Se andiamo fare una ricerca semplice su internet scopriamo che in Europa, i paesi con stipendi più alti (Svizzera, Lussemburgo, Danimarca) spesso coincidono con quelli con un costo della vita elevato, ma che alcune nazioni come ad esempio Germania, Paesi Bassi e Austria offrono un buon equilibrio tra salari decenti e costi più gestibili.
In Italia riscontriamo stipendi medi significativamente inferiori alla media europea (circa 2.729 € lordi vs 3.155 €/media UE) che provocano il calo del potere d'acquisto e che soffrono di un alto rischio di povertà lavorativa, malgrado un, per quanto modesto, aumento della produttività. Reputo sinceramente il dato sugli stipendi italiani drogato verso l'alto.
Alcuni paesi dell'Est Europa, come Polonia, Romania e Bulgaria, hanno costi della vita molto più bassi, che rendono stipendi modesti più sostenibili, ma la qualità generale è diversa.
Ho dato un occhiata ad un’analisi della Banca N26, che ha creato un indice di vivibilità esaminando le spese di affitto ed elettricità, classificandole dalla più bassa alla più alta, confrontando gli aumenti salariali con altri Paesi e considerando la densità di popolazione e il senso generale di felicità dei residenti di ciascun Paese.
Con un punteggio finale di 38,5 su 50, la Danimarca ha conquistato il primo posto nell' indice di vivibilità, classificandosi come il miglior Paese in cui vivere, la Svizzera si è aggiudicata il secondo posto con 35,2 punti e il Belgio il terzo con 34,8 punti.
I tre Paesi che si sono posizionati più in basso in classifica sono stati il Regno Unito, con 19,7 punti, l'Italia e i Paesi Bassi, con 20,4 punti ciascuno.
Se chiediamo all'intelligenza artificiale, gli stipendi bassi in Italia sono dovuti principalmente a una combinazione di bassa produttività, struttura del mercato del lavoro caratterizzato da tante piccole imprese e precarietà, tasso di istruzione mediamente inferiore e fattori come il cuneo fiscale e la scarsa crescita economica che limitano la capacità delle aziende di aumentare i salari.
Se per esperienza personale posso confermare la poca capacità produttiva di alcuni lavori, contesto parzialmente la colpa delle PMI ed ovviamente, non è possibile il contrario, riconosco i danni delle nostre "bizzarre" tassazioni.
Viviamo in Italia della diffusione di contratti atipici, della precarietà e della discontinuità lavorativa che contribuiscono a mantenere bassi i salari medi. Esiste inoltre un forte squilibrio tra Nord e Sud, con salari e potere d'acquisto mediamente più bassi nel Mezzogiorno rispetto alle regioni settentrionali.
Poi indubbiamente il lavoro nero, la nuova, ma non troppo, frontiera, legata a triplo filo con l'immigrazione e i contratti atipici, contribuisce a ridurre i salari regolari o meno che siano.
Quindi come affrontare la questione per rendere gli stipendi adeguati alle necessità della vita?
Una parte della risoluzione tocca al mondo imprenditoriale che deve seguitare ad evolversi, il resto tocca alla politica, alle istituzioni, alla strutturazione fiscale e geografica del Paese.
Guarda caso due dei paesi con il più alto indice di vivibilità (Svizzera e Belgio), sono federali, così come la Germania che offre un buon equilibrio tra salari decenti e costi più gestibili.
Ancora una volta la via Svizzera si dimostra all'avanguardia, distante anni luce dall'Italia.
Quindi la prima ricetta politica resta, lo sarà eternamente, il federalismo di modello svizzero.
La seconda ricetta?
Mi tocca ribadirlo, le gabbie salariali.
Prima di morire soffocati nella trappola di questa situazione attuale, ragionate, informatevi, raffrontatevi.
Scoprirete che le "ricette servite" da Patto per il Nord hanno solide basi e sono efficaci.
Unitevi a noi per costruire innanzitutto una nuova classe politica e poi per ricostituire un nuovo Paese, da Nord a Sud, ognuno secondo le proprie capacità, ognuno secondo le proprie esigenze, acummunati da un solo filo logico: Federalismo di stampo Svizzero!!!
Giorgio Bargna
Patto per il Nord Como
Per Il Nord, Insieme

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