Partiamo da un piccolo paragrafo di un mio post del 23 Marzo, tempi non sospetti,
intitolato "Numeri e pensieri sul
Covid e su come affrontarlo"; ecco l'estratto: "Ci troveremo presto davanti a un paese dove
la stragrande maggioranza delle persone uscirà con pesanti ripercussioni
psicologiche ed economiche. Un pericolo anche a livello di azioni criminali
oltre che un pericolo alla sussistenza."
Partiamo nella riflessione odierna da due sostantivi: Italia e
Europa.
Chi mi conosce sa che non ritengo che non esista una vera base
storica e culturale che amalgami i popoli che costituiscono il Paese Italia e
che considero la Comunità Europea attuale un potere economico. Ma economiche
sono, anche e soprattutto, le sostanziali differenziazioni tra le varie regioni
italiane e questo più, molto più, della cultura incide sulla vita degli
italiani.
Abbiamo un Nord motore dell'economia europea, industrie,
artigianato, servizi, sanità molto sviluppati; partite IVA e operai messi in
regola.
Abbiamo zone del paese molto meno strutturate in questo, in
alcune l'assistenzialismo dilaga e il lavoro nero è all'ordine del giorno.
Una cosa accomuna però tutto il Paese, la presenza radicata
ovunque delle organizzazioni a sfondo mafioso, nella zona dove vivo io ad
esempio è notoriamente radicata la 'ndrangeta.
Non sottovalutiamo questo fenomeno, pochi giorni fa abbiamo
visto alcune prove tecniche di "ribellione" all'interno delle
carceri.
Qui sotto parleremo degli interventi economici in tema di
Coronavirus, attenzione, la fame fa reclutare adepti a chi incita il popolo a
sovvertire l'ordine costituito.
Abbiamo capito, parlando di Europa, che poco porteremo a casa,
a livello di denaro, da questa Istituzione, ce la dovremo cavare da soli e se
anche dovessero erogare qualcosa pagheremo tassi altissimi all'Europa; a
burocrati, tecnocrati e banchieri non interessa un emerito cazzo che la gente
muoia di malattia o fame, salvo il rischio di rivoluzioni, che in genere però
spengono nel sangue.
Il nostro Presidente del Consiglio sta promettendo da giorni
interventi economici a favore di imprese e cittadini, lasciamo perdere le
cifre, sicuramente basse per i liberi professionisti e per i piccoli
imprenditori, non entriamo nei particolari, a me preoccupa altro.
Improvvisamente la maggior parte delle aziende italiane
richiederanno la Cassa Integrazione.
La mia prima domanda è: INPS o qualsiasi alto ente saranno in
grado di gestire questa ondata?
La seconda preoccupazione è questa. Ammesso e non concesso che
la prima rata di Cassa Integrazione venga distribuita in tempi brevi, sarà così
anche per la seconda?
Ho sentito affermare, se non erro era il presidente di ABI,
che le banche potrebbero anticipare questi soldi, non ho capito però se poi
chiederanno dei tassi di interesse agli operai o alle imprese. No perchè non
dimenticatevi che non sono enti di beneficenza le Banche.
Ecco, davanti alle difficoltà di chi vive il Nord, zona dove
la vita ha un costo più elevato, nel portare a casa uno stipendio regolarmente
e davanti alla mancanza pressoché totale di ammortizzatori sociali al sud il
rischio di ribellioni pilotate e spontanee è alto. Non ritengo un caso che con
la scusa di vedere dove ci spostiamo per motivi si sanità i mostri telefoni
verranno tracciati e che noi veniamo sempre più ristretti nei nostri movimenti.
Vedremo alle prime avvisaglie se il Governo avrà la mano dura
oppure se troverà a seconda dei casi soluzioni assistenzialistiche
personalizzate.
Chiudiamo con una piccola riflessione sui contagi e una su
certi comportamenti sciatti.
I contagi secondo il Sindaco Gori a Bergamo sarebbero almeno
un percentuale del 25%, io non sono uno scienziato ma ritengo che avendo
circolato molto liberamente per un mese e mezzo la popolazione non siamo
lontani dal 70% al nord, ovviamente sotto varie forme di manifestazione del
virus. Da capire è se la massima manifestazione sul nostro fisico l'abbiamo già
tutti sviluppata.
Ultimo pensiero, mi fanno molto incazzare le richieste tramite
i sottotitoli TV di donazioni ai telespettatori e certi politici che stanno
facendo campagna elettorale in questi frangenti, in pubblico non è
politicamente corretto esplicitare ciò che gli auguro.
Grazie per l'attenzione, Giorgio Bargna
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