venerdì 21 novembre 2014

Sulla via dell'Autogoverno

Piangiamo in queste ore morti e danni materiali. Li piangiamo oggi, li piangevamo ieri ed anche l’altro ieri. Lo chiamano dissesto idrogeologico.

Sappiamo bene che non si tratta di qualcosa di naturale, sappiamo bene che si tratta delle conseguenze di scelte umane e non di eventi naturali.

La pioggia incessante, la mutazione atmosferica sono le conseguenze di un inquinamento ambientale creato dall’uomo.

Le case e le strade spazzate via o invase dall’acqua sono conseguenze di scriteriate scelte amministrative.

Ogni anno, ogni mese, ogni giorno, ogni ora la macchina auto referenziata che esiste, impera nel nostro paese ha bisogno di autoalimentarsi, ha bisogno di denaro per alimentare la propria voracità.

A questo scopo il fulcro centrale sottrae denaro e possibilità di scelte alle arterie, agli enti amministrativi di minore importanza; da anni, non da oggi, le casse comunali devono far fronte a necessità e bilanci con sempre meno liquido a disposizione, arrangiandosi come possono a far cassa.

Se l’ultimo trand per la sopravvivenza è la tassazione locale attuata al massimo regime, per anni le amministrazioni hanno scelto di far cassa tramite gli oneri di urbanizzazione; da qui la scelta di far costruire ovunque e comunque case e spazi commerciali. Il prezzo lo paga economicamente il piccolo imprenditore, lo paga economicamente e con la vita che abita o frequenta immobili piazzati a raffica dove non dovrebbero o abita laddove si è costruito senza pensare che aumentando abitazioni ed abitanti andavano adeguati anche i “servizi”.

Oggi ne paghiamo il prezzo amaro, amaro come il fiele, come il fiele sgradevole, insopportabile.

Negli ultimi anni si sono affacciate sulla scena alcune amministrazioni svincolate completamente da questa macchina auto referenziata, amministrazioni che vorrebbero migliorare il bene comune, diffonderlo, ma non riescono a centrare l’obbiettivo perché vessate da piani di stabilità e da tagli economici attuate da parte dello Stato.

Ho descritto (chi mi conosce lo sa) tanti motivi e tante cause che indicano perchè occorra votarsi verso un “Federalismo reale”, a mio avviso di stampo municipale. Questo stato di fatto produce morti violente dovute ai nubifragi e morti forse ancor più pesanti legate alla crisi economica che questa situazione tecnocratica alimenta.

Occorre, per liberarsi dal pantano, la libertà economica; necessitano spazio di movimento, scelte locali.

In questo senso si muove l’azione intrapresa partendo da Cantù di istituire una Regione Autonoma a Statuto Speciale. Un obbiettivo questo da replicare attraverso altre Province cercando di sfruttare quell’unico metodo costituzionalmente concesso che porterebbe ad un Federalismo di nuova generazione, quello che nasce ridisegnando i territori, quello che nasce dal basso.

Nell’azione specifica canturina si punta alla nascita di una Regione che comprende le province di Como, Lecco e Sondrio; io auspico nasca al più presto un azione che cerchi di coinvolgere Varese e Novara che nell’insieme completerebbero una fascia insubrica, fascia  che nel tempo si potrebbe saldare.

Libertà economica, scelte locali dicevamo. Non basta. Quantomeno lascia ancora spazio al pericolo che nascano mille Roma locali, all’azione vanno associati anche strumenti di Democrazia Diretta di esempio svizzero che consentano al cittadino di controllare, partecipare, deliberare.

Questa è l’unica via che può salvare vite umane sottraendo vittime sacrificali ai drammi ambientali, economici e sociali che l’attuale sistema continua ad imporci; seguiamo la via dell’Autogoverno, l’unica possibile e sostenibile.

Giorgio Bargna

1 commento:

Uomo ha detto...

Concordo con la soluzione possibile paventata da te con la riserva di abbozzarne una ipotesi dal momento che non possediamo sufficiente esperienza per poter dirimere districate matasse come quelle dell'attuale contingenza. Tuttavia di sicuro la partecipazione personale e collettiva è fondamentale per il coinvolgimento e la ragionevole soluzione che, in questo caso, non dovrebbe danneggiare in modo irreparabile alcuno dei partecipanti. Chissà...!

Salutone!

Uomo