Facciamo un ragionamento astratto, ma nemmeno troppo, sul
futuro prossimo che i attende.
Siamo arrivati ormai al passaggio, al bivio, tra la “fase uno”
e la “fase due”.
Ragioniamo su questo e su una nemmeno tanto ipotetica “fase
tre”, essa ci sarà, nel bene o nel male, anche se non possiamo prevedere gli
sviluppi.
Innanzitutto cosa immagino possa, potrebbe, dovrebbe fare
questa accozzaglia di dilettanti allo sbaraglio (che mi fa rimpiangere
Berlusconi, ed ho detto tutto) e cosa potremmo fare noi.
In prima battuta chi è al governo ha ora l'obbligo, ripeto
l'obbligo, di pensare a come organizzare due mondi: la prosecuzione di una "vita
normale", anche aldifuori delle necessità economiche, e gestire la fase
tre, visto che non conoscendo molto di questo virus dobbiamo prepararci a
prevederlo, intuirne lo sviluppo, contenerne la diffusione, curarlo,
organizzare la vita quotidiana.
La "vita normale", citata qui sopra, almeno per il
2020, esclude le "cazzate" che molti noi ritengono essenziali, tipo
andare in vacanza oppure andare al ristorante oppure andare a concerti o ad
eventi sportivi, anche se questa è economia, anche se questo è ciò che ci
consente relax e divertimento.
Comprende invece (oltre la possibilità di lavorare, studiare,
vivere la vita quotidiana il più normalmente possibile), ad esempio, la
possibilità di poter effettuare visite specialistiche lasciate in sospeso, di poter
recuperare interventi chirurgici lasciati alle spalle, di riorganizzare la vita
degli anziani che sono le vittime più appetibili per il Virus. Di creare
"Ospedali Covid" in modo di preservare il resto della vita sanitaria
alla "normalità". Di curare gli effetti collaterali che il Covid lascerà
i dote alle sue vittime.
Su questo aspetto spendo le mie parole più pesanti, anche se
capisco la scelta che presumo sia stata fatta. Per qualche giorno l'hanno
lasciato dire a chi era sul campo, poi censura: si è scelto di salvare chi
aveva più probabilità, abbandonando le vittime predestinate; nella fase tre non
sarà più emergenza (non può più esserla) e si deve provvedere a tutelare anche
gli anziani, gli oncologici e i disabili sia fisici che mentali; cito tre
categorie abbandonate a se stesse per tutto questo tempo di fase A.
Noi cittadini invece in questo lasso di tempo, denominato “fase
due” (lanciati verso una “fase tre” che non possiamo immaginare con certezza),
dobbiamo tutelarci col nostro ingegno.
Molte menti "illuminate" su internet ci consigliano
risparmio, stufe a legna , vivere in campagna, lavorare da casa. Belle
filosofie che però tradurre in realtà è praticamente impossibile. Però possiamo
innanzitutto mantenere i comportamenti di sicurezza, organizzarci una nuova
vita sociale più blanda, fare network.
Fare network nei settori dove lo Stato per imperizia o
negligenza non arriverà.
Inventando collaborazioni e/o lavori anche al limite del
consentito, per ovviare ad alcune nuove necessità che potrebbero essere ad
esempio la gestione di figli (anche in “fase tre”) che non possono andare a
scuola e quella di anziani che verranno buttati fuori da residenze a loro riservate
e che molto probabilmente presto saranno ingestibili per un lasso di tempo
indefinibile. Fare network dove è possibile nei trasporti, due persone che si
conoscono su un auto che vanno al lavoro o all'università insieme corrono meno
rischi che su un treno affollato.
Noi cittadini probabilmente ci dovremo anche adattare a vivere
con qualche comfort in meno e molti soldi in meno nelle tasche. Non è una
novità, dopo questo di catastrofi molti perdono il lavoro, lo Stato deve
rientrare nelle spese e tassa a dismisura, i volponi del commercio e della
finanza lucrano alzando i prezzi.
Per molti di noi vigerà quella che in Lombardia chiamiamo la
legge delle quattro effe: fàm, fùm, fréch e fastìdìi.
E questa volta dobbiamo trovare la forza di combattere questo,
di non comprare laddove i prezzi ci ucciderebbero (abbiamo conosciuto bene i
questi giorni gli acquisti online, valida alternativa), non sprecare denaro in
azioni non necessarie e se ad un rialzo della tassazione non corrispondesse un
adeguato servizio, rallentare il pagamento dei tributi e ribellarsi civilmente.
Piccoli pensieri in attesa di "gustarci" la “fase
due” e ... salviamoci il culo da soli se necessario.
Giorgio Bargna
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