giovedì 9 aprile 2020

Responsabilità, anziani, Covid


Da qualche giorno si parla delle morti per Covid all’interno di Case di Riposo ed Rsa ed in generale tra gli anziani.

Oggi parenti, politici ed amministratori richiedono o rimpallano responsabilità e/o colpe; il tutto in un marasma dove non sempre è chiaro di chi siano le responsabilità.

Parto con una mia appendice prima di cercare di fare chiarezza (e non sono così sicuro di riuscirci) su vari ruoli, funzioni e responsabilità.

La prima parte è personale; già mesi fa (dopo il caso di una Casa di Riposo “abusiva” a Mariano Comense) avevo intenzione di esprimere qualche concetto su metodi e criteri delle strutture e comportamenti dei familiari, poi il lavoro mi tolse tempo e voglia di affrontare il tema, in parte troveremo qui alcuni miei pensieri. 
L’altra parte di appendice invece è pubblica, drammatica, un po’ nascosta, ma per quanto cruda purtroppo reale; settimane fa alcuni medici (poi non si è sentito più nulla in merito) dissero che vista l’emergenza si doveva scegliere chi salvare e chi no, davanti allo spirito di sopravvivenza ben pochi si scandalizzarono.

Partiamo con il ragionamento generale da una mia riflessione.

Il mondo moderno ha portato molti cambiamenti all’interno della vita familiare, dalla famiglia rurale siamo passati all’uomo atomizzato, quindi dalla famiglia dove ognuno si prendeva cura dell’altro all’egoismo legato al lavoro ed alla finalità di sopravvivere economicamente al consumismo.

A causa di questo mutamento il nonno, da una certa fascia di persone viene considerato utile quando cura il nipote, un peso quando è da accudire; l’ho fatta breve ma la sostanza è questa.

Quindi spesso e volentieri entrano in campo case di riposo e badanti che le cronache quotidiane molto spesso ci illustrano non esattamente come esempi da seguire. Questo però è un tema su cui però magari torniamo in futuro, restiamo sulla connessione tra questo e il Covid.

Oggi abbiamo richieste di responsabilità (e a breve probabilmente di risarcimento economico) da parte dei parenti di molti anziani morti semiabbandonati, parenti che in alcune situazioni (che non reputo nemmeno così minoritarie) fino a qualche giorno fa ritenevano i loro anziani un peso.

Oggi abbiamo un rimpallo tra le varie autorità ed amministrazioni sulle responsabilità. Su questo fronte la “rogna” è che tutti ne hanno ma non è chiaro quale sia scala dei valori. Però visto che non siamo una Nazione a regime Federalista presumo che le responsabilità vadano ripartite partendo dall’alto a scendere, anche se io sono convinto che dovrebbe essere assolutamente il contrario, partendo dalla famiglia per passare a struttura sanitaria, a Comune, a Regione e poi allo Stato.

Vediamo quali sono le competenze governative tramite il Ministero della Salute:
1) garantire a tutti i cittadini l'equità del sistema, la qualità, l'efficienza e la trasparenza anche con una comunicazione corretta ed adeguata

2) evidenziare le disuguaglianze e le iniquità e promuovere le azioni correttive e migliorative

3) collaborare con le Regioni al fine di valutare le realtà sanitarie, correggerle e migliorarle

4) tracciare le linee dell'innovazione e del cambiamento e fronteggiare gli stati di emergenza che minacciano la salute pubblica

Il quarto punto mi sembra molto attuale.

Un articolo di legge prevede che:
1.  Le funzioni in materia di igiene e sanità pubblica, non espressamente riservate allo Stato ed alla Regione, sono attribuite alle unità' sanitarie locali, ferme restando le attribuzioni di ciascun sindaco quale autorità sanitaria locale.

2.  L'assessore regionale per la sanità emana ordinanze di carattere contingibile ed urgente, dandone immediata comunicazione al Presidente della Regione, in materia di igiene e sanità pubblica con efficacia estesa al territorio dell'intera regione o al territorio di più comuni. L'esecuzione delle predette ordinanze e' demandata ai sindaci dei comuni interessati. Qualora non venga data esecuzione a detti provvedimenti nei termini previsti, l'assessore regionale per la sanita'   provvede direttamente attraverso la nomina di un commissario ad acta.

 3. Sono attribuite nel settore dell'igiene e sanita' pubblica all'assessorato regionale della sanita' le funzioni di coordinamento, indirizzo e programmazione, nonche' ogni competenza attribuita alla Regione in materia dalle leggi vigenti.

4. In materia di igiene e sanita' pubblica spetta al sindaco l'emanazione delle ordinanze di carattere contingibile e urgente con efficacia estesa al territorio comunale, a norma dell'art. 32  della legge n. 833  del  1978  nonche' l'emanazione di provvedimenti, ivi compresi quelli gia' demandati ai medici provinciali e agli ufficiali sanitari, che comportano l'uso dei poteri autorizzativi, prescrittivi e di concessione, che non siano conseguenti a  mera  ricognizione  di presupposti fissati  da  legge  o da regolamento. Per lo svolgimento delle attivita' istruttorie inerenti all'esercizio delle funzioni di cui al presente articolo, i sindaci si avvalgono dei presidi e settoridella competente unita' sanitaria locale e, prioritariamente, del personale di cui all'art. 5 del decreto legge 29 dicembre 1990, n.  415, convertito dalla legge 26 febbraio 1991, n. 58. Tutti i provvedimenti per i quali non sia prevista per  legge la specifica competenza del sindaco, sono adottati dall'unita' sanitaria locale.

In modo specifico sui Sindaci ho trovato quanto segue:

Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità. Allo stato attuale, non sono più i sindaci a gestire il servizio sanitario anche se a essi sono affidati poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle ASL. I compiti del sindaco sono quindi comunque ampi, soprattutto il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e, per la direttiva Seveso, deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta.

Proseguiamo con le residenze assistenziali sanitarie (Rsa), esse sono strutture di ospitalità a tempo indeterminato o temporaneo. In sostanza, si tratta di istituti di ricovero, pubblici o privati. Si distinguono, quindi, sia dall’ospedale sia dalla casa di cura – i quali sono rivolti a pazienti sofferenti di una patologia acuta – ma anche dalla casa di riposo, che è destinata ad anziani almeno parzialmente autosufficienti. Accolgono persone anziane non autosufficienti che, pertanto, non sono più in grado di rimanere al proprio domicilio, a causa delle loro condizioni di salute e della mancanza di autonomia. I ricoveri possono essere temporanei o a tempo indeterminato.

Non sono riuscito ad identificare le responsabilità specifiche di chi le dirige, ma sicuramente entra in causa la gestione da “buon padre di famiglia” quindi di conseguenza la responsabilità diretta di quanto avviene all’interno (questo vale anche per le normali Case di Riposo).
Ho trovato comunque cercando su internet una circolare del Ministero della Salute del 16/03/2020 che impone alle RSA alcuni ricoveri non procastinabili così definiti, di cui vi invito ad andare a cercare il significato:
a) ricoveri in regime di urgenza;
b) ricoveri elettivi oncologici;
c) ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità A

Quali sono invece le responsabilità del cittadino e della famiglia in questo caso specifico?

Non ho assolutamente cercato termini di legge ma è chiaro che ognuno di noi è il primo responsabile della propria salute e di quella dei propri parenti e dei propri concittadini (ce lo insegnano i Decreti Conte). Quindi oggi chi punta il dito verso chi a suo avviso ha ucciso gli anziani deve chiedersi se ha prima fatto la propria parte assicurandosi che essi fossero al sicuro, prima e dopo la crisi, e questo vale anche per chi ha avuto morti più giovani e non abbandonati a se stessi.

Da questa crisi impariamo tutti, Cittadini e Autorità, una cosa molto importante la RESPONSABILITA’ PERSONALE legata al proprio ruolo ma rivolta ad aiutare il prossimo e chi sta un gradino sopra di noi.

Giorgio Bargna


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