domenica 3 agosto 2008

Formule di Democrazia Partecipata

Riordiniamo di nuovo le idee, e partiamo per un nuovo percorso di illustazione della democrazia partecipata, e delle sue formule. Ormai abbiamo acquisito che si tratta di nuova forma di vivere i processi democratici, che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il globo ed assume in ogni realtà aspetti e percorsi sempre originai e diversi.
La democrazia partecipata si pone come obbiettivo primario quello di coinvolgere direttamente i cittadini in alcune delle scelte di governo, ed in particolare quelle che lo riguardano direttamente più da vicino.
La democrazia partecipata o deliberativa cerca di ritrovare una via di mezzo tra l’ormai debole forma di democrazia rappresentativa e l’inattuabile forma della democrazia diretta senza cadere in soluzioni illusorie e populistiche.
Io vedo nella Democrazia Partecipata una possibile spinta di rinnovamento per ricostruire e riconquistare una coesione sociale persa e un legame istituzione-cittadino di cui non resta che la memoria sfuocata.

Una breve analisi del concetto proposta da chi ha più cognizione in causa di me...paticolare attenzione alle ultime righe
tratto da “La democrazia che non c'è” di Paul Ginsborg, Einaudi

“L'aggettivo inglese deliberative (deliberativo), riferito alla democrazia, racchiude in sé il doppio significato di discutere e decidere. Nell' arena deliberativa i cittadini sono chiamati non solo a dibattere tra loro o con i politici, ma a giocare un ruolo significativo nel processo decisionale. È centrale a questo proposito l'idea di arrivare alle decisioni coinvolgendo tutte le parti in causa o i loro rappresentanti. Il metodo utilizzato è il dibattito inserito in un contesto strutturato di collaborazione, basato su un'informazione adeguata e una pluralità d’opinioni, con precisi limiti di tempo entro i quali pervenire a decisioni. Idealmente le arene deliberative contribuiscono a far sentire i cittadini informati e partecipi, non isolati, ignoranti e impotenti. Aiutano politici e amministratori a governare meglio e a colmare il divario che troppo spesso li separa dalla società civile. La democrazia deliberativa vanta un certo numero di prerogative. Luigi Bobbio ne evidenzia tre, particolarmente importanti. Innanzi tutto essa è potenzialmente, pur se non necessariamente, in grado di generare decisioni migliori, poiché nel corso del dibattito si procede ad una ridefinizione dei problemi e si propongono nuove mediazioni e soluzioni.
In secondo luogo le decisioni acquistano maggiore legittimità se derivate dal processo di deliberazione, in quanto non prodotte separatamente da un piccolo gruppo ma da una pluralità di persone, alcune delle quali possono anche non condividere la decisione finale, ma tutte riconoscono la legittimità della procedura attuata. Terzo in ordine di citazione, ma non d’importanza per i nostri obiettivi, la deliberazione promuove le virtù civiche insegnando alle persone ad ascoltare, a essere più tolleranti e spesso a costruire rapporti di fiducia reciproca.”
Giorgio Bargna

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