Attraverso un articolo, scritto circa un mese fa, abbiamo già parlato di sanità e della necessità di trovarsi in una condizione di regionalismo autonomo per aggiustare il tiro e dare dignità a una situazione che sta diventando incresciosa.
Ma per giungere al Federalismo auspicato dovrà passare ancora un po' di acqua sotto i ponti e la situazione va affrontata invece velocemente.
La continua chiusura di reparti e/o ospedali ed i continui tagli portano a situazioni veramente drammatiche quali ad esempio la situazione del CAL di Mariano Comense e dell'Ospedale di Menaggio.
Ci sono dializzati, tra cui alcuni molto anziani, che stanno subendo i ritardi dei lavori di ristrutturazione della Palazzina D del presidio “Felice Villa”, lavori iniziati ad Agosto con termine previsto ad Ottobre e slittato (se Dio vuole e probabilmente non vorrà) al prossimo Marzo. Persone, dializzati, invalidi disseminate in varie strutture costrette a levatacce mattutine o rientri dal sapore notturno.
Altro tema all'ordine del giorno la situazione dell' Ospedale Erba Renaldi di Menaggio.
Questo Ospedale è "in crisi" ormai da anni, soprattutto per la mancanza di personale, la zona fornisce molti frontalieri alla Svizzera, ma anche per la morfologia del territorio.
Non è una novità che sull'Alto Lago si stia già pensando di affidare in gestione ai privati interessati le cure sul territorio, case di comunità, ambulatori, telemedicina, infermieri di famiglia, per almeno dieci anni saranno in affido i privati, si parla di bando del valore di 87 milioni di euro promosso dall’ Asst Lariana.
Ma tornando alla struttura sanitaria di Menaggio invece non si parla di una semplice esternalizzazione dei servizi, ma di costruire una cogestione, in collaborazione con una società specializzata in sanità.
Si tratta, aldilà delle proprie convinzioni personali e dalle scelte politiche, di un tema spinoso che riguarda sia la comunità dei cittadini che chi lavora nel settore.
Come possiamo leggere sulle pagine del quotidiano locale "La Provincia di Como" questa ipotesi all'interno della struttura viene vista positivamente da medici, infermieri e dirigenti sanitari nel tentativo di salvare capra e verze; contrari invece i sindacati.
Se tra i politici locali leggiamo positività, tra i cittadini le perplessità sono molte.
La storia ci insegna che il privato vive di profitti e quindi i rischi ci sono.
Il prossimo 22 Novembre "Patto per il Nord" sarà presente a San Fedele Val d'Intelvi con un gazebo, sarà l'occasione per incontrare cittadini, professionisti del settore ed eventualmente anche i politici locali per sentire le opinioni di tutti e conoscere a fondo la situazione.
Giorgio Bargna
Segretario Provinciale
Patto per Nord
Como

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