martedì 4 febbraio 2014

L'obbligo di impegnarsi

La storia, l’esperienza,  ci insegnano che tanto le democrazie che gli autoritarismi sono caratterizzati da un dato di fatto certo e sicuro: uno o più partiti occupano le stanze dei palazzi.

L’autoritarismo sicuramente non lo consente, ma la democrazia permette di illudersi su un concetto, quello che porta a pensare che chi occupa i palazzi possa essere sfrattato tramite elezione politica.

Credo non esista un’ingenuità più grande, ogni partito, che non fa parte del pensiero emergente antisistemico, non farà mai la guerra totale ad un altro suo simile, tutt’altro semmai.

I “Manuali Cencelli”, le nomine in commissioni parlamentari o comunali, le nomine di presenza in aziende nazionali o partecipate municipalmente e molte altre spartizioni politico/burocratiche ce lo dimostrano ampiamente.

Impunemente questa casta di burocrati e despoti occupa i centri nevralgici verificando di mantenere certe le proprie convenienze.

Il problema non è comunque soltanto l’occupazione in se stessa, i problemi potrebbero essere, sono, le idee i valori e i principi affermati dai partiti che occupano le “stanze”  ed il livello intellettivo (non che di serietà e capacità pratica) della classe dirigente.

Quanti nel popolo non condividono idee, principi e valori espressi dalla attuale classe dirigente hanno l’obbligo, non morale ma pratico, dell’impegno a costituire altri partiti, movimenti politici che propongano altre idee, valori e principi, del tutto alternativi a quelli che oggi stanno avvelenando il nostro futuro. Le idee di per se stesse però raramente si concretizzano senza l’impegno di tutti, di conseguenza la parte del popolo che non condivide le idee e i valori della classe dirigente attuale ha l’obbligo di impegnarsi anche a partorire il nuovo assetto politico che dovrà modificare il futuro della nostra comunità.

Un semplice dissenso privo di azione non porta a nessun risultato, lamentarsi e protestare con gli amici o i colleghi risultano pratiche sterili, le necessità sono invece quelle della costituzione di partiti che sviluppino e concretizzino nuove ed opposte idee e la generazione di una nuova classe amministrativa e politica.

Il tutto dovrà aver modo di svilupparsi seguendo un percorso comprendente correttivi democratico diretti i quali consentano il controllo da parte dei cittadini sulle azioni di politici ed amministratori  ed impediscano di fatto la nascita di una nuova casta.

Occorre metterci la faccia ed il cuore, la grinta e la passione, la determinazione ed il coraggio; occorre far passare questo messaggio e questa convinzione a tutti, se il popolo non fosse in grado di creare una nuova ed eccellente categoria di amministratori e di ideologi (oltre ad un nuovo ed efficace assetto amministrativo) sarà condannato al ruolo di schiavo e vivrà oppresso in una civiltà decadente.

Stiamo parlando di un assetto statale che si ritrovi con un potere minimo e limitato a poche competenze. Stiamo parlando di uno stato dove la Sovranità trova quale titolare il Cittadino.

Stiamo parlando di Poteri Legislativi nelle mani dei Cittadini, di Referendum ed Iniziative Popolari, di primato delle Comunità Locali su uno Stato comunque Federativo (a mio avviso si dovrebbe trattare di Federalismo Municipale), di Autogoverno.

Non perdete ulteriore tempo, iscrivetevi immediatamente ad un movimento politico alternativo oppure fondatene voi di sana pianta uno nuovo in intesa con dei conoscenti. Siate voi, siamo noi, coloro che costruiscono il vostro, il nostro, nuovo e migliore futuro.

Giorgio Bargna

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