L’idea federalista in Italia (parlo di dopoguerra) è
circolata, seppure posta sotto il silenziatore dalle classi dirigenti, sin dai
tempi della Costituente, ma l’exploit è giunto grazie a, quello che si è poi
dimostrato un grande centralista, Umberto Bossi, il quale la ha si usata a fini
personali, ma la ha anche rilanciata ai massimi livelli sul pubblico
palcoscenico.
Tante sono le formule proponibili, io amo quella Municipale,
un’autonomia data ai comuni permetterebbe di gestire l'economia del paese
con maggior libertà, eliminando quell'odioso iter burocratico che permarrebbe comunque
con un federalismo regionale o macroregionale.
Stiamo parlando di Federalismo sia chiaro, non di secessione,
di massima autonomia possibile per un territorio all’interno di qualcosa di già
esistente, ridisegnare le mappe ad oggi, senza sconvolgimenti importanti a
livello storico diventa quasi impossibile.
Stiamo parlando di Federalismo soprattutto quale terapia a
quel male incurabile, raffigurabile con la piaga della partitocrazia e delle tangenti,
che affligge il nostro paese, stiamo parlando della situazione preposta ad
ottenere un maggior rapporto tra cittadini ed istituzioni. Ecco il perché di un
Federalismo che dia ai comuni il potere di gestire le risorse, trattenendo la
quasi totalità delle tasse raccolte sul territorio, e senza la necessità di
dover dipendere, per le decisioni, da persone che vivono in altre città, in
contesti socioeconomici quindi molto differenti.
Il concetto di Nazione permane, ma come una sorta di disegno
a matita su una cartina, a cui delegare solo alcune prerogative quali difesa, la
lotta al grande crimine, relazioni con l'estero, moneta.
Spesso separo, nel mio pensiero, ma sarebbe così
tecnicamente, il Federalismo dai principi di sussidiarietà, ma sono concetti
basati su freddi termini, che possiamo, nel tempo, plasmare ed arricchire; il Federalismo,
non può essere solo una suddivisione del potere, ma deve essere soprattutto un richiamo al pluralismo e alla
collettività, quindi un Federalismo, basato soltanto su un’opera di ingegneria
costituzionale, non rappresenta sufficientemente il collegamento con i cittadini
e la società.
La sostanza è che deve esistere una sorta di imprimatur
umano, la concretezza del federalismo non può limitarsi alla struttura costituzionale,
ma deve radicarsi nella società stessa.
Grande compito del Federalismo è conservare l’unità nella
diversità, essere una soluzione dinamica, che soddisfi le esigenze dei gruppi
sociali che vivono su un certo territorio e che intendono affrontare così le
problematiche che lo riguardano, ma se il Federalismo si ricollega al
pluralismo istituzionale e al decentramento politico che esso comporta, la
sussidiarietà non può limitarsi ad essere un iter burocratico, anche attraverso
lei si fonda il rapporto fra autorità e libertà che valorizzando le formazioni
sociali, contribuisce alla cementificazione di una democrazia reale.
Giorgio Bargna
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