domenica 3 agosto 2008

Formule di Democrazia Partecipata: Concetti di base

Prima di giungere ad illustrare alcune tra le più diffuse formule partecipative, riorganizziamo un discorso di illustrazione, magari già intrappreso in queste pagine, ma sempre utile a chiarire alcuni concetti di base.

Il funzionamento delle democrazie moderne.
Nel nostro sistema i cittadini, aventi diritto al voto, delegano, a scadenze regolari, alcuni tra di essi, che avranno il compito di rappresentarli al governo del paese. In questo modo essi rinunciano alla propria autonomia politica, in cambio della libertà nella sfera privata. La democrazia di stampo rappresentativo ha visto una notevole diffusione nel XX secolo; infatti se nel 1926 erano ventinove i paesi che potevano vantare credenziali democratiche, nonostante scesero drammaticamente a dodici nel 1942 , dopo la sconfitta di Hitler e il crollo del blocco comunista, una settantina dei centoventisette paesi aderenti all’ONU, possono oggi essere considerati, in linea di massima, democrazie rappresentative.
Nonostante lo sviluppo indubbiamente positivo che si ebbe grazie a questa diffusione va comunque osservato che lo spazio concesso in teoria e in pratica al cittadino è minimo. Il governo e le decisioni sono esercizio esclusivo del governo, il compito del cittadino è semplicemente quello di recarsi alle urne periodicamente per eleggerli. Viene dunque a mancare in molti casi la natura prima di questa forma di governo, la sovranità popolare, non tanto per volontà degli eletti quanto per l’impossibilità di attuazione dovuta alla disastrosa scarsità di organi e strumenti predisposti all’ascolto dei cittadini. Nella società moderna e nelle sue istituzioni governative manca il collante necessario a trasmettere il sentire diffuso di comunità su cui si basa l’idea stessa di nazione e d’appartenenza ad un' unica collettività: un inevitabile effetto della dilagante mancanza di collegamenti e conseguente sfiducia reciproca che definisce il dialogo istituzione-cittadino.
Il percorso fin qui descritto porta alla ricerca di una nuova idea democrazia, quasi un ibrido delle due forme fin ora esistenti – democrazia rappresentativa e diretta – quella nuova istituzione che prende il nome di democrazia partecipata.

Vie alternative attraverso la partecipazione
Abbiamo già scritto che se in italiano, deliberare significa decidere o approvare, l’inglese “to deliberate” significa discutere e decide di comune accordo; l’aggettivo deliberativa, riferito alla democrazia, nasce proprio da questo significato. Le forme di democrazia
partecipativa o deliberativa hanno come fine ultimo il mediare tra cittadini e istituzioni, mettendo in luce agli occhi delle ultime i bisogni e le richieste dei primi. Non si vogliono spogliare le istituzioni delle loro funzioni, ma fornire uno strumento supplementare per un miglior governo. Nascono cosi in tutto il mondo leggi che mirano a regolare gli strumenti della partecipazione. Strumenti, metodi e regole che aiutano il processo di partecipazione nella vita pubblica e hanno come obbiettivo quello di fornire ai cittadini organi riconosciuti e accreditati attraverso i quali far sentire la loro voce e partecipare alle scelte del governo,
soprattutto, ma non necessariamente (dico io), locale.

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