In queste giornate e presumibilmente in futuro il dibattito pubblico si concentra e concentrerà sulla separazione delle carriere mentre i cittadini e le imprese affrontano problemi ben più concreti e urgenti.
Stante la situazione attuale ogni scelta al referendum è parificabile alla follia di assumere un autista senza essere in possesso di un automobile.
La nostra giustizia traballa, con processi tra i più lenti in Europa. Il Rapporto sulla Giustizia nell’Unione Europea 2024 ci racconta che le cause civili in Italia durano in media 527 giorni, oltre il doppio dei 239 giorni entro i quali si concludono in media i processi civili nell’UE.
Non si tratta semplicemente di calendario, ci confrontiamo con seri impatti economici e sociali per cittadini e imprese.
Non si sorride neppure in ambito penale. Un procedimento penale nel nostro Paese dura in media 361 giorni, mentre 178 sono i giorni, nella media UE, la giustizia penale, che dovrebbe assicurare rapidità ed efficacia per garantire certezza della sanzione e tutela delle vittime, manifesta anch’essa notevoli carenze.
Grazie a questa situazione traballa la fiducia verso l’apparato giudiziario, si ledono i diritti dei cittadini e si pone un ostacolo alla competitività economica nazionale
Prima di pensare a come organizzare la magistratura forse si necessità di riforme organiche nel sistema giudiziario in forma urgente.
La lentezza processuale, come anticipato ha due conseguenze: mina la fiducia nel sistema e produce danni economici.
L’arretrato giudiziario soffoca il sistema, rendendo l’attesa una vera e propria ingiustizia. Economicamente si paga in capitali fermi, occasioni mancate per le imprese, costi extra per le aziende, spese legali infinite, incertezza per i privati.
Occorre ispirarsi a nuove strategie magari ispirandosi ad altri sistemi, i Paesi Bassi, ad esempio, hanno puntato sulla specializzazione di tribunali e giudici, alzando gli standard di qualità ed efficienza.
Una tecnologia avanzata e una maggiore specializzazione, possono essere fondamentali se davvero si vuole conferire ai cittadini una giustizia rapida, funzionale e degna di fiducia.
Il sovraccarico dei tribunali è dovuto anche e soprattutto da una drastica carenza di personale: secondo CSM e ANM, mancano circa 1.400 magistrati (il 15% dell’organico) e oltre 5.000 unità di personale amministrativo.
E' evidente che occorre assicurare un organico sufficiente di magistrati e collaboratori per ottenere un’amministrazione della giustizia efficace.
Leggendo le esperienze di alcuni professionisti del campo sorge l'idea che più che parlare di separazione delle carriere tra Giudicanti e PM, la separazione andrebbe fatta tra civile e penale: troppi magistrati con alle spalle anni di militanza nel penale vanno a “fare danni” nel civile, non sapendo come interpretare una polizza assicurativa o qual è il confine tra infortunio e malattia.
In Francia, come in Germania, i magistrati di settore si dedicano in modo esclusivo a specifiche materie, diventando figure di riferimento e arricchendo il sistema con la loro profonda esperienza.
Quindi, se i cittadini possono contare su medici o avvocati specializzati solo in alcune branche della loro professione, perchè lo Stato non offre anche Magistrati specializzati solo in alcune materie?
Da profano che cerca informazione propongo 3 suggerimenti:
Specializzazione dei magistrati: distinguere le competenze (civile/penale) per migliorare qualità e rapidità.
Investimenti in persone e tecnologia: più personale qualificato e strumenti all’avanguardia per snellire i processi.
Aggiungo in calce la convinzione che una riforma federalista dello Stato che affidi a organi locali quantomeno la gestione dei processi civili sarebbe un ulteriore, determinante punto di svolta.
Giorgio Bargna

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