Torniamo a parlare di Insubria…è capitato, magari non
spesso, sul Partecipativo o sul mio profilo Facebook, ma volentieri, che nello
svolgimento dei miei post facessi riferimento all’Insubria….grazie a Terra
Insubre diamo oggi uno sguardo alla storia della mia terra. Buona lettura,
Giorgio Bargna.
Insubria è stato un nome di uso molto comune fino al XIX
secolo d.C., come si può verificare sui testi e sulle carte geografiche
dell'epoca. Anche se questo termine per un certo periodo è caduto in disuso,
esso di fatto non è però mai del tutto scomparso e oggi, grazie all'azione di
chi nell'Insubria si riconosce, sta anzi tornando a esserci sempre più
familiare.
Utilizzare questo nome per un'associazione che si prefigge
come finalità la rivalutazione, la riscoperta della storia e delle tradizioni e
la valorizzazione di tutto quello che riguarda da vicino il nostro ambiente di
vita era dunque d'obbligo. L'Insubria è ricca di testimonianze storiche del periodo
della dominazione Celtica, un periodo che inizia circa nel XII secolo a.C., con
la Cultura di Golasecca, e passa per il VI secolo a.C., quello in cui secondo
lo storico romano Tito Livio viene fondata Milano, per concludersi con
l'invasione romana del III secolo a.C.
Successivamente, con la conquista romana dell'Insubria e
dell'intera Gallia Ciaslpina, le popolazioni della zona non vengono
completamente assimilate ma continuano a vivere alla loro maniera pur
avvicinandosi alla cultura Latina. Pagano le tasse ai nuovi conquistatori,
forniscono prodotti e truppe alle legioni Romane e si adattano alla nuova
cultura dominante pur mantenendo le proprie tradizioni. Come durante l'età del
ferro la Gallia Cisalpina era stata un punto di incontro tra le civiltà antiche:
la greca, l'etrusca, la latina e la celtica, l'Insubria diventa un punto di
incontro fra la civiltà romana, la celtica e la germanica nel periodo
Imperiale, quando Mediolanum diviene capitale dell'Impero.
Sotto la dominazione romana gli Insubri, il popolo che si
era opposto a Roma con maggior determinazione nel periodo repubblicano,
diventano dunque un popolo alleato, ma non perdono la propria identità. Ciò
anche per merito della politica imperiale, che tendeva a mantenere vive le
qualità intrinseche dei singoli popoli assoggettati.
Dopo la caduta dell'impero romano e il successivo periodo di
forte instabilità, l'Insubria diventa parte integrante del regno Longobardo,
che delle città insubri di Pavia e Monza farà il centro del suo potere. La
presenza di questo popolo germanico e la sua graduale fusione con le
popolazioni autoctone lascerà un segno profondo e tuttora ben percepibile nel
modo di essere e di pensare della gente insubre.
Il successivo periodo storico, a partire dal XI secolo d.C.,
da un lato vedrà fiorire la civiltà comunale e la sua voglia di libertà e di
indipendenza, ma dall'altro porterà gravi divisioni per la terra d'Insubria a
causa dell'appartenenza delle sue città alla fazione filoimperiale o a quella
filopapale.
Concluso il periodo comunale il territorio Insubre sarà il
nucleo fondante della Signoria milanese e del successivo Ducato di Milano, la
cui bandiera è tuttora riconosciuta come l'unica e la più autentica bandiera
d'Insubria. Il Ducato di Milano perderà gradualmente la sua indipendenza nella
prima parte del XVI secolo d.C., ma resterà sostanzialmente un'entità autonoma
prima sotto la poco felice dominazione spagnola e poi, dall'inizio del XVIII
secolo d.C., sotto la ben più efficiente dominazione austriaca.
Ecco perché, come eredi di questa storia millenaria, ci
siamo sentiti in dovere di utilizzare questo nome così antico e importante. Un
nome che ci consente anche di avere un filo comune con l'Europa, che di Insubri
non ha conosciuto solo i nostri antenati ma anche quelli che, secondo il già
citato Tito Livio, abitavano un cantone degli Edui nella Gallia Transalpina del
VII secolo a.C.
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