Quando si cerca di mettere in pratica una nuova idea politica
attraverso un nuovo movimento non riconosciuto dalla partitocrazia le
difficoltà sono molteplici. Alcune vengono poste in essere da chi le
innovazioni non le gradisce, altre sono puramente strutturali, altre ancora
interne di varia natura.
Proveremo oggi a parlare di alcune di queste circostanze.
La prima è partorita dalla partitocrazia e si chiama
burocrazia, è un arma non letale, ma che comunque costringe continuamente a
variazioni di sistema. Ricordo che qualche anno fa partecipando alle elezioni
regionali come candidato in un movimento politico, alternativo ma già ben
strutturato, pur avendo come parte attiva persone che avevano lavorato al
Ministero degli Interni, ogni giorno era una battaglia per affrontare nuovi
ostacoli.
Lo sciacallo generalmente è un nullafacente con poche idee, si
aggrega finchè la barca va, poi sparisce e denigra.
Chi è interessato al potere in se stesso, che sia persona
facoltosa o meno, è un soggetto pericoloso, tramerà sempre alle spalle pronto
alla scalata al successo sia dentro che fuori il movimento politico.
Chi entra in un movimento per vanità o per affari è invece
persona che inizialmente risulta utile; porta idee, lavora sodo, se è facoltoso
porta denaro (parleremo poi di questo aspetto). Se il movimento risulta
vincente nel tempo a seguire si comporterà esattamente come l'affamato di
potere, se il movimento resta sconfitto sparirà velocemente ed alla prossima
tornata elettorale probabilmente lo vedremo indossare un’altra casacca.
Molte volte i fondi vengono messi a disposizione dai
partecipanti facoltosi di cui sopra (con tutte le controindicazioni del caso),
alle volte o in aggiunta tramite collette interne, altre grazie alla generosità
esterna di chi crede nell'idea proposta. Vi assicuro che si tratta anche a
livello locale di cifre spesso ingenti.
Alcune non si possono escludere, non si può precludere a
nessuno che abbia la fedina penale pulita, anche se arrivisti, sciacalli,
egocentrici e figli di buona donna spesso sono difficili da gestire.
L'aspetto economico anche esso pone dei limiti, è difficile
rinunciare al denaro messo a disposizione da pochi singoli elementi, siano essi
interni od esterni al movimento, purtroppo "c'è sete di denaro" per
necessità, non per avidità.
Ciò che potrebbe aiutare, che io proporrò ad ogni mia nuova
partecipazione ad un movimento è "l'azionariato popolare per il
cambiamento".
Un movimento politico è un’associazione a tutti gli effetti.
Urge spiegare a chi crede che bisogna ribaltare il sistema che può essere il
motore trainante del movimento pur non facendo politica attiva, ma essendo
semplicemente socio economico. La presenza di molteplici soci è tra le altre
cose una garanzia di democraticità interna sia a livello economico (mi sembra
chiaro), che a livello politico, visto che gli organi di partito dovranno
periodicamente asoggetarsi al giudizio dell'Assemblea dei Soci Azionari.
Forse è un idea peregrina, forse una piccola grande
peculiarità.
Giorgio Bargna
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