mercoledì 23 novembre 2016

Dopo il referendum



Da tempo ormai ho preso una chiara posizione su come esprimersi il 4 Dicembre prossimo.

La mia però, sia chiaro, non è una scelta da tifo e neppure la scelta di chi vota NO per indicazione di partito.

Non amo la situazione sociopolitica italiana, credo sia chiaro a chi mi legge, e in prima battuta il mio NO è solo il tentativo di arginare un peggioramento di qualcosa che per me è già insopportabile; ma a me interessa soprattutto cosa dovrebbe succedere dopo il Referendum.

Se vince il SI è chiaro che gli italiani avranno fatto una scelta precisa, e temo sarà quello che faranno … abbassare ulteriormente le mutande ed aprire le porte ad un nuovo “ventennio” … amen, comincerò a valutare se sia il caso di emigrare.
 
Se vince il NO però qualcosa deve significare, altrimenti signori votate SI, oppure state a casa quel giorno.

Questo NO deve essere una risposta a chi sta cercando di centralizzare ancora di più il potere e ci vuole ridurre ancora più schiavi di quello che siamo.

Questo non è, non può, non deve essere un NO rivolto solo a Renzi. Lui è solo un confratello di una congrega, quella definita CASTA che negli anni ha ucciso il nostro futuro tramite azioni che hanno minato la nostra serenità economica, la certezza del lavoro, la possibilità di dare un futuro ai nostri figli. 

Questi sono coloro che ci dissanguano con tasse e balzelli di ogni genere e grado, obbligandoci poi magari a pagare un altro dazio davanti ai CUP delle ASL o ad andare a cercarci un medico privato se vogliamo una certezza della cura. Questi sono coloro che ci hanno obbligato ad aprire finanziamenti per poter pagare le tasse. Questi sono coloro a cui non gliene frega un cazzo se un anziano deve vivere con 400 euro al mese, se un padre di famiglia non ha più lavoro, se un PONTE MARCIO CROLLA SU UNA SUPERSTRADA.

E chi sta con loro è un connivente, sia chiaro.

Allora sia chiaro, non votate un NO qualsiasi, ma un NO rivoluzionario.

Le rivoluzioni non si fanno solo con le armi, anzi quelle sono le peggiori, portano sempre al peggio.

La rivoluzione deve essere culturale.

E’ ora di alzare le chiappe dai divani, di smettere di delegare agli altri, è ora di agire in prima persona. E’ ora di occupare la politica, di toglierla dalle mani di questa accozzaglia di furboni.
Dissopitevi e scendete in campo. Fondate liste civiche, partiti, occupate la scena politica e sfrattate questa gente.

Se il vostro NO non è motivato da questo, mi ripeto, votate SI …  oppure state a casa.

Giorgio Bargna

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