Non vi è
dubbio che la situazione economico/politica di questo paese attraversi un
momento a dir poco drammatico, parecchi cittadini non vanno più a votare (perché
fiaccati o incazzati), altri si illudono ancora che possa avvenire un cambiamento
con queste carte in tavola…solo una cosa è certa: tutti osservano il paese
scivolare verso l’impoverimento
materiale ed
il degrado morale.
Il sistema
politico ormai è minato; egoismo, corruzione, scoraggiamento (presenti a
seconda del ruolo interpretato nel gioco delle parti) non promettono nulla di
buono, tutt’altro…questo sistema ormai radicato ci trascina ferocemente verso
una rovina morale ed economica consolidata.
Io, molti di
noi, però non si vogliono rassegnare, sappiamo che questo paese, a partire
dalla Regione Insubrica a scendere fino a Lampedusa, è ricco di risorse
quantificabili in capacità umane e tecniche ed in patrimoni archeologici e
turistici unici al mondo, sappiamo che da questi dati certi potremmo ripartire
rivoluzionando il Sistema, dobbiamo solo convincerci che non è impossibile.
Non occorrono
i fucili (bergamaschi o siciliani che siano) abbiamo delle opzioni legate al
voto ed al non voto, a voler non più votare questa classe dirigente o a votare
i movimenti nuovi e innovativi che solo noi cittadini possiamo far nascere
partendo dai territori.
Quanto ci
occorre è stato innescato più volte nella storia dell’uomo, ma non sono azioni convenienti a chi pensa alla politica non come
al bene comune ma come all’interesse personale o di classe…scriveva, non
proprio ieri, Proudhon:
”...quel fallimento si ripeterà le quante volte il popolo sceglierà
dei rappresentanti che domanderanno il progresso al potere invece di domandarlo
alla libertà: vale a dire alla organizzazione del Comune libero ed autonomo,
della Città, del Circondario... per costituire solo così la Repubblica una e
federale.”
La pulizia,
l’ordine ed il buon funzionamento delle strutture pubbliche in altri paesi sono
situazioni normali, nel nostro, malgrado le prerogative espresse qualche riga
fa, siamo costretti a vivere male, in uno Stato corrotto, sprecone ed inefficiente,
siamo costretti a sentire, subire, le urla di chi si è impadronito del potere e
vive affondando tutti i giorni le mani nelle casse dello stato, rifornite da
tasse feroci che ci lasciano lo stretto necessario per vivere; questi “chiassosi
urlatori” utilizzano il sistema partitico di livello nazionale fingendo di
litigare in televisione ed accordandosi dietro le quinte. Puntano a farci scontrare
tra noi per far si che non ci si accorga di quanto succede, è giunta l’ora di
capire che le differenze ideologiche si sono ormai solo tramutate nella giustifica dell’esistenza
dei partiti, è giunta l’ora di capire che un cambiamento radicale del nostro
sistema politico/economico è il passo necessario verso una vita dignitosa da
cittadini liberi. Non si può essere liberi temendo per il futuro lavorativo, temendo per l’avvenire e la sicurezza della propria
famiglia, se non si ha modo di costruire direttamente il proprio destino.
E’ giunta l’ora
di cambiare il corso, di spazzare via oltre ai partiti (come intesi da
lorsignori) anche l’agglomerato di personaggi a loro legati attraverso varie “sintomatologie”.
Gente che ha vissuto e vive nell’ombra di questo sistema, gente che ha finto
collaborazioni con le amministrazioni di vario grado, gente che ha invaso ogni
sorta di livello amministrativo anche minore, che ha occupato le stanze (alte e
basse) delle aziende pubbliche, lobbies di ogni genere e grado, falsi invalidi,
dipendenti pubblici che non hanno mai avuto lavoro, associazioni di ogni sorta
sovvenzionate a maniche larghe; questo sistema ha ingrassato parecchie persone
creandosi di fatto una base elettorale certa che lo ripara da certi possibili
ribaltoni, ma il sistema oggi implode e questa base (volente o nolente) vacilla…a
breve non saranno più in grado di condurre una esistenza confortevole, al
sicuro da qualunque crisi economica e giudizio di efficienza e quindi non
saranno più tanto una solida base, con una buona spallata potremo toglierceli
di dosso.
Perché mi
ostino a parlare di Federalismo Municipale e di Democrazia Diretta e
Partecipata?
Semplice:
solo il Territorio può dare risposte, solo le Comunità Locali sono in grado di
gestire onestamente e sotto il controllo e la partecipazione di tutti la
politica e l’economia, di riportare tutto a ad un livello umano e non
multinazionale, solo sentirsi partecipe avvicina il cittadino all’idea di “bene
comune” ed al senso civico.
Torneremo presto ad approfondire, pur
rischiando di essere monotoni ci sono alcuni messaggi che dovono assolutamente
passare se vogliamo avere un futuro.
Giorgio
Bargna
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