martedì 11 novembre 2014

Cantù chiama, a voi rispondere

Non tutti, anzi credo in pochi, sanno che nel pomeriggio dell’8 Novembre 2014 è partito, da Cantù, tramite l’azione della “Coalizione Civica Lavori in Corso” (che già la aveva fatto con altri risultati, allora da minoranza, nel 2008), un processo diretto all’istituzione di una nuova Regione Autonoma a Statuto Speciale. Faremo un po’ di cronaca, elencheremo di critiche e diffidenze, elencheremo i perché, rinnoveremo alcuni inviti.

Nel pomeriggio di sabato il Consiglio Comunale di Cantù ha approvato la nostra proposta di delibera di avvio del procedimento costituzionale per la creazione della nuova regione a statuto speciale composta dalle nostre provincie di Como, Lecco e Sondrio.

Il viaggio è certamente lungo, ma non per questo non va affrontato. I passaggi successivi saranno i seguenti:
1 - approvazione da parte di altri consigli comunali (che insieme rappresentino almeno 1/3 della popolazione interessata);
2 - referendum popolare di approvazione da parte della popolazione delle tre provincie;
3 - parere della Regione;
4 - legge costituzionale conforme alla volontà espressa dai consigli comunali e dalla popolazione.

Sabato Cantù ha fatto la propria parte, dando l'input iniziale. Ora di fatto toccherà agli altri Consigli Comunali (ai quali verrà inviata la nostra bozza di delibera), alla Regione ed al Parlamento. Il referendum potrà essere indetto solo a seguito dell'approvazione della delibera da parte dei numero previsto di Consigli Comunali.
L'esito del referendum è scontato. 

Le incognite sono altre:
1) Cosa faranno gli altri Comuni?
2) Cosa dirà la Regione?
3) Cosa farà il Parlamento e cosa faranno i singoli parlamentari?

Ogni livello di potere sarà coinvolto e dovrà esprimersi pro o contro.
Ogni elettore potrà così osservare e giudicare il proprio Sindaco, il proprio Consiglio Comunale, i consiglieri regionali, i parlamentari, insomma tutti sotto esame popolare. Questo è il trionfo della democrazia attraverso una procedura costituzionale di cui nessun altro nel nostro territorio e nella nostra regione ha mai pensato di ricorrere prima d'ora.

Per una volta, in un paese in cui tutto viene fatto "de sfruss", tutto sarà molto chiaro e trasparente. Tutti vedranno chi c'è e chi no. E giudicheranno di conseguenza.
Al voto è risultato contrario il Partito Democratico, ma il Consigliere Spinelli nel 2008 votò a favore, sarebbe interessante capire cosa ha fatto cambiare idea al membro di un partito che ha sempre avuto nel DNA il Federalismo. A favore il mio amico Giorgio Masocco, di Indipendenza Lombarda, che nel 2008 da militante Lega votò contro; onore al merito di aver capito (a mio avviso) le differenze su chi l’autonomia la vuole davvero e chi no. La Lega non ha neppure preso parte alla votazione.

Il deputato leghista (nonché Consigliere Comunale e candidato Sindaco) Nicola Molteni ha dichiarato: “Un percorso lungo e arduo, secolare” ed ha invitato a  ritirare la delibera in questione per lavorare insieme verso il processo atto a far diventare la Lombardia Regione a Statuto Speciale. Esso dice, rivolto al Sindaco di Cantù: “Dimentichi che è guidata da Maroni, Sindaco e metta sul tavolo il peso che la nostra città può avere, io sarò al suo fianco”.

Nel 2008 la Lega comunicò più o meno questo concetto: “Con Bossi Ministro delle Riforme non ci servono queste iniziative”. Siamo ancora qui ad aspettare concrete azioni che già ce ne propinano altre.

Quando si tratta della creazione di nuove Regioni il primo passo, precisa la Costituzione, spetta ai Consigli Comunali. Non al Presidente della Repubblica o al Presidente del Consiglio o al Presidente della Regione: ai Consigli Comunali, ossia agli organi istituzionali rappresentativi delle comunità locali. 
La Costituzione richiede dunque che il primo passo lo facciano i Comuni, ossia le comunità locali.

Si tratta di un esempio di “Democrazia dal Basso”. Si tratta di un Federalismo che si fonda sul localismo, sull’autonomia, sulla responsabilità e sulla partecipazione popolare; un Federalismo che si fonda sul Municipio e che vuole arrivare lontano. Si tratta di portare avanti dei valori; valori fondati sull’Autonomia, la Responsabilità, sulla Partecipazione, sul Localismo, sulla Sostenibilità. Si tratta di dare a quei movimenti politici che vogliono il “Bene Comune” le risorse economiche necessarie a farlo; senza denaro non esiste la possibilità di governare bene. Non si tratta di mero egoismo, tutt’altro, si tratta di sopravvivenza di fronte ad uno stato che ci vuole prosciugare fino all’ultimo centesimo senza contropartita sociale, economica e democratica.

Dicevamo che Cantù ha fatto la propria parte, ora occorre la facciano altri. Con Claudio Bizzozero proseguiremo l'opera di costruzione di una rete di Comuni che vogliono andare in questa direzione. L’invito è anche a far si che anche in altre Città, in altre Province, in altre Regioni partano iniziative simili: il chiaro messaggio che il cambiamento si vuole.

Giorgio Bargna

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