martedì 21 gennaio 2014

Ripartire dal Territorio

Non vi è dubbio che la situazione economico/politica di questo paese attraversi un momento a dir poco drammatico, parecchi cittadini non vanno più a votare (perché fiaccati o incazzati), altri si illudono ancora che possa avvenire un cambiamento con queste carte in tavola…solo una cosa è certa: tutti osservano il paese scivolare verso l’impoverimento
materiale ed il degrado morale.

Il sistema politico ormai è minato; egoismo, corruzione, scoraggiamento (presenti a seconda del ruolo interpretato nel gioco delle parti) non promettono nulla di buono, tutt’altro…questo sistema ormai radicato ci trascina ferocemente verso una rovina morale ed economica consolidata.

Io, molti di noi, però non si vogliono rassegnare, sappiamo che questo paese, a partire dalla Regione Insubrica a scendere fino a Lampedusa, è ricco di risorse quantificabili in capacità umane e tecniche ed in patrimoni archeologici e turistici unici al mondo, sappiamo che da questi dati certi potremmo ripartire rivoluzionando il Sistema, dobbiamo solo convincerci che non è impossibile.

Non occorrono i fucili (bergamaschi o siciliani che siano) abbiamo delle opzioni legate al voto ed al non voto, a voler non più votare questa classe dirigente o a votare i movimenti nuovi e innovativi che solo noi cittadini possiamo far nascere partendo dai territori.

Quanto ci occorre è stato innescato più volte nella storia dell’uomo, ma non sono azioni  convenienti a chi pensa alla politica non come al bene comune ma come all’interesse personale o di classe…scriveva, non proprio ieri, Proudhon:
”...quel fallimento si ripeterà le quante volte il popolo sceglierà dei rappresentanti che domanderanno il progresso al potere invece di domandarlo alla libertà: vale a dire alla organizzazione del Comune libero ed autonomo, della Città, del Circondario... per costituire solo così la Repubblica una e federale.”

La pulizia, l’ordine ed il buon funzionamento delle strutture pubbliche in altri paesi sono situazioni normali, nel nostro, malgrado le prerogative espresse qualche riga fa, siamo costretti a vivere male, in uno Stato corrotto, sprecone ed inefficiente, siamo costretti a sentire, subire, le urla di chi si è impadronito del potere e vive affondando tutti i giorni le mani nelle casse dello stato, rifornite da tasse feroci che ci lasciano lo stretto necessario per vivere; questi “chiassosi urlatori” utilizzano il sistema partitico di livello nazionale fingendo di litigare in televisione ed accordandosi dietro le quinte. Puntano a farci scontrare tra noi per far si che non ci si accorga di quanto succede, è giunta l’ora di capire che le differenze ideologiche si sono ormai  solo tramutate nella giustifica dell’esistenza dei partiti, è giunta l’ora di capire che un cambiamento radicale del nostro sistema politico/economico  è il  passo necessario verso una vita dignitosa da cittadini liberi. Non si può essere liberi temendo per  il futuro lavorativo, temendo per  l’avvenire e la sicurezza della propria famiglia, se non si ha modo di costruire direttamente il proprio destino.

E’ giunta l’ora di cambiare il corso, di spazzare via oltre ai partiti (come intesi da lorsignori) anche l’agglomerato di personaggi a loro legati attraverso varie “sintomatologie”. Gente che ha vissuto e vive nell’ombra di questo sistema, gente che ha finto collaborazioni con le amministrazioni di vario grado, gente che ha invaso ogni sorta di livello amministrativo anche minore, che ha occupato le stanze (alte e basse) delle aziende pubbliche, lobbies di ogni genere e grado, falsi invalidi, dipendenti pubblici che non hanno mai avuto lavoro, associazioni di ogni sorta sovvenzionate a maniche larghe; questo sistema ha ingrassato parecchie persone creandosi di fatto una base elettorale certa che lo ripara da certi possibili ribaltoni, ma il sistema oggi implode e questa base (volente o nolente) vacilla…a breve non saranno più in grado di condurre una esistenza confortevole, al sicuro da qualunque crisi economica e giudizio di efficienza e quindi non saranno più tanto una solida base, con una buona spallata potremo toglierceli di dosso.

Perché mi ostino a parlare di Federalismo Municipale e di Democrazia Diretta e Partecipata?

Semplice: solo il Territorio può dare risposte, solo le Comunità Locali sono in grado di gestire onestamente e sotto il controllo e la partecipazione di tutti la politica e l’economia, di riportare tutto a ad un livello umano e non multinazionale, solo sentirsi partecipe avvicina il cittadino all’idea di “bene comune” ed al senso civico.

 Torneremo presto ad approfondire, pur rischiando di essere monotoni ci sono alcuni messaggi che dovono assolutamente passare se vogliamo avere un futuro.


Giorgio Bargna

Nessun commento: