sabato 8 dicembre 2007


Uso partecipato del territorio.
Quei municipi che federandosi sfruttano come obbiettivo la maturazione della cittadinanza in forma attiva,possono e devono attuare una politica di risanamento e valorizzazione sia ambientale che sociale al territorio.Si può infatti aumentare il benessere generale abbattendo quel muro che distanzia l'uso privato da quello pubblico del territorio e del governo dei beni patrimoniali.L'abbattimento di questo muro porta all'uso,chiamiamolo,comune di fattori e beni che oggi stanno prendendo (in molti casi) la via della privatizzazione,che li sottrarrebbe all'uso ed alla gestione comune;oltre ad acqua,energia,sanità, anche i beni demaniali e il territorio semiabbandonato in zone “oscure” blindate da centri residenziali,commerciali ed industriali:praticamente il territorio.
Il territorio,cioè quel bene comune che rappresenta la storia e la cultura di una comunità locale,quel bene che va tutelato,salvaguardato,risviluppato affinchè non si cancelli la storia.La Partecipazione Popolare nella gestione delle fonti energetiche ed idrauliche,nelle scelte sanitarie e nelle riqualificazioni territoriali,oltre ad evitare il solito Spreco Partitocratico porterebbero ad un indirizzo indicato da chi il territorio lo vive e lo respira,evitando così opere inutili e creando,per inverso,ciò che il cittadino sente come necessario ed utile.Nella costruzione urbanistica la scelta comune,di proprietari ed istituzioni,della riqualifica delle strutture storiche eviterebbe la costruzione di nuovi insediamenti costruttivi che,il più delle volte,stonano con l'ambiente,sia sul piano visivo che nel “ricordo storico” che l'abitante ha della zona;lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto anche nella costruzione di nuove vie di comunicazione sfruttando una sinergia tra i municipi in causa e gli insediamenti privati,evitando cosi la non costruzione di strade utili a smaltire traffico ed ad abbattere l'inquinamento.
Alla prossima,Giorgio.

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