Da qualche giorno si parla delle morti per Covid all’interno
di Case di Riposo ed Rsa ed in generale tra gli anziani.
Oggi parenti, politici ed amministratori richiedono o
rimpallano responsabilità e/o colpe; il tutto in un marasma dove non sempre è
chiaro di chi siano le responsabilità.
Parto con una mia appendice prima di cercare di fare chiarezza
(e non sono così sicuro di riuscirci) su vari ruoli, funzioni e responsabilità.
La prima parte è personale; già mesi fa (dopo il caso di una
Casa di Riposo “abusiva” a Mariano Comense) avevo intenzione di esprimere
qualche concetto su metodi e criteri delle strutture e comportamenti dei familiari,
poi il lavoro mi tolse tempo e voglia di affrontare il tema, in parte troveremo
qui alcuni miei pensieri.
L’altra parte di appendice invece è pubblica,
drammatica, un po’ nascosta, ma per quanto cruda purtroppo reale; settimane fa
alcuni medici (poi non si è sentito più nulla in merito) dissero che vista l’emergenza
si doveva scegliere chi salvare e chi no, davanti allo spirito di sopravvivenza
ben pochi si scandalizzarono.
Partiamo con il ragionamento generale da una mia riflessione.
Il mondo moderno ha portato molti cambiamenti all’interno
della vita familiare, dalla famiglia rurale siamo passati all’uomo atomizzato,
quindi dalla famiglia dove ognuno si prendeva cura dell’altro all’egoismo
legato al lavoro ed alla finalità di sopravvivere economicamente al consumismo.
A causa di questo mutamento il nonno, da una certa fascia di persone
viene considerato utile quando cura il nipote, un peso quando è da accudire; l’ho
fatta breve ma la sostanza è questa.
Quindi spesso e volentieri entrano in campo case di riposo e
badanti che le cronache quotidiane molto spesso ci illustrano non esattamente
come esempi da seguire. Questo però è un tema su cui però magari torniamo in
futuro, restiamo sulla connessione tra questo e il Covid.
Oggi abbiamo richieste di responsabilità (e a breve
probabilmente di risarcimento economico) da parte dei parenti di molti anziani
morti semiabbandonati, parenti che in alcune situazioni (che non reputo nemmeno
così minoritarie) fino a qualche giorno fa ritenevano i loro anziani un peso.
Oggi abbiamo un rimpallo tra le varie autorità ed
amministrazioni sulle responsabilità. Su questo fronte la “rogna” è che tutti
ne hanno ma non è chiaro quale sia scala dei valori. Però visto che non siamo
una Nazione a regime Federalista presumo che le responsabilità vadano ripartite
partendo dall’alto a scendere, anche se io sono convinto che dovrebbe essere
assolutamente il contrario, partendo dalla famiglia per passare a struttura
sanitaria, a Comune, a Regione e poi allo Stato.
Vediamo
quali sono le competenze governative tramite il Ministero della Salute:
1) garantire
a tutti i cittadini l'equità del sistema, la qualità, l'efficienza e la
trasparenza anche con una comunicazione corretta ed adeguata
2) evidenziare
le disuguaglianze e le iniquità e promuovere le azioni correttive e
migliorative
3) collaborare
con le Regioni al fine di valutare le realtà sanitarie, correggerle e
migliorarle
4) tracciare
le linee dell'innovazione e del cambiamento e fronteggiare gli stati di
emergenza che minacciano la salute pubblica
Il quarto punto mi sembra molto attuale.
Un
articolo di legge prevede che:
1. Le funzioni in materia di igiene e sanità
pubblica, non espressamente riservate allo Stato ed alla Regione, sono
attribuite alle unità' sanitarie locali, ferme restando le attribuzioni di ciascun
sindaco quale autorità sanitaria locale.
2. L'assessore regionale per la sanità emana ordinanze
di carattere contingibile ed urgente, dandone immediata comunicazione al Presidente
della Regione, in materia di igiene e sanità pubblica con efficacia estesa al
territorio dell'intera regione o al territorio di più comuni. L'esecuzione
delle predette ordinanze e' demandata ai sindaci dei comuni interessati. Qualora
non venga data esecuzione a detti provvedimenti nei termini previsti,
l'assessore regionale per la sanita'
provvede direttamente attraverso la nomina di un commissario ad acta.
3. Sono attribuite nel settore dell'igiene e sanita'
pubblica all'assessorato regionale della sanita' le funzioni di coordinamento, indirizzo
e programmazione, nonche' ogni competenza attribuita alla Regione in materia
dalle leggi vigenti.
4. In
materia di igiene e sanita' pubblica spetta al sindaco l'emanazione delle
ordinanze di carattere contingibile e urgente con efficacia estesa al
territorio comunale, a norma dell'art. 32
della legge n. 833 del 1978
nonche' l'emanazione di provvedimenti, ivi compresi quelli gia'
demandati ai medici provinciali e agli ufficiali sanitari, che comportano l'uso
dei poteri autorizzativi, prescrittivi e di concessione, che non siano conseguenti
a mera
ricognizione di presupposti fissati da
legge o da regolamento. Per lo
svolgimento delle attivita' istruttorie inerenti all'esercizio delle funzioni di
cui al presente articolo, i sindaci si avvalgono dei presidi e settoridella
competente unita' sanitaria locale e, prioritariamente, del personale di cui
all'art. 5 del decreto legge 29 dicembre 1990, n. 415, convertito dalla legge 26 febbraio 1991,
n. 58. Tutti i provvedimenti per i quali non sia prevista per legge la specifica competenza del sindaco,
sono adottati dall'unita' sanitaria locale.
In modo
specifico sui Sindaci ho trovato quanto segue:
Il
sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo
territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità. Allo stato
attuale, non sono più i sindaci a gestire il servizio sanitario anche se a essi
sono affidati poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato
del direttore generale delle ASL. I compiti del sindaco sono quindi comunque
ampi, soprattutto il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione,
deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se
esistono pericoli incombenti e, per la direttiva Seveso, deve informare la
popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta.
Proseguiamo
con le residenze assistenziali sanitarie (Rsa), esse
sono strutture di ospitalità a tempo indeterminato o temporaneo. In sostanza,
si tratta di istituti di ricovero, pubblici o privati. Si distinguono, quindi,
sia dall’ospedale sia dalla casa di cura – i quali sono rivolti a pazienti
sofferenti di una patologia acuta – ma anche dalla casa di riposo, che è destinata
ad anziani almeno parzialmente autosufficienti. Accolgono persone anziane non
autosufficienti che, pertanto, non sono più in grado di rimanere al proprio
domicilio, a causa delle loro condizioni di salute e della mancanza di
autonomia. I ricoveri possono essere temporanei o a tempo indeterminato.
Non sono
riuscito ad identificare le responsabilità specifiche di chi le dirige, ma
sicuramente entra in causa la gestione da “buon padre di famiglia” quindi di
conseguenza la responsabilità diretta di quanto avviene all’interno (questo
vale anche per le normali Case di Riposo).
Ho trovato comunque cercando su internet una circolare del Ministero
della Salute del 16/03/2020 che impone alle RSA alcuni ricoveri non
procastinabili così definiti, di cui vi invito ad andare a cercare il
significato:
a) ricoveri in regime di urgenza;
b) ricoveri elettivi oncologici;
c) ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità A
Quali
sono invece le responsabilità del cittadino e della famiglia in questo caso specifico?
Non ho assolutamente cercato termini di legge ma è chiaro che
ognuno di noi è il primo responsabile della propria salute e di quella dei
propri parenti e dei propri concittadini (ce lo insegnano i Decreti Conte). Quindi
oggi chi punta il dito verso chi a suo avviso ha ucciso gli anziani deve
chiedersi se ha prima fatto la propria parte assicurandosi che essi fossero al
sicuro, prima e dopo la crisi, e questo vale anche per chi ha avuto morti più
giovani e non abbandonati a se stessi.
Da questa crisi impariamo tutti, Cittadini e Autorità, una
cosa molto importante la RESPONSABILITA’
PERSONALE legata al proprio ruolo ma rivolta ad aiutare il prossimo e chi
sta un gradino sopra di noi.
Giorgio Bargna