazioni valgono, secondo l’UNDP, non solo per i paesi in via di sviluppo ma anche per quelli industrializzati e non solo nell’ambito strettamente economico ma anche negli ambiti più impensabili.
Il decentramento contribuisce a migliorare l’efficienza sia in termini di progettazione che in termini di tempi e costi di realizzazione. E questo non vale solo per i programmi di opere pubbliche ma anche per l’attività pubblica ordinaria. Tant’è che, per fare solo un esempio, che “il coinvolgimento locale delle comunità porta ad un’apprezzabile riduzione dell’assenteismo degli insegnanti man mano che questi devono sempre più rendere conto alla comunità locale di quanto fanno”.
Inoltre “il coinvolgimento locale delle persone (impossibile nelle strutture centralizzate) si traduce spesso in una struttura più appropriata di servizi, e ciò soprattutto nel settore sanitario, (…) i vantaggi sono distribuiti più equamente fra la popolazione e gli interventi sono più rispondenti alle effettive esigenze della comunità”, in quanto “le autorità locali, essendo più vicine alla popolazione e più sensibili alle sue esigenze, distribuiscono le risorse con maggiore cognizione di causa dirigendole verso settori umani prioritari come l’istruzione e l’assistenza sanitaria, e più in generale nei settori più rilevanti per lo sviluppo umano”.
Secondo l’UNDP “un vantaggio ulteriore e duraturo del decentramento e del coinvolgimento popolare nella fornitura di servizi locali è che gestione e mantenimento risulteranno più semplici” e gli standard dei servizi miglioreranno.
Per queste ragioni l’UNDP si spinge addirittura ad auspicare che “la distruzione dei servizi sociali avvenga quasi interamente a livello locale attraverso ospedali, scuole, servizi di assistenza locali”, rammaricandosi che ciò in pratica non avvenga “né nei paesi industrializzati né in quelli in via di sviluppo”.

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